Zanardi: "Sarà come tornare a casa", Non tornerei in F1 però...

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Aprutino
view post Posted on 3/11/2006, 18:06




A cinque anni dall'incidente che gli costò l'amputazione delle gambe, Alex Zanardi a fine novembre, a Valencia, tornerà su una F1, la Bmw. "E' nato tutto per scherzo. Dietro però c'è la mia grande passione, sarà come ritrovarsi nel salotto di casa". Sul futuro: "Non tornerei a correre in F1, una questione d'età. Ma una gara ogni tanto con la terza vettura del team...Però dovrebbero cambiare i regolamenti".


Sono passati sette anni dall'ultimo giro di pista al volante di una F1 (41 i Gp disputati in carriera con Jordan, Lotus e Wiliams) e da allora di cose ne sono cambiate parecchie. La sua stessa vita è cambiata radicalmente da quando, cinque anni fa al Lausitzring, un drammatico incidente gli costò l'amputazione di entrambe le gambe. Da allora per Alex Zanardi è iniziata una nuova vita, una nuova sfida che gli ha riservato certamente sofferenze ma anche grandi gioie, merito soprattutto della sua forza di volontà e del suo carattere che davanti ad una simile tragedia gli hanno permesso di guardare avanti. E dopo il ritorno alle corse nel Mondiale Turismo, il 40enne bolognese i prossimi 25 e 26 novembre, in occasione delle finali di Formula BMW a Valencia, tornerà al volante di una monoposto di F1.

Alex Zanardi, come è nata l'idea?
"E' nata per caso. Ero a tavola con Mario Theissen (capo team Bmw) e scherzando gli ho chiesto quando mi avrebbe fatto provare una sua vettura per vedere quanto veloce potesse andare. Da lì ha preso corpo l'idea che però non è mai stata una priorità, ma ora che il loro campionato è finito abbiamo avuto tempo e modo per organizzare tutto. L'intenzione è soltanto quella di fare una cosa simpatica e vedere se riusciamo a portare un handicappato su una Formula1. Ecco, diciamo che è la testimonianza di quanto può la forza di volontà. La Bmw è brava a fare le migliori macchine sul mercato, ora si tratta di mettere la tecnologia a disposizione dell'uomo".

Probabilmente è una domanda che si è sentito fare mille volte, ma perché lo fa?
"La gente lo vede come un sacrificio, una sofferenza e spesso mi chiede se sono pronto ad affrontare una simile battaglia. Ma tutto questo non esiste, per me non si tratta affatto di una battaglia o di un sacrificio. Questo sarà solo un test, per giunta su un'auto bellissima. E' vero che il mio è un lavoro, ma non dimentichiamo che nasce da una grande passione. Ora mi offrono la possibilità di calarmi in un abitacolo di una splendida vettura come se a un signore qualunque venisse offerta la possibilità di guidare una Bmw M5, la più veloce auto su strada. Quindi per me è soltanto un piacere".

Si tratterà soltanto di un episodio fine a se stesso o ci potrebbero essere degli sviluppi futuri?
"A priori non posso escludere altre esperienze, ma chiariamo subito. Se la domanda è: "Te la sentiresti di correre nel campionato di F1?", la mia risposta è no. Non perché mi manchino le gambe, più semplicemente perché non ho l'età per farlo. Però se mi chiedessero di correre a Monza...Certo la Federazione dovrebbe cambiare i regolamenti, e si tratta di fantascienza, ma se permettessero di schierare la terza vettura a Monza, perché no? Con questo spirito lo farei, una gara di tanto in tanto".

Che sensazioni pensa potrà darle salire di nuovo su una F1 dall'ultimo Gp del 1999?
"Ognuno di noi coltiva delle passioni e ciascuna passione porta a delle gratificazioni. A me piace fare questo paragone: un musicista suona per passione, ma se questa passione un giorno gli venisse portata via, che ne so perché magari sperduto su un'isola deserta, appena tornato alla vita quotidiana, dopo aver riabbracciato i suoi cari, vorrebbe tornare a suonare e ritrovare quella gioia rapitagli per lungo tempo. Per me è la stessa cosa, io ho avuto la fortuna di poter guidare delle F1 e ora mi si dà l'occasione di rifarlo. Sarà come ritrovarsi a casa, nel proprio salotto di cui si conosce a memoria l'arredamento".

Esistono comunque dei problemi tecnici legati al suo handicap, come saranno risolti?
"Il vero problema è rappresentato dall'abitacolo, ma verranno utilizzate le tracce guida già sperimentate dalla Bmw nel campionato Turismo. Acceleratore e frizione li regolo con le mani. Per quanto riguarda il freno, il piede della mia protesi è ancorato al pedale e con l'anca spingo quello che resta della mia gamba. Più o meno utilizzeremo lo stesso sistema, se poi sarà efficace questo sarà da scoprire e il test servirà anche a questo".

In alcune sue dichiarazioni lei sottolinea la differenza di mentalità fra gli Stati Uniti e l'Italia nei confronti dei disabili. Cosa pensa dovrebbe o potrebbe fare lo sport per migliorare la situazione?
"Già il fatto di parlarne è una grande cosa. Infatti tutte le volte che se ne parla si fa un servizio alla disabilità e questo è lo scopo principale, perché solo chi è handicappato può capire nel concreto cosa si dovrebbe fare e come lo si dovrebbe fare. Non si chiede a chi progetta le strutture di conoscere tutto il mondo degli handicappati, non sarebbe possibile perché si tratta di una comprensibile ignoranza. E quindi parlarne aiuta, altrimenti il rischio è che i portatori di handicap si chiudano in casa. Ecco, diciamo che forse io faccio un servizio in questo senso, forse contribuisco a far sentire i portatori di handicap più orgogliosi di se stessi perché io sono uno di loro. Il talento vero risiede nella testa, e successivamente sta nelle braccia e nelle gambe che sono un mezzo per concretizzarlo. Con piccoli accorgimenti tutto è possibile e più gli handicappati parlano delle proprie storie, più danno coraggio a chi invece è pessimista".

Si è appena conclusa una stagione di F1 densa di significati. Schumacher ha dato l'addio e si prepara a ricoprire un nuovo ruolo. Pensa che avrà tanto successo quanto in pista?
"E' difficile da dire, ma Schumi ha fatto così tanto nella sua carriera che qualsiasi ruolo ricoprirà gli starà stretto anche se ha avuto la fortuna, il merito e la capacità di chiudere la carriera in ascesa. Si è sempre superato e adesso dire che per lui sarà frustrante lavorare lontano dalle piste e che cadrà in depressione sarebbe troppo facile. Io credo che ci voglia talento, capacità e testa sulle spalle per fare quello che lui ha fatto ma nella sua carriera ha sempre dimostrato di prendere le decisioni migliori. E con le sue capacità non si farà certo trovare spiazzato da una nuova esperienza".

E Raikkonen, il suo successore?
"Kimi dovrà raccogliere un testimone molto pesante, ma è dotato di un talento smisurato ed è perfetto per il ruolo che andrà a ricoprire. Lui guida facile, la fa sembrare la cosa più semplice del mondo, posso solo dire che tra poco avremo le risposte, ma sono convinto che è uno dei più indicati per questa sucessione. Altri piloti hanno talento, ma in questa situazione, quella del dopo Schumi, faticherebbero e si troverebbero in difficoltà".

Quali sono i talenti su cui si sentirebbe di puntare?
"Non perché sono piloti Bmw, sia chiaro, ma credo che Kubica e Vettel abbiano dimostrato in pista quello di cui sono capaci. Sono molto promettenti e vanno seguiti. Poi ci sono Kovalainen ed Hamilton, ma sono da valutare perché finora hanno dimostrato il loro valore in GP2, e in Formula1 è molto diverso".

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