UFO, Ufo Alieni ci credi o no?

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tati79
view post Posted on 11/5/2006, 20:42




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I rapimenti ufo in Italia

Diversi possibili rapimenti UFO sono stati catalogati in Italia, sino al 1993, anno in cui la ricerca, affidata al prof. Malanga del CUN ha mosso passi da gigante. In attesa che tale imponente casistica venga divulgata dallo stesso, vediamo assieme i casi conosciuti e divulgati prima dello studio iniziato nel 1993. Uno di questi casi risale agli anni Trenta ed e' stato recuperato da un ritaglio di giornale, per cui non e' stata possibile alcuna verifica; in più esso presenta aspetti simili solo in parte alle moderne abductions. Per tutti gli altri episodi narrati, eccezion fatta per il caso Zanfretta che e' stato ben documentato in quanto seguito da scienziati, sino agli inizi degli anni Novanta non e' stato possibile avere dei progressi, non avendo a disposizione una specifica metodologia di indagine, messa a punto solo fra il 1993 ed il 1995 con l'analisi del rapito Valerio Lonzi. Fino a quel momento, gli ufologi, non sapendo bene come comportarsi, si sono limitati a catalogare i casi qui presentati e, occasionalmente, ad applicare le tecniche di investigazione classiche per gli incontri del terzo tipo. Favorino (Reggio Calabria), 1933 (?). La Nazione del 2.3.33 riferisce, con molta serieta', di un paesano di Favorino, Piero Vigilante, che, verso le ore 17, avrebbe incontrato un uomo che lo avrebbe trasportato in volo per trenta metri. Il testimone era a tavola con la moglie quando si accorse che la porta di casa stava girando sui cardini sena far rumore, come spinta dal vento. Apertala di colpo per vederne la causa, Vigilante fu afferrato da un uomo che lo trasportò con sé per un centinaio di passi, dopo di che gli assestò un sonoro ceffone. Il contadino tentò invano di reagire e, d'un tratto, si trovò sulla cima di un'altissima quercia, trattenuto per i capelli dal "misterioso individuo". Istintivamente Vigilante si fece il segno della croce e l'entità' allora scompare, lasciandolo incapace di parlare, sulla cima dell'albero (questo dato e' curioso, poiché si e' a conoscenza di un rapimento alieno, accaduto in America ed interrotto dal fatto che il testimone, mettendosi a recitare una preghiera, avrebbe in qualche modo scoraggiato gli extraterrestri con una sorta di esorcismo). La moglie, che nel frattempo aveva chiamato aiuto, venne aiutata da alcuni contadini muniti di fune, che fecero scendere Vigilante dalla quercia. L'incredibile storia e' filtrata sui giornali grazie ad una confidenza di un avvocato, tale Agostino Romeo, presso il cui podere Vigilante lavorava come guardiano. Molfetta (Bari), 1953. Il professor Cosmo Sallustio Salvemini stava passeggiando in aperta campagna, verso le ore 19, quando notò un oggetto luminoso scendere a terra a velocità fulminea. Dopo un po' dall'ordigno sbucarono due creature umanoidi, alte circa un metro e mezzo (una era più bassa di 10 cm), vestite con una tuta lucida color verdastro, simile a quella dei sommozzatori. Entrambi avevano una grande cintura dorata, con un apparecchio luminoso all'altezza dell'ombelico. Portavano calzature fosforescenti e una sorta di casco di cristallo in testa. A tratti sembravano librarsi in aria per alcuni secondi, per poi spostarsi rapidamente da un punto all'altro (una descrizione analoga del moto 'librato' degli alieni venne riferita da un testimone francese a Cussac). L'uomo perse i sensi e, risvegliatosi dopo alcuni minuti in un punto differente della campagna, si accorse di essere come paralizzato. Gli alieni stavano armeggiando accanto ad una grotta, raccogliendo campioni di piante e sassi (forse), adagiandoli davanti al disco. Dopo salirono a bordo della macchina volante e scomparvero nel cielo. Gricignano d'Aversa, Caserta, giovedì 9 dicembre 1954. Il contadino Giovanni Aquilante, atteso per il pranzo, sparisce nel nulla per due giorni di fila. Immediate le ricerche dei parenti. La sera del secondo giorno, verso mezzanotte, uno dei figli dello scomparso, Andrea, nota due ombre dalla sagoma umana e dagli occhi fosforescenti presso un muricciolo non distante dall'abitazione. L'uomo, che e' in compagnia di due parenti, resta allibito di fronte a quella visione. E non appena si riprende, le due figure si dileguano. Alle 6 del giorno 11 Aquilante ritorna, scioccato, affamato, taciturno. Dopo qualche ora di insistenze racconta di esser giunto al casello ferroviario di Gricignano, quella mattina, incontrando due "individui bassi", sbucati da un cespuglio. I nani, che vestivano abiti multicolori "come l'arcobaleno", lo avevano afferrato e si erano messi in movimento fluttuando nell'aria. In questo modo avrebbero viaggiato per due giorni in luoghi sconosciuti, senza mai fermarsi. Gli esseri mutavano di dimensione, trasformandosi da nani a giganti. Della fantastica esperienza il protagonista non ricordava altro, sino al momento in cui si era ritrovato presso la propria casa. Gli alieni gli avevano promesso che sarebbero tornati. Quando alla fine di luglio gli ufologi decisero di indagare il fatto, il teste era già morto. Sinopoli (Reggio Calabria), giugno (?) 1955. Intorno al letto di Domenica Fedele, un'anziana signora agonizzante, si erano raccolti diciotto familiari, per la veglia funebre. Un lume a olio illuminava scarsamente la stanza. A mezzanotte esatta una mano enorme si sarebbe profilata sulla parete, scendendo e stendendosi sul volto della morente. Un giovane nipote della donna, Rocco, avrebbe brandito una sedia ma, mentre stava per scagliarsi contro la mano fantasma, impietrito, avrebbe visto un mostro ("un demone") sbucare dalla parete terrorizzando i presenti. Qualcuno sarebbe svenuto, altri sarebbero scappati, buttandosi persino giù dal balcone. Il giorno dopo la Fedele sarebbe stata trovata morta. La casa sarebbe stata ribenedetta. Questa dubbia notizia, a metà strada fra le leggende sui fantasmi e la casistica di 'alieni in camera da letto, venne pubblicata dalla Domenica del Corriere nel numero del 26.5.55. Lago d'Idro, Brescia, 27 luglio 1973. Il giovane Marco Pialorsi, grande appassionato di ufologia e quasi contattista, si tovava nel bosco adiacente il Lago d'Idro per un'escursione, allorché trovava delle tracce a suo dire lasciate da un UFO. Tornato a casa a prender la macchina fotografica, nel pomeriggio il giovane cominciò ad esaminare il posto quando accadde qualcosa di strano, che non seppe ricordare. Sotto ipnosi, quattro anni dopo, il giovane avrebbe ricostruito i momenti mancanti di quell'insolito pomeriggio. Pialorsi ricordava che, dopo aver ispezionato la zona ed aver scattato una prima foto, era arrivato un uomo che lo aveva toccato con qualcosa facendolo svenire. Un attimo dopo il ragazzo era stato trascinato in aria da un fascio di luce - come Zanfretta, si legga più avanti - , verso un oggetto volante. Passò poi in un tunnel verticale e si trovò in una stanza tonda nella quale c'erano 4 persone, di cui due ferme davanti a lui. Sopraggiunse una donna; in quel momento gli alieni cominciarono a confabulare, poi lo toccarono con una mano sulla fronte o su un fianco. Pialorsi rimase paralizzato, potendo muovere solo gli occhi. Portato in un'altra stanza, venne fatto sedere su una sedia, da cui poteva vedere fuori, lo spazio esterno, e l'UFO che sta atterrando nello stesso punto di partenza. Venne fatto ridiscendere e si ritrovò, come se nulla fosse successo, a fotografare le tracce al suolo, come se le fasi del rapimento UFO facessero parte di una fase separata delle azioni della giornata. L'intera vicenda emerse con la regressione ipnotica. Secondo lo psicologo ipnotista che ha esaminato il caso, l'esperienza del giovane sarebbe stata nulla di più che un sogno fantastico, nato dalla grande passione del ragazzo per l'ufologia. Sesto Fiorentino, Firenze, ore 11.45 del 23 febbraio 1978. Una coppia in macchina, appartata sul Monte Morello, sente un'interferenza radio. L'uomo esce ed in quel momento viene investito da una luce viola, calda. Si guarda attorno e vede 4 forme con delle luci attorno. Dopo aver fatto un giro attorno alla vettura, torna in macchina e scopre che la donna sta urlando terrorizzata, in quanto l'uomo sarebbe stato via per...20 minuti! Senza ricordar nulla dell'esperienza, l'uomo si avvia con la vettura. Nel frattempo la radio torna a funzionare. Cosenza, ore 20.00 del 21 settembre 1978. Un giovane sta camminando presso un cantiere in costruzione in fase di scavo quando vede l'area illuminata a giorno. Guarda e i palazzi circostanti scompaiono alla sua vista. Scorge poi su una collina un oggetto ovoidale e un uomo con due antenne. Terrorizzato, il teste scappa, ma inciampa e cade. Mentre quattro esseri lo rincorrono a salti. Il nostro sviene e quando riprende i sensi, si trova circondato da entità alte un metro e mezzo. Gli esseri indossano delle giacche con bottoni e portano elmi con antenne. Hanno uno zaino sulla schiena e pinze al posto delle mani. L'uomo sviene e quando riprende i sensi, alle 20.30 non c'e' più nulla. Alla stessa ora le luci di un palazzo vicino si spengono. 6 dicembre 1978, ore 23.30. Entroterra genovese. 69 Mentre era in perlustrazione a Marzano di Torriglia, il metronotte Pier Fortunato Zanfretta notava quattro strane luci che si muovevano nei pressi di una villetta piuttosto isolata. Immediatamente il nostro cercava di avvertire la centrale operativa, dicendosi pronto ad andare a controllare. Ma la radio sembrava ammutolita. Il nostro scendeva allora dalla sua Fiat 126, pistola e torcia elettrica in mano, e cominciava a costeggiare il muro della casa, nel tentativo di sorprendere ciò che pensava esser dei "topi d'appartamento". Improvvisamente qualcuno lo spingeva violentemente a terra. "Mi hanno fregato", pensò il metronotte che, rialzandosi velocemente, con sommo stupore si trovava davanti un essere mostruoso, un umanoide alto tre metri, con la pelle del torace ondulata e strani spinoni sulla testa. Terrorizzato, Zanfretta lasciava cadere a terra la torcia elettrica. Raccoltala e illuminato il circondario, il nostro notava che la misteriosa visione era scomparsa. L'uomo se la dava allora a gambe, verso la macchina, ed in quell'istante un grosso velivolo triangolare, luminosissimo e abbagliante, decollava da dietro la villa. Zanfretta comunicava con la base operativa, farfugliando frasi talmente sconnesse e con un tono così terrorizzato da far accorrere subito i soccorsi. Passarono i giorni e, per cercare di capire cosa fosse avvenuto 70 realmente quella notte, Zanfretta decise di sottoporsi all'ipnosi regressiva presso un istituto privato. Emerse cosi' una storia sensazionale. Il nostro sarebbe stato rapito da creature mostruose, descritte come una sorta di rettiloni, verdi di pelle e con gli occhi gialli e a triangolo. I mostri hanno la pelle rugosa come dei vecchi, delle vene rosse sporgenti sulla testa, le orecchie a punta e le mani con dita arrotondate. Gli esseri lo avrebbero portato in un luogo luminosissimo. Lì gli avrebbero messo in testa un "casco" caldissimo e doloroso, e avrebbero comunicato con lui grazie ad un "apparecchio luminoso" tenuto sulla bocca. Dopo il recupero della memoria di questo primo presunto evento, Zanfretta decise di sottoporsi ad una lunga serie di sedute ipnotiche, nel disperato tentativo di ricostruire le "parti mancanti" dei singoli rapimenti. Parte delle sedute verranno effettuate in un prestigioso istituto di ipnosi clinica di Milano, sotto la guida del professor Rolando Marchesan. Zanfretta si sottoporrà anche alla somministrazione del siero della verità. Le varie ipnosi ed analisi dimostrarono che Zanfretta credeva veramente a ciò che diceva, e le visite mediche attestarono che il metronotte era una persona equilibrata e sana di mente. Zanfretta ebbe in seguito altri tre incontri con gli alieni, ritenuti 71 abbastanza credibili da alcuni ufologi (e descritti nel volume del giornalista Rino Di Stefano 'Luci nella notte'), poi i rapimenti sarebbero aumentati, superando la decina ed arricchendosi, sotto ipnosi ma anche in stato di veglia, di elementi onirici e fantastici, alcuni dei quali parrebbero presi da alcuni fumetti d'avventura e da certi cartoni animati giapponesi ('Atlas UFO Robot') molto in voga allora. L'UFO all'interno del quale il metronotte sarebbe ripetutamente entrato sarebbe stato, ad esempio, esternamente molto piccolo ed internamente grande come una città. All'interno del disco Zanfretta avrebbe notato molti esseri, maschi e femmine, che sembravano mutare dimensioni una volta fuori dal disco. "Si', lassù ci sono salito più volte. Era come una città, con case, piazze, strade e gente che passeggiava, bambini tenuti per mano dalle mamme. Ma gli uomini mi sembravano più piccoli di quelli visti fuori, all'aperto. Ricordo che ogni volta che mi prelevavano ed entravo nella loro astronave, mi facevano sedere su una specie di poltrona, mi mettevano un casco in testa e mi trasmettevano delle scariche elettriche fortissime: non ho mai capito la ragione di questo comportamento...". A detta di Zanfretta, gli alieni lo avrebbero rapito non solo per studiarlo come una cavia, ma lo avrebbero scelto - con una scivolata nel contattismo - per mediare con le autorità della Terra nel negoziare l'insediamento degli alieni; a tale scopo la consegna di una scatola - che il nostro non ha mai mostrato a nessuno -, contenente a suo dire una piramide all'interno di una sfera trasparente, in grado di proiettare le immagini degli alieni, dimostrandone definitivamente l'esistenza. In un'occasione da questa scatola sarebbe partito un raggio che avrebbe incenerito una lepre. I più frequenti incontri con coloro i quali Zanfretta chiamava "i Dargos di Titania" si sarebbero verificati fra il 1979 ed il 1981. Alcuni di 72 questi incontri vennero pubblicizzati diffusamente, altri taciuti. E, attraverso le centinaia di articoli giornalistici e partecipazioni televisive, la storia di Zanfretta fini' con l'arricchirsi sempre di più (a scapito di una serena investigazione UFO), con elementi sempre più incredibili. Zanfretta avrebbe cominciato ad avere anche contatti telepatici - addirittura durante le sedute ipnotiche- ; disse poi di aver visto all'interno dell'UFO dei cilindri in cui erano conservati resti di animali preistorici e di creature di altri mondi. Col tempo Zanfretta sarebbe stato 'chiamato' dagli extraterrestri:"Quando sentivo delle fitte leggere in testa, era il momento in cui, volente o nolente, dovevo raggiungerli: era quello il segnale del loro contatto con me...Una sera con la mia motocicletta stavo andando alla centrale per prendere servizio quando, improvvisamente, mi sono sentito sollevare da una luce forte e misteriosa. In un attimo mi sono trovato a terra e poi in cima ad un monte, quel monte che ormai era l'abituale incontro con loro.Il motore della mia moto era completamente ghiacciato e, pur volendo chiedere aiuto a qualcuno, mi sentivo impossibilitato a muovermi...". Uno dei momenti più emozionanti sarebbe stato la consegna della sfera:"Mi trovavo a un distributore di benzina per fare rifornimento di carburante. Il serbatoio era praticamente vuoto. A un tratto, spinto da una luce intensa, mi sono trovato sempre in cima al monte e quindi all'interno dell'astronave. E qui uno di loro, presumo il capo, mi ha consegnato una sfera dicendomi che avrei dovuto recapitarla ad un certo professor Hynek. Io ero ormai esasperato da queste avventure e in preda ad una crisi di nervi scaraventai a terra la sfera scatenando una loro furiosa reazione...". Per inciso, il professor Hynek era il più famoso ufologo del mondo. Spesso illuso, sfruttato e poi abbandonato dai media, Zanfretta ha dichiarato:"In questi anni sono passato da un ospedale all'altro, ho rischiato di perdere il lavoro di metronotte perché, essendo ritenuto non attendibile per quello che raccontavo, mi avevano ritirato il porto d'armi. Perché fra tanti, gli alieni dovevano scegliere proprio me?...". Di tutto quanto e' stato asserito da Zanfretta non esistono prove attendibili (essendosi il teste più volte rifiutato di mostrare la misteriosa scatola, nascosta da qualche parte sulle montagne liguri). Dopo il primo incontro ravvicinato, accanto alla macchina del metronotte gli inquirenti trovarono una serie di impronte sul terreno, lunghe 50 cm., che gli scettici interpretarono come orme lasciate da un cavallo. In quegli stessi giorni altri colleghi del metronotte avrebbero visto luci guizzanti nel cielo. Nel 1993, durante una trasmissione televisiva su Rai Tre, Zanfretta 73 disse di aver avuto 11 incontri con i rettiloidi spaziali, i quali gli avrebbero promesso di portarlo via con loro, un giorno, definitivamente. Zanfretta attendeva con ansia questo momento, non sentendosi più un membro di questo pianeta. Il secondo incontro ravvicinato si sarebbe verificato il 28 dicembre nei pressi della galleria della Scoffera, verso Torriglia. Zanfretta disse di aver avvisato per radio la centrale di un fatto incredibile: la sua l'auto si stava movendo da sola, salendo veloce per i tornanti liguri, avvolti nella nebbia. Dopo 4 minuti l'uomo avrebbe chiamato ancora: l'auto si era fermata e una strana luce proveniva dall'esterno. Un'ora dopo Zanfretta veniva trovato sulla strada principale, con la sua vettura. Il tetto della macchina era rovente, e anche l'interno dell'auto era molto caldo e, nonostante la pioggia, Zanfretta era asciutto. Sotto ipnosi rammentò un nuovo rapimento, l'esperienza del casco, un esame dopo essere stato svestito ed il fatto che gli alieni avrebbero sparato l'intero caricatore della sua pistola contro uno schermo all'interno dell'UFO forse per testare l'efficacia delle armi terrestri. Gli alieni avrebbero parlato sempre attraverso l'emissione di luce dalla strana bocca, e lo avrebbero interrogato a lungo promettendo di tornare. Con una seduta di narcoanalisi tenuta il 6 febbraio 1979 Zanfretta ricordò che gli esseri avevano detto di appartenere ad un popolo "disperso" nella galassia, destinato a morire, e avrebbero voluto stabilirsi sulla Terra, sebbene la nostra temperatura risultasse per loro troppo bassa. I Dargos gli avrebbero poi consegnato il loro manufatto sferoidale. Milanere, Torino, ore 23 dell'8 dicembre 1978. Due giovani che stanno rientrando da una cena sul Monte Musinè vedono una luce bianca accecante sopra gli alberi. Uno dei due si avvicina, scomparendo alla vista del compagno, mentre la luce si alza in cielo; l'amico comincia allora a cercarlo e incrocia altri escursionisti. Tutti si sparpagliano a ventaglio per cercare il primo. Lo trovano svenuto, infreddolito, incapace di tollerare la luce ed in evidente stato di shok, con il battito cardiaco irregolare. Il ragazzo e' come in trance e viene "svegliato" solo dopo molti tentativi. Dopo l'esperienza, i due testimoni soffriranno di congiuntivite. Il rapito ha una cicatrice sulla gamba e ricorda di essersi avvicinato all'UFO, che aveva forma di pera e che in quell'istante era diventato più grande. Erano comparsi 3-4 uomini con la testa "a melone", che si stagliavano tenebrosamente nella luce. L'uomo si sentì paralizzato e fu in grado di avvertire solo luci e suoni, sentendosi inoltre toccato e sollevato. Non sono disponibili altri dati in quanto il teste ha rifiutato l'ipnosi. Lusiana, Vicenza, ore 23.30 del 18 gennaio 1979. Un tagliaboschi di quarantadue anni stava scendendo in auto da Ristoro verso Lusiana, quando improvvisamente la sua Renault si fermò, le luci si spensero e le portiere si aprirono. L'uomo vide una luce arancio, "una palla arancione con la base schiacciata" al suolo e due umanoidi alti un metro che uscivano da una porta dell'UFO. Gli esseri indossavano un abito color bronzo-rame, avevano mani lunghe ed appuntite e fattezze umane. La tuta era a scaglie. Al posto delle orecchie avevano come dei fili attorcigliati, forse delle antenne. L'uomo avrebbe voluto scappare ma rimase paralizzato dal terrore. A gesti i due lo invitarono a seguirli. L'uomo si trovo' cosi' in una piccola stanza di 2 metri, piena di strumenti elettrici ed uno schermo con delle "palline luminose". Venne fatto sedere, e uno degli esseri cominciò a togliergli la camicia. L'uomo si spaventò e si dimenò implorando. Uno dei due alieni gli portò allora una tuta metallica ma l'uomo continuò ad implorare di essere lasciato libero. Gli venne portata una piccola scatola sulla quale un alieno scrisse qualcosa, facendogli segno di mettersela al collo. E quindi gliela pose in mano. A questo punto la porta dell'UFO si aprì e l'uomo, colta l'occasione al volo, scappò carponi fuori dal disco. Uscito dalla strana macchina, vide che l'UFO si stava allontanando rapidissimo e che tutto stava diventando scuro, eccezion fatta per e luci dell'auto, accesesi improvvisamente. Ceparana, La Spezia, mattina del 21 agosto 1979. La signora Clara Danè era sulla propria Mercedes 350 SE, e stava parcheggiando presso il negozio, quando vide prima un chiarore e poi un disco con fasci di luce alla base sollevarsi dagli alberi dietro la casa. L'episodio (raccontato sul "Giornale dei misteri" numero 109) durò non più di tre minuti, dalle 5,55 alle 5,58. Ciò nonostante, quando la signora guardò l'orologio si accorse con stupore che erano le 6.03 e che quindi aveva subito un missing time di 5 minuti (forse il più breve di tutta la storia dell'ufologia). Scesa dalla macchina, il cui motore era acceso da almeno un quarto d'ora, la donna si appoggiò al cofano e si accorse che questo era freddo, come se il motore non fosse mai stato in moto. Il cane che era con lei guaiva e si agitava. Romagna, 1983. La signora Dina Pazzi Bertelli sostiene che, l'ultima settimana del 1983, una fortissima luce comparve di notte nel cielo, illuminandole la camera da letto. "Mi affacciai e notai un disco volante proprio sopra il tetto della mia villetta. Sul disco spiccava uno strano simbolo, una testa di cane iscritta in un cerchio. Dopo un po' l'UFO si allontanò. Pensai che fosse tutto finito ed invece, una settimana dopo, l'oggetto ritornò. Anche quella volta ero sola; mio marito era uscito. Dall'interno del disco uscì una macchina ovale che atterrò nel mio giardino e si aprì in due. Dall' 'uovo' sbucarono tre creature, molto simili a noi, che mi si avvicinarono. Per quanto possa sembrare incredibile, parlammo per due ore. Uno dei tre mi colpì particolarmente. Indossava una tuta aderente, dorata, bloccata da una cintura; aveva una cuffia che faceva corpo unico con la tuta. Mi disse che non si poteva avvicinare troppo ai due compagni perché aveva un grado inferiore; per questo motivo rimase fuori di casa, mentre gli altri due chiesero di entrare. Il terzo, rimasto all'esterno, mi parlava dalla finestra, sostenendo che sul suo pianeta la gerarchia era fondamentale...I suoi superiori indossavano degli abiti borghesi. Tutti e tre erano aureolati. Uno dei due mi mostrò una foto dell'India e cominciammo a parlare di Sai Baba (la donna e' una seguace del guru indiano, n.d.A.). Dopo un po' uno mi disse: "Non stai sognando, e te ne daremo la prova. Domani vai a fare le analisi". E mi passarono accanto al corpo un tubo luminoso. Il giorno dopo il dottore mi disse che avevo i valori corporei alterati, avevo una percentuale altissima di ferro nel sangue. Avrei dovuto essere morta, ed invece stavo benissimo. In più, mi erano passati anche i reumatismi..." Questo racconto affascinante presenta diversi punti oscuri. Innanzitutto la donna mostra un fideismo esasperato stile New Age che la rende non molto attendibile; in secondo luogo l'intera esperienza ha caratteristiche tipicamente oniriche. Il marito, rincasato, ha sostenuto di aver trovato la donna in piedi, vestita, dopo averla lasciata a letto in pigiama. Poiché nel ricordo di questa pretesa esperienza di vita vissuta mancano dei lassi temporali, potremmo ipotizzare un possibile rapimento UFO. Sfortunatamente, non essendovi testimonianze collaterali o tracce del passaggio dell'UFO, l'esperienza rischia momentaneamente di essere considerata semplicemente una fantasia onirica di un personaggio bizzarro. Trezzano sul Naviglio, Milano, 7 giugno 1983. Il caso e' stato raccolto dall'ufologo milanese Massimo Ferrante, che non ha potuto però recuperare dati probanti. Due metronotte della zona sarebbero spariti nel nulla, abbandonando la loro macchina 127, ritrovata con una portiera spalancata e con l'altra ermeticamente chiusa e la radio accesa. A qualche centinaio di metri dalla vettura sarebbe stata ritrovata, impressa sull'erba, la sagoma di un disco con un diametro fra i 10 e i 12 metri. I due sarebbero ricomparsi un paio di giorni dopo, con la barba lunga e le occhiaie incavate, in evidente stato di shock, a una cinquantina di km di distanza. "La cosa sta scendendo, quei piccoletti ci vogliono rapire...lasciateci per pieta'...", avrebbe ripetuto uno dei due. Da una prima analisi si sarebbe appurato che dalle pistole Beretta in dotazione ai due guardiani erano sparite quattro pallottole. Il giorno prima un UFO era atterrato a Varzi, nel pavese. Rudiano (Brescia), 13 luglio 1986. Tra le 24 e l'una di notte un agricoltore di Rudiano, intento a controllare un canale di irrigazione di un campo, avverte un'insolita presenza. Guardandosi attorno, scorge la schiena di "una specie di bambino di sette o otto anni, dalla testa grossa e calva, alto circa un metro e mezzo". Vistosi scoperto, l' "essere" fugge velocemente. "E in men che non si dica andò a sbattere dentro ad una cassa alta, essa pure, centocinquanta centimetri e larga cento...L'oggetto era, all'apparenza, di acciaio, o comunque di metallo, ma non rilucete; l'essere vi entrò, si chiuse uno sportello, e l'oggetto si accese come un fiammifero e, levatosi in volo, scomparve nel cielo". Siracusa, 11 (?).5.88. Salvatore Celentano, un bimbo di nove anni, scompare nel nulla dopo essersi allontanato sulla bicicletta di un amico nella zona della vecchia tonnara della baia di Santa Panagia. Si pensa ad un sequestro di zingari o a un incidente. La madre del ragazzo, Dina Dicembre di 37 anni, moglie di un metalmeccanico, sbalordira' la stampa asserendo che il figlio sia stato portato via da un UFO. Dodici giorni dopo si scoprira' invece che il bambino era stato ucciso da un maniaco sessuale. Pietra Ligure, fine agosto 1989. 74 Giuseppe Di Giorgio, consulente finanziario e adepto della Chiesa di Scientology, scompare a fine agosto sull'Autofiori a Pietra Ligure, per poi ricomparire misteriosamente a Sarzana sei giorni dopo. L'uomo ha con sè tre bombe molotov e un sacco a pelo. Per placare il clamore suscitato dalla sua repentina scomparsa, l'uomo organizza una conferenza stampa nella sua casa di Melegnano e racconta agli increduli cronisti di avere viaggiato nel cosmo, dove avrebbe imparato ad ottenere dal più piccolo elemento esistente sulla Terra, tale "pin" (sconosciuto alla scienza), l'antidoto per l'AIDS, la carie e la paralisi. Grazie al "pin" sarebbe possibile, per Di Giorgio, diventare invisibili, ringiovanire e compiere atti di magia. La misteriosa sostanza sarebbe stata distillata in casa dal personaggio, intenzionato a metterla in commercio con il nome di KB1. Di Giorgio avrebbe scoperto inoltre di essere un veggente, ma queste sue pretese facoltà paranormali non si sarebbero sviluppate grazie al viaggio nello spazio, ma in virtù della sua permanenza presso il gruppo di Scientology. La medicina ufficiale ha sentenziato che questo insolito personaggio e' semplicemente affetto da "sindrome paranoide". Nell'estate del 1995 e' emerso un caso di presunto rapimento UFO coinvolgente un bizzarro personaggio torinese, celatosi dietro lo pseudonimo di Ben, protagonista di un'abduction con introduzione di impianti nel corpo. Di questo caso non esistono informazioni precise - il poco che si sa e' stato raccolto da una valida ufologa della zona - in quanto il testimone rifiuta di farsi intervistare e vive senza avere una fissa dimora, come un barbone. A detta della nostra collega piemontese, Ben e' solito frequentare piazza Statuto a Torino (una zona considerata dai nativi come un centro magico "nero"). Sempre agitato e nervoso, convertitosi al buddismo, poi convinto di darsi al monachesimo ed infine deciso a scomparire dalla ribalta, il testimone ha evidentemente uno squilibrio psicologico - non sappiamo se attribuibile alla presunta esperienza UFO - che ne mina la credibilità. Ben sostiene di essere stato rapito a 6, 16 e 26 anni (ogni qual volta si lascia andare a delle confessioni, la sua storia si arricchisce di nuovi dettagli), quindi ogni dieci anni. A 26 anni, mentre si trovava a Rio de Janeiro, sarebbe stato rapito da una donna molto bella, che gli avrebbe chiesto il permesso di poterlo sottoporre all'intervento dell'inserimento di tre impianti sferici nel corpo. Ben si sarebbe comprensibilmente rifiutato, ma l'aliena avrebbe insistito dicendo che "loro" lo avrebbero aiutato e che questa 'terapia' gli avrebbe fatto bene. La pretesa discussione con gli alieni sarebbe durata a lungo; poi gli extraterrestri avrebbero chiesto al rapito se avesse un desiderio da esprimere. Ben avrebbe chiesto di poter vedere suo padre, che si trovava in Italia. In men che non si dica il disco volante si sarebbe portato sul luogo desiderato. Addirittura, ad un certo momento, gli alieni avrebbero concesso al rapito di guidare l'UFO, manovra che avvenne in parte telepaticamente, in parte azionando dei comandi composti da dei bottoni. In quel momento Ben, che provava difficoltà nell'eseguire questa manovra non riuscendo ad arrivare alla consolle di guida, stranamente molto lontana, si sarebbe accorto che gli alieni avevano l'indice ed il medio molto più lunghi (e quindi gli strumenti erano costruiti a misura d'alieno). In quell'istante la donna aliena, che sino ad un momento prima, assieme agli altri extraterrestri presenti nel disco, era rimasta sempre su un lato, gli si era posta di fronte, mettendo bene in evidenza le lunghe dita. Ben sostiene di aver imparato a guidare l'UFO, non senza difficoltà. "Pensa a dov'e' tuo padre, e ci arriveremo". Giunti sull'Italia, gli alieni avrebbero spiato dall'alto la casa paterna di Ben, per mezzo di una lente grigliata che permetteva la visione all'interno dell'abitazione stessa. Grazie a quegli strumenti Ben sarebbe riuscito persino a far arrivare al padre un breve messaggio vocale che si sarebbe come materializzato in casa. Il padre, udendo però solo una voce 'fantasma' e non vedendo nessuno, si sarebbe solo spaventato moltissimo. Una volta esaudito il desiderio, Ben sarebbe stato operato. Gli alieni gli avrebbero inserito una sfera sotto il timpano auricolare (senza peraltro lasciar cicatrici sulla pelle) e gli avrebbero prodotto una ferita sulla schiena (ove probabilmente sarebbe stata posta una seconda sfera). Un terzo impianto sarebbe stato inserito nel naso. A detta del rapito, la presenza dei corpi estranei sarebbe stata rilevata da alcune radiografie che mostrerebbero dei puntini bianchi. Durante i suoi incontri con gli alieni, Ben avrebbe appreso che gli alieni vivono solo due anni (quindi si tratterebbe di robot biologici) e si cibano di sangue bovino (quello delle mutilazioni animali). Non si riprodurrebbero convenzionalmente in quanto sarebbero costruiti in laboratorio con inseminazioni artificiale. Loro scopo sarebbe quello di creare geneticamente del bestiame (bovini) da allevare nello spazio, avendo essi dato termine alle proprie risorse alimentari. Dopo l'incontro con gli alieni Ben avrebbe sviluppano una particolare abilità sia nel campo musicale che nel bricolage elettronico.




Questo materiale è stato gentilmente messo a disposizione da:






:alienff:
 
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tati79
view post Posted on 12/5/2006, 19:14




allora avette sentito il caso di Como?dei segni disegniati sul grano. :alienff: :alienff:cosa ne pensate? image imagenon ci credete o non volete crederci :huh:
 
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dalmirazzi
view post Posted on 20/5/2006, 11:07




Bè, per il cerchietto di Como e di altri casi simili sembra che il tutto sia da imputare a fenomeni non molto extra, ma bensì più terrestri e naturali. La pioggia, il vento e a quanto pare pure il fertilizzante può dare una mano.. da un vecchio articolo tratto dalla Provincia di Como: "..il fenomeno attribuibile al concime sarebbe facilmente ripetibile ovunque e con qualsiasi forma. Mani esperte, nello stendere il fertilizzante, disegnano già la bozza della figura che poi, al primo forte acquazzone, si rivela improvvisamente. Una sorta di «falso d'autore» a scapito di chi, di fronte a disegni tanto artistici quanto insoliti e all'apparenza innaturali, crede veramente di essere di fronte all'opera di qualche Ufo..."
A me personalmente piace ancora crederci, che una strana forza proveniente da remoti luoghi nello spazio generi queste opere d'arte nel grano, purtroppo però, guardando alla realtà, spesso i fenomeni più strani sono generati da cause molto più semplici e naturali, il problema è che non sono sempre facilmente intuibili. Detto questo c'è anche da aggiungere che per alcuni crop-circles nessun ricercatore è riuscito ancora a darne spiegazioni di origini terrestri e questi ultimi casi sono ancora considerati i veri cerchi nel grano extraterrestri.
 
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tati79
view post Posted on 29/5/2006, 19:07




Oggi a Studio Aperto hanno detto del'anatra che le hanno trovato un puntino dentro lo stomaco che sembrava un viso di un alieno e che emanava una luce.Be,che dire:misterioso e curioso image image :alienff:
 
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33 replies since 24/1/2005, 18:11   737 views
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