Mostra Mantegna

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view post Posted on 3/10/2006, 10:40
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http://www.andreamantegna2006.it/ita/andrea_mantegna.html


io se riesco vado a vederla a Mantova



Note Biografiche
Andrea Mantegna nasce ad Isola di Cartura, piccolo borgo in provincia di Padova, nel 1431 come si evince dal testo dell’iscrizione (“Andreas Mantinea Pat. An.septem et decem natus sua manu pinxit M.CCCC.XLVIII”) della perduta pala di altare della chiesa di Santa Sofia a Padova.
A partire dal 1441 il giovanissimo Andrea risulta registrato a Padova come figlio adottivo del pittore Francesco Squarcione e iscritto alla fraglia dei pittori della città del Santo.

Dopo circa sette anni vissuti presso la casa–bottega dello Squarcione, nel 1448 il Mantegna scioglie il sodalizio con il maestro e firma il contratto – insieme ai colleghi Nicolò Pizolo, Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna – per l’esecuzione del ciclo di affreschi della Cappella della famiglia Ovetari nella chiesa degli Eremitani a Padova.
Nel corso della realizzazione della grandiosa opera ci furono diversi avvicendamenti che portarono il solo Mantegna a concludere il lavoro intorno al 1557.

Durante gli anni di lavorazione agli affreschi Ovetari, Andrea si impegna nella realizzazione di altri importanti opere quali la lunetta del portale maggiore della Basilica del Santo che rappresenta Sant’Antonio e san Bernardino da Siena che presentano il monogramma di Cristo terminata nel 1552 (Padova, Museo Antoniano), il polittico di San Luca per l’omonima cappella della Basilica di Santa Giustina (Milano, Pinacoteca di Brera), terminata e pagata nel 1454 e la grande tela con Sant’Eufemia datata sempre 1454 (Napoli, Gallerie Nazionali del Museo di Capodimonte).
Intorno al 1453 – 1454 il Mantegna si imparenta con la famiglia dei Bellini sposando Nicolosia la figlia di Jacopo.

Nel 1457, conclusi i lavori alla Cappella Ovetari, il Mantegna stava già intessendo trattative con Gregorio Correr, abate della Basilica di San Zeno a Verona, per la pittura della pala destinata a decorare l’altare maggiore della chiesa, dove tutt’ora si trova, ad eccezione delle tre tavole della predella che si trovano al Louvre di Parigi e al Musée des Beaux–Arts di Tours.

Intorno a questo periodo risalgono le prime documentazioni riguardo i pressanti solleciti da parte del marchese Ludovico Gonzaga per spingere il Mantegna a diventare pittore di corte.
Solo nel 1460 però il Mantegna decide di trasferirsi definitivamente a Mantova, dove rimane per tutta la vita, allontanandosi unicamente in due occasioni: una prima volta nel 1466 per un soggiorno a Pisa e a Firenze e fra il 1489 e il 1490 per andare a Roma, dove era stato chiamato a decorare la distrutta cappella di Innocenzo VIII al Belvedere.

A Mantova il Mantegna è impegnato nella decorazione della cappella privata di Ludovico Gonzaga a cui si fanno tradizionalmente appartenere il cosiddetto "Trittico" della Galleria degli Uffizi di Firenze e la Morte della Vergine oggi divisa tra il Prado di Madrid e la Pinacoteca Nazionale di Ferrara.
Tra il 1465 e il 1474 si colloca la decorazione della cosiddetta "Camera degli sposi" dedicata a Ludovico e Barbara Gonzaga.
Il successivo imponente lavoro del Mantegna, che si colloca durante il governo di Francesco II Gonzaga, è rappresentato dal ciclo di pitture su tela della rappresentazione dei Trionfi di Cesare in Gallia, oggi conservati nel palazzo di Hampton Court a Londra.

Nel 1496 il Mantegna espone la Pala celebrativa della vittoria di Francesco II Gonzaga nella battaglia di Fornivo, oggi al Louvre di Parigi.
L’anno successivo è datata la pala cosiddetta Madonna Trivulzio destinata all’altare maggiore della chiesa di Santa Maria in Organo di Verona, oggi conservata nel Civico Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano.
In questo stesso periodo è data testimonianza della collaborazione tra il Mantegna e Isabella d’Este, per la decorazione dello "studiolo" della marchesa nel castello di Mantova, a cui si fanno appartenere il cosiddetto Parnaso e la tela con Minerva che scaccia i vizi dal giardino delle virtù, oggi al Louvre di Parigi.

Francesco Correr da Venezia nel 1505 richiede ai Gonzaga la collaborazione del Mantegna per l’arredo del proprio camerino, il maestro, ormai vecchio portò a termine solo la prima tela commissionatagli L’introduzione del culto di Cibale a Roma (Londra, National Gallery).
La terza tela quasi terminata Favola del dio Como (Parigi, Louvre), alla morte di Mantegna nel 1506 fu ultimata da Lorenzo Costa.
 
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view post Posted on 6/11/2006, 08:26
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qui il resconto di Carmen che ha visitato la mostra :)

http://murettofreeforum.forumfree.net/?t=11945042
 
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view post Posted on 12/11/2006, 16:31
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ma che meraviglia la mostra, ve la consiglio assolutamente il resoconto di tutta la giornata a Mantova e' qui:
http://murettofreeforum.forumfree.net/?t=1...stpost#lastpost

vi riporto la parte che riguarda i quadri

Abbiamo avuto qualche ritardo nell’entrare alla mostra per una serie di disguidi ma finalmente alle 17.30 con mezz’ora di ritardo siamo entrati, avevamo la guida, una signora davvero preparata e anche simpatica, la prima parte della mostra e’ dedicata agli allievi del Mantegna ed abbiamo dato una rapida occhiata mentre del Mantegna c’erano circa venti quadri, inutile dire che il piu’ ammirato era il Cristo Morto, la guida ci ha fatto notare una cosa, se lo guardi di lato lo vedi normale perfettamente proporzionato ma quando ci sei davanti la prospettiva non e’ esatta, infatti lei ci ha spiegato che se lui avesse dovuto fare la prospettiva esatta in primo piano ci sarebbero stati i piedi e il resto del corpo sarebbe in secondo piano siccome sarebbe stato irriverente riprendere un Gesu’ con dei piedi enormi lui ha cambiato la prospettiva infatti si nota che dai fianchi la figura invece di stringersi si allarga, e’ cmq un quadro bellissimo, poi ci ha fatto vedere tre Madonne dipinte sempre con Gesu’ bambino in braccio che sono stupende, i dettagli sono a dir poco favolosi perche’ dietro le spalle della Madonna di uno dei si vedono in lontananza gli scalpellatori di pietre, che sono sempre presenti ne i suoi quadri, ed in una addirittura due donne che camminano in un sentiero ad una di queste il vento alza la gonna scoprendo la caviglia, e’ dipinto in maniera stupenda, sembrano vere e considerate che sono piccolissime, saranno alte 1 cm…… e’ tutto perfetto dalla figura in primo piano ai piccoli dettagli.
In un quadro la prospettiva e’ bellissima perche’ c’e’ la Madonna con Gesu’ in braccio e a destra dietro di lei ci sono gli scalpellatori e una roccia tutta frastagliata e molto buia,dall’altra parte la roccia e’ meno fratagliata e all’orizzonte si vede una luce ,quindi si passa dalle tenebre alla luce e alla base, come in quasi tutti quadri, la spaccatura della roccia, come se fossero dentro ad una grotta, il richiamo alla roccia c’e’ quasi sempre nei quadri del Mantegna.
Poi ci sono dei dipinti fatti in stile bronzo e marmo, raffigurano fatti della mitologia, quello in marmo e’ impressionante perche’ sembra marmo vero ed invece sono colori.
Un altro Gesu’ sorretto da due angeli, e’ bellissimo perche’ sul suo corpo la luce e’ favolosa, tanto che sembra una statua, Mantegna amava la scultura poi la prospettiva e’ bella peche’ in alto ci sono le ali degli angeli che puntano in fuori, in basso ci sono i pollici di Gesu’ riverso sugli angeli e che puntano in basso e l’occhio cade al centro sull’ombelico, quindi Gesu’ ombelico del mondo, Gesu’ che nella luce….. c’e’ anche un Gesu’ molto strano, ha un viso cupo, sembra quasi depresso, e’ strano perche’ in realta’ non e’ morto perche’ non porta i segni della passione e non e’ nemmeno risorto perche’ quel visto e’ lugubre, insomma un ritratto irriverente, la guida poi ci ha spiegato che il Mantegna era uno un po’menoso, infatti nel castello e’ pieno di lettere di lui che si lamenta per delle cavolate, tipo, “le mucche sono entrate nel mio giardino, mi hanno rubato due patate etc etc”
Da alcuni dipinti, mi pare fossero dei suoi allievi, si puo’ notare che una delle mogli dei Gonzaga, non chiedetemi quale, ha conosciuto Leonardo, infatti lei voleva farsi fare un ritratto dal Mantegna ma lui l’ha dipinta come lei e’ ovvero bassina, grassa e non bella e quindi lei aveva rinunciato poi passo’ Leonardo da Mantova e lei divenne sua amica, pare ci fossero tantissime lettere nelle quali lei lo stressa per questo ritratto ma non e’ mai riuscita ad ottenere quello che voleva cosi’ si e’ fatta ritrarre da uno degli allievi del Mantegna, in questo quadro infatti e’ bella e la posa ricorda molto la Gioconda, e’ probabile che lei abbia visto il quadro e abbia chiesto di essere ritratta cosi’, un altro quadro ricorda molto la Dama con L’ermellino. A fine mostra abbiamo visto anche un quadro del Correggio una donna, vedova, che porta in mano un calice con una scritta strana, e che guarda in modo ammiccante, praticamente lei e’ vedova ma dalla scollatura e dallo sguardo si capisce che e’ pronta ad andare oltre e la scritta sulla bacinella che porta (mi pare fosse il nome di una sorta di droga) manda un messaggio che dice “e’ vero soffro ma la sofferenza fara’ sempre parte della vita”
 
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2 replies since 3/10/2006, 10:40   98 views
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