| J.K.Rowling non è in assoluto una grande scrittrice: è però una straordinaria tessitrice di trame ed un'eccellente creatrice di personaggi. Inoltre, se già non fosse autrice fantasy, il suo perfetto rigore per ciò che riguarda i particolari la renderebbe con ogni probabilità un'apprezzata giallista. Tutte queste queste ottime qualità si ritrovano magnificate nel volume 6 di Harry Potter, forse il migliore della serie: il romanzo presenta di nuovo quella ben orchestrata complessità che già aveva caratterizzato il vol. 4, e soprattutto recupera quel "sense of humour" che più in generale aveva caratterizzato i primi quattro capitoli della saga. Dopo la parziale "delusione" del vol. 5, questa è una boccata di ossigeno molto positiva. Interessante anche il fatto che ormai i ragazzi di Hogwarts stiano crescendo in fretta, non solo a causa di tutto ciò che devono affrontare nella loro militanza contro o pro Voldemort, ma anche per il naturale sviluppo che li coinvolge: in questo romanzo c'è ormai un turbinio di ormoni che di volta in volta può risultare buffo, intrigante, e persino commovente. Ovviamente nella storia non mancano nemmeno gli eventi cupi e drammatici, e alcuni di essi sono davvero terribili (che ne dite di Harry e Draco che provano a lanciare Maledizioni Senza Perdono?!): eppure l'insieme è così interessante che non si vorrebbe rinunciare nemmeno ad una pagina. In ogni caso è inutile negare che l'episodio più tragico in assoluto - la morte di Silente - sia un gran brutto colpo per il lettore. Per me personalmente è stato anche peggio, non solo perché da sempre ho ammirato Silente (e come sarebbe potuto accadere il contrario?!), ma anche perché - ebbene sì, lo confesso - il mio personaggio preferito, tanto nei romanzi come nei film, è il professor Piton. Lo trovo affascinante nella sua apparente ambiguità, nella sua eleganza, nel mistero che lo circonda: da tempo morivo dalla voglia di verificare CHI realmente fosse Piton e QUALE ruole rivestisse esattamente negli eventi della saga. Sì, forse possiedo una vena di perfidia, ma è anche un buon mago ed un abile occlumante: per tutto questo lo ammiro. Ora però, dopo la tragedia, l'unica cosa che mi conforta è il non aver creduto nemmeno per un attimo che Severus Piton sia realmente responsabile dell'uccisione di Albus Silente. Intendiamoci: non penso che la morte di Silente sia una finzione, anzi se così fosse rimarrei molto delusa: questa storia richiede un certo rigore, per cui un'onesta dipartita deve rimanere tale, e non seguire le deleterie tracce di qualche soap opera. Del resto già nel volume 1 proprio Silente affermava che la morte è solo un'altra grande avventura, per cui non trovo particolarmente sconvolgenti nemmeno tutte quelle "voci" che con sempre maggior insistenza parlano di una micidiale falcidia di personaggi alla fine del volume 7 prossimo venturo. Insomma, la lotta contro Voldemort non è mica uno scherzo! In relazione a Silente la questione mi sembra però un'altra: se il grande mago è morto in quel modo e in quel momento è solo perché lui stesso si è permesso di morire così. Probabilmente la cosa non era premeditata, anche perchè Silente non avrebbe mai lasciato volontariamente Harry a combattere da solo, ma, date le circostanze, la sua scomparsa è stata giudicata necessaria per non distruggere in un attimo tutto ciò che era stato faticosamente congegnato allo scopo di combattere e vincere Voldemort. Ho l'impressione che in questo non facile meccanismo Piton sia stato - e continui ad essere - un ingranaggio fondamentale: e allora (I pray for it!), quando sul bastione della torre Silente lo implora, guardandolo negli occhi, "Severus... ti prego...", non vuole chiedergli di risparmiare la sua vita, ma esattamente il contrario. A dispetto dell'ostilità nutrita dallo stesso Harry, Silente si è sempre fidato di Piton, ed io mi dico che per questo deve avere avuto motivi inoppugnabili, anche se noi non li conosciamo ancora. In definitiva, immaginate la difficoltà di suggerire a qualcuno "uccidimi" nelle circostanze in cui Silente lo fa con Piton... e poi immaginate lo stato d'animo (lo straordinario grado di amore e di obbedienza, ma anche il risentimento) di colui che si risolve ad eseguire con prontezza quell'ordine! A parte il recupero del passato di Voldemort e di Piton, a parte i nuovi personaggi, a parte la faccenda (magnifica!) degli horcrux, a parte l'armadio di Montague, credo che un episodio come quello della torre sarebbe sufficiente già da solo per fare del vol. 6 un romanzo bellissimo. Il vol. 7, che mi auguro non tardi troppo, sarà invece il romanzo più rapidamente letto in tutta la storia della letteratura mondiale. E non sarebbe una cattiva idea fare uscire contemporaneamente tutte le edizioni dei vari Paesi: ma temo che non saremo così fortunati...
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