Per Nadia: il Santo scorticato e decapitato raffigurato nella statua all'interno del Duomo è... San Bartolomeo.
StoriaTarga commemorativa della prima pietraLa prima pietra del Duomo fu posta nel 1386, sul sito dove sorgeva l'antichissima cattedrale di Santa Maria Maggiore, per volere dell'arcivescovo Antonio da Saluzzo e del signore di Milano Gian Galeazzo Visconti. Fra gli architetti che contribuirono nei primi anni alla sua costruzione sono da ricordare fra gli italiani: Giovannino De' Grassi, Simone da Orsenigo, Marco da Campione, Salomone de Grassi, Marco da Carona, Bernardo da Venezia e tra gli stranieri: Nicolao de Bonaventuris, Giovanni da Friburgo, Enrico di Gmunden, Giovanni Corrado Bruges e Giovanni Mignot. Nel 1418 fu consacrato l'altare maggiore, da papa Martino V. Nel 1400 a Filippino degli Organi e Giorgio degli Organi successero i Solari e nel XIV secolo l'Amadeo costruttore del tiburio, il Dolcebuono ed il Pellegrini finché nel 1572 San Carlo Borromeo consacrò la chiesa anche se la costruzione non era ancora terminata. Nel XV secolo si avvicendarono Martino Bassi, il Richini, Lelio Buzzi e Carlo Buzzi, i Quadrio. Nel XVI secolo fu costruita la guglia maggiore sulla quale fu innalzata la Madonnina dorata. Nel 1813 la facciata venne completata, quasi cinquecento anni dopo la posa della prima pietra. Per tutto il XIX secolo furono completate le guglie e tutte le decorazioni architettoniche: fra gli scultori che vi lavorarono nei primi anni dell'Ottocento, si può ricordare Luigi Acquisti. Nel 1943, dopo i danni subiti nel corso della seconda guerra mondiale, il Duomo fu restaurato in gran parte e le porte di legno furono sostituite con altre di bronzo. La manutenzione della cattedrale è affidata alla Veneranda Fabbrica del Duomo i cui interventi sono continui tanto da far nascere la definizione di "fabbrica del Domm" per tutti quei lavori che non hanno mai termine.
L'internoPer dimensioni il Duomo è la seconda più alta chiesa del mondo (dopo la cattedrale di Beauvais in Francia) e la seconda più grande (dopo San Pietro in Vaticano). I quaranta pilastri che dividono le cinque navate sorreggono le volte, simulanti un traforo gotico, dipinte a metà 1800 da Alberti e Sanquirico. Il pavimento, su disegno originale del Pellegrini, è un intreccio di marmi chiari e scuri con disegni intersecantisi infinite volte. Nella prima navata a destra di trova il sarcofago dell'Arcivescovo Ariberto da Intimiano, l'inventore del Carroccio, sormontato dal Crocefisso in lamine di rame dorato che il vescovo donò al monastero di San Dionigi. Un piccolo marmo seicentesco riporta un'iscrizione che ricorda: El principio dil Domo di Milano fu nel anno 1386. Seguono i sarcofagi degli arcivescovi Ottone Visconti e Giovanni Visconti, opera di maestro campionese del primo 1300, su due colonne in marmo rosso di Verona e di Marco Carelli, che mecenate che alla fine del 1300 donò trentacinquemila ducati alla Fabbrica del Duomo per accelerare i lavori di costruzione. Alla sesta campata sono tre magnifici altari del Pellegrini sul primo dei quali si trova un pregevole quadro di Federico Zuccari: la visita di Sant'Agata in Carcere da parte di San Pietro. Notevole nel transetto destro è il monumento, opera di Leone Leoni, a Gian Giacomo Medici, detto il Medeghino, la cui l'effigie campeggia nel centro circondata da statue e bassorilievi. Interessante l'adiacente altare rinascimentale, di marmo, decorato con statue di rame dorato.
Di fronte al Mausoleo Medici è il «pezzo» più celebre di tutto il Duomo: il famosissimo San Bartolomeo Scorticato, opera di Marco D'Agrate, con la pelle gettata, come una stola, sulle spalle e sul corpo. Il complesso del presbiterio è un capolavoro del Tardo Rinascimento milanese formato dal coro con i suoi stalli lignei, il Tempietto del Pellegrini, i due pulpiti dai ciclopici telamoni rivestiti di rame e di bronzo, i due giganteschi organi. Il deambulatorio corre intorno al coro e vi si ammirano i portali delle due sacrestie, alcuni affreschi, fra i quali la Vergine dell'Aiuto, e la statua di Papa Martino V, opera quattrocentesca di Jacopino da Tradate. Nel transetto è il Candelabro Trivulzio che consta di due parti; un piede, tutto un intreccio di viticci, vegetali, animali fantastici, attribuito a Nicolas de Verdun (XIII secolo) e uno slanciato stelo a sette braccia, a volute e ricami della metà del 1500. Dopo altri tre altari del Pellegrini nella navata sinistra si trovano l'edicola Tarchetta dell'Amadeo, il monumento Arcimboldi dell'Alessi; romaniche figure di Apostoli in marmo rosso e infine il classicheggiante Battistero del Pellegrini. La prima campata è attraversata dalla lista di marmo e bronzo della meridiana. Nel mese di novembre, periodo dedicato a San Carlo Borromeo, vengono esposti i teleri ( i cosidetti "quadroni") della vita del Santo dipinti dal Cerano. I finestroni della cattedrale sono chiusi da vetrate istoriate che nascono col Duomo e furono via via implementate sino ai giorni.
L'esternoLa facciata è una sedimentazione di secoli di architettura e scultura italiana che va dal Tardo Rinascimento del Pellegrini al Barocco del Richini, allo pseudo-gotico napoleonico dell'Acquisti. L'impostazione tardo-rinascimentale è del Pellegrini, anche se nei dettagli si intravede il barocco nascente e la mano del Richini. Su questa base s'innesta il coronamento pseudo-gotico richiesto agli architetti del 1800 da Napoleone I in persona. Spiccano particolarmente le grandi statue relative all'Antico Testamento di Luigi Acquisti.
Il portale mediano è disegnato dal Richini, arricchito da sculture di G.B. Crespi e completato da porte di bronzo moderne. Una passeggiata intorno alla cattedrale permette di apprezzare l'infinito numero di sculture, di doccioni, di guglie, di archi rampanti. Sopra la selva di guglie si eleva la guglia del tiburio su cui nel 1700 è stata posata la Madonnina dorata, simbolo della città.
Uno sguardo particolare merita l'abside, la parte più antica, e più avanti la quattrocentesca guglia Carelli, la prima ad essere costruita.
La meridianaIn vicinanza dell'ingresso del Duomo, una striscia di ottone incassata nel pavimento attraversa la navata, risalendo per tre metri sulla parete di sinistra (a nord). Sulla parete rivolta a sud, ad una altezza di quasi 24 metri dal pavimento, è praticato un foro attraverso il quale, al mezzogiorno solare, un raggio di luce si proietta sulla striscia del pavimento. Ai lati della linea metallica sono installate delle lastre di marmo indicanti i segni zodiacali con le date di ingresso del sole. Lo strumento fu realizzato nel 1786 e modificato nel 1827 in seguito al rifacimento del pavimento del Duomo.
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