57th Berlin International Film Festival, 8-18 frebbraio 2007

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view post Posted on 14/2/2007, 12:34
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Dench-Blanchett, scandalo a Berlino
Applausi per il film fuori concorso


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A Berlino la critica ha accolto con scroscianti applausi "Diario di uno scandalo" film fuori concorso con Judi Dench e Cate Blanchett che ha ricevuto quattro nomination all'Oscar. La pellicola di Richard Eyre, il 23 in Italia, parla del rapporto morboso e dal sapore lesbo tra due donne: Barbara (Dench), insegnante autoritaria e avvizzita che si risveglia all'arrivo di una collega assai più giovane, Sheba (Blanchett).

La 72enne Dench ha trasformato la conferenza stampa in un fuoco di battute. "Seguirò la cerimonia (degli Oscar, ndr) dal mio letto - ha detto, - sono molto superstiziosa: ho dei rituali che devo seguire ogni sera, affinché niente mi vada storto".

Ad accompagnarla a Berlino una bellissima Cate Blanchett che ha giurato di non pensare che l'Oscar possa cambiare la vita: insomma, pur acclamatissime le due candidate per "Diario di uno scandalo" non pensano alla famigerata statuetta. Forse anche perché l'hanno già vinta: la prima per "Shakespeare in Love", la seconda per "The Aviator".

Il film che è stato presentato a Berlino fuori concorso, è tratto dal bestseller di Zoe Heller "La donna dello scandalo". Parla di due donne, due diversi tipi di solitudine, uno scandalo, un gioco al massacro tra veleni e bisogno d' amore. In una modesta scuola superiore dell'hinterland londinese, la vita agra, solitaria e senza emozioni di Barbara (Dench), insegnante autoritaria e avvizzita, è risvegliata dall'arrivo di una collega assai più giovane, dinamica ed empatica, Sheba (Blanchett). Ormai abituata allo "sgocciolio della solitudine" e alla mortificazione di "non essere mai stata toccata", come annota lei stessa nel diario, Barbara crede di trovare nella disponibile Sheba l'amica, la confidente e forse l'amante che ha sempre voluto. Tutto comincia con un invito per un tè delle cinque...

Ma le vite, le aspettative, i desideri delle due donne non sono sincronizzati. Sheba è insoddisfatta e frustrata, ma indiscutibilmente eterosessuale e crede di potersi sentire di nuovo viva iniziando una improbabile ma travolgente relazione con uno studente di 15 anni. Barbara, offesa e rabbiosa, minaccia di rivelare tutto al marito di Sheba e al direttore della scuola. "Già il romanzo mi aveva colpito moltissimo - racconta la Dench. - La prospettiva poi di scavare nella psiche umana con una storia così dolorosa era assolutamente irresistibile... Ho provato una grande immedesimazione col mio personaggio. Anche io, quando mi è morto il gatto, gli ho fatto il funerale". Il catastrofico intreccio di affetti solleva l'interrogativo sulla legittimità di inseguire l'amore ad ogni costo. "Il problema - dice la Blanchett - risiede nell'accezione che diamo a questo sentimento. Nel caso di Sheeba, a muoverla è un'inconscia spinta all'autodistruzione".

La morale del film? La Dench non ha dubbi: "Che bisogna lasciare la gente in pace e non invitare nessuno per il te'".



Berlino, ovazioni per la Faithfull
Interpreta una nonna "a luci rosse"


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Alla fine della proiezione di Irina Palm diretto da Sam Garbarski con Marianne Faithfull, in concorso alla Berlinale, tutti i presenti in sala hanno tributato dieci interminabili minuti di applausi e una standig ovation all'attrice-cantante. La Faithfull veste i panni di una nonna che va a lavorare in un locale sexy per poter raccogliere soldi per il nipote malato. In molti scommettono che andrà a lei il premio come migliore interprete.

La vita della donna, inizialmente disoccupata, viene completamente stravolta dalla malattia del nipotino. E pur di pagargli un costosissimo intervento in Australia si imbatte nel "Sexy World" e accetta un degradante ruolo di hostess. In gergo, come le spiegano, significa però che dovrà anche soddisfare le richieste dei clienti: "Non mi considero conformista - dice l'attrice- ma non credo che riuscirei mai ad arrivare a tanto. Eppure capisco la mia Maggie: l'amore per il nipote è per lei come quello di un figlio".

Principalmente nota per la sua carriera musicale, la Faithfull non nega le enormi difficoltà incontrate per il film: "Per calarmi nella parte ho dovuto prima resettare qualsiasi mia precedente esperienza. Alcune scene sono state particolarmente sgradevoli. Niente, però, rispetto a quanto vivano nella realtà queste donne. Ho parlato con molte di loro e quelle che raccontano sono storie di vera disperazione".

Ad avvicinarla al film, racconta Garbarski, è stata la sua partecipazione a "Marie Antoinette" di Sofia Coppola: "Ho letto un articolo su di lei mentre ero in aereo. Appena atterrato ho chiamato il mio produttore e il suo nome ha subito messo d'accordo tutti".

Nel dramma del film, acquistato per l'Italia della Teodora, non manca però anche uno spiraglio di luce e speranza: "Fra le cose più belle e toccanti è l'amore fra il mio personaggio e il gestore del sexclub - specifica l'attrice - il fatto che sbocci nello squallore e nella disperazione, rappresenta simbolicamente la possibilità di continuare a sognare".

"Non mi interessava documentare gli squallidi ambienti del business del sesso -dice il regista Garbarski- quanto raccontare il percorso di questa donna e l'amore che la spinge".

Nonostante la durezza della storia, la regia segue la parabola della protagonista con estremo pudore: "Ho deliberatamente adottato una prospettiva rispettosa e delicata - conclude Garbarski -, proprio per rispecchiare l'atteggiamento e la buona fede, che guidano la protagonista nelle sue scelte".

 
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