Il giallo di Garlasco, arrestato Stasi

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view post Posted on 25/9/2007, 07:28
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Garlasco, fermato Alberto Stasi
Per l'omicidio di Chiara Poggi


Alberto Stasi è stato fermato nelle indagini per l'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto. Fino a oggi, Stasi era l'unico indagato. Non si conoscono ancora le ragioni del fermo del giovane, accusato di omicidio volontario aggravato, lo stesso reato contestato nell'avviso di garanzia notificatogli il 20 agosto. Il giovane, sotto torchio per quattro ore, avrebbe ribadito di essere innocente.

Il legale è a Vigevano, sede della Procura che indaga sull'omicidio della ragazza. Alberto è stato interrogato per quattro ore nella caserma dei carabinieri di Vigevano. Il fidanzato 24enne della vittima, laureando alla Bocconi, era stato indagato dopo che nella sua deposizione gli inquirenti avevano colto alcune incongruenze. Era stato proprio il giovane a trovare Chiara morta nella villetta della famiglia, mentre i genitori erano in vacanza. Il delitto e l'attenzione mediatica che ne è conseguita hanno sconvolto l'estate alla cittadina in provincia di Pavia.

Le "prove" a carico di Alberto
Il provvedimento restrittivo - riferisce l'agenzia di stampa Ansa - sarebbe scattato perché per inquirenti e investigatori, dopo gli indizi, ora ci sarebbero "prove" a carico di Alberto Stasi. In particolare, sarebbe stato trovato qualcosa che collega il giovane laureando all'omicidio della fidanzata. Decisivi i risultati delle ultime analisi condotte dai Ris. In particolare, secondo un investigatore, "un indizio si sarebbe trasformato in una prova". "Ora - ha spiegato il procuratore capo di Vigevano Alfonso
Lauro - abbiamo delle prove e non più solo degli indizi".

Il sangue di lei sulla bicicletta del fidanzato
Una delle prove che hanno convinto gli inquirenti a dare una svolta alla vicenda dell'omicidio di Garlasco sarebbe, secondo indiscrezioni, il ritrovamento di tracce del Dna di Chiara Poggi su una delle biciclette sequestrate il 20 agosto durante la perquisizione in casa Stasi. Nel corso degli esami del Ris e dei consulenti di parte, sulla bici - così come sulle auto - erano emerse minime tracce positive al Luminol.

La mamma di Chiara: "Il fermo amplifica il nostro dolore"
"La soluzione peggiore che amplifica il nostro dolore". Rita Preda, la madre di Chiara Poggi ha commentato con queste parole il femo di Alberto Stasi. "E' quanto di più doloroso potesse accadere" ha replicato quando è stata informata dal suo legale Gianluigi Tizzoni del provvedimento a carico del ragazzo. "Se è vero, è come se Chiara fosse stata uccisa una seconda volta", ha concluso.

Il padre di Alberto aggredisce una fotografa
Nicola Stasi, il padre di Alberto, ha aggredito una fotografa davanti alla sua abitazione a Garlasco. Stasi, insieme alla moglie, avevano appena lasciato la caserma di Vigevano dove da ore si trova il figlio Alberto in stato di fermo. L'uomo avrebbe più volte colpito la fotografa di 20 anni circa con la macchina fotografica. Colpi inferti con violenza contro la testa della fotografa che ha riportato un'ecchimosi. Il padre ha poi fatto rientro nell'abitazione da dove non è più uscito.

Stasi trasferito in carcere
Il giovane accusato dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi è stato trasferito nel carcere di Vigevano. Stasi ha lasciato la caserma dei carabinieri a bordo di un'automobile dell'Arma. Due ali di folla hanno accompagnato l'uscita del mezzo. Alcune delle decine di curiosi assiepatisi davanti alla caserma gli urlato epiteti come "bastardo!" e "assassino".
 
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view post Posted on 25/9/2007, 08:18
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io non so veramente cosa pensare, questo giallo mi colpisce da vicino perche' Garlasco non dista molto da Pavia ed e' poco piu' che un paesotto e quindi mi viene da pensare che poteva capitare a chiunque delle persone che conosco

non so se Alberto e' colpevole ma se davvero lo e' allora e' veramente un bas**rdo perche' la sua freddezza mi spaventa davvero
 
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BreeVanDeKamp
view post Posted on 25/9/2007, 08:30




Ci sono molti punti oscuri in questa vicenda, chissà se si raggiungerà ad una piena verità....quando i misteri si infittiscono, senza una confessione non sapremo mai cosa sia accaduto!
 
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BreeVanDeKamp
view post Posted on 26/9/2007, 10:31




Il verbale del giallo di Garlasco
Su Libero l'interrogatorio di Stasi
Il Pm dott.ssa Muscio Rosa, Sost. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vigevano, Visti gli atti del procedimento penale nei confronti di Stasi Alberto, nato a Milano il 6.7.1983, per il reato di seguito indicato:
-perché cagionava la morte di Poggi Chiara colpendola al capo e al volto con numerosi colpi inferti con un corpo contundente.
-Con l'aggravante di aver adoperato sevizie e aver agito con crudeltà verso la vittima costituite dall'efferatezza dell'azione omicidiaria, per il nu-mero e l'entità delle ferite inferte.
-Fatto commesso in Garlasco il 13.8.2007.


GRAVI INDIZI DI COLPEVOLEZZA
Sussistono gravi indizi in ordine al fatto che il medesimo si sia reso responsabile del reato sopraindicato. Il giorno 13.8.2007 veniva rinvenuta cadavere, nella sua abitazione sita in Garlasco via Pascoli, 8, Poggi Chiara, attinta da numerosi colpi alla testa inferti con un corpo contundente. II corpo veniva trovato sulle scale che conducono alla taverna dell'abitazione vestita con un pigiama di colore rosa. Dalle numerose tracce di sangue presenti nel salone, nell'ingresso e nel disimpegno antistante la scala che conduce nella tavema era evidente che l'aggressione fosse avvenuta tra il salone e l'ingresso e che il corpo fosse stato successivamente trascinato fino alla porta della taverna (qui verosimilmente appoggiato alla porta della taverna per consentire di aprirla e nuovamente colpito) per essere successivamente spinto giù dalle scale della taverna.
Il rinvenimento del cadavere avveniva a seguito della segnalazione di Stasi Alberto, fidanzato della vittima, il quale alle ore 13,50 circa si presentava presso i Carabinieri di Garlasco riferendo di avere trovato poco tempo prima il corpo della fidanzata all'interno dell'abitazione.
Stasi, nel verbale di sommarie informazioni del 13.8.2007, alle ore 16,00 e alle 23,45 riferiva che verso le 13,40 si era recato presso l'abitazione di Poggi Chiara in quanto la stessa durante la mattinata non aveva mai risposto alle sue telefonate, sia sul telefono fisso sia sul telefono cellulare. Giunto presso l'abitazione a bordo della sua autovettura Volkswagen Golf e dopo avere effettuato ulteriori tentativi di contattare la fidanzata, dichiarava di aver scavalcato il muretto di cinta, di essere entrato nell'abitazione, avendo trovato la porta chiusa ma non a chiave. Una volta entra-to raccontava di essersi portato nella saletta in fondo ove aveva visto la televisione accesa e di non aver trovato Chiara all'intemo di tale stanza. Quindi di aver controllato all'intemo del bagno e del garage. E mentre stava per portarsi al piano superiore si ricordava della presenza della taverna/ cantina e vedendo la porta della stessa chiusa cercava di aprirla.
Riferiva di aver impugnato il pomello della porta cercando di aprirla tirandola verso sinistra come fosse una porta a scomparsa (a scrigno) e di non esservi riuscito. Quindi di avere appoggiato la mano sulla parte centrale della porta spingendo verso l'intemo cosicché la porta si apriva.


IL CORPO IN FONDO ALLA SCALA
Diceva quindi di essere sceso di un solo gradino, di non avere acceso la luce, di aver constatato la presenza di sangue e di aver visto il corpo di Chiara lungo le scale con la testa verso il basso rispetto ai piedi, con le gambe leggermente allargate, con indosso un pigiama rosa composto da una maglietta a mezza manica e un pantaloncino corto. II volto della vittima, dalla parte destra, non era coperto di sangue né da capelli e quindi era abbastanza visibile tant'è che ne constatava il colore nitido della pelle. Quindi riferiva di essere uscito quasi correndo, non chiudendo la porta ma il cancello, di essere salito sulla sua autovettura, di aver chiamato il 118 e di essersi portato presso i Carabinieri.
Precisava che in tutti i movimenti fatti all'intemo della abitazione in cui aveva trovato la fidanzata, non aveva posto attenzione a dove metteva i piedi e si era spostato "con passo veloce quasi correndo". Nelle dichiarazioni rese in qualità di persona informata sui fatti davanti a questo Pm in data 17.8.2007 ribadiva, quanto al rinvenimento del cadavere la stessa versione, in particolare, diceva:


HO SUONATO A VUOTO TRE VOLTE
«Quindi mi sono portato a casa di Chiara con la mia Golf che ho parcheggiato davanti al cancello pedonale. Mi ricordo che non c'erano altre macchine nella strada e non ho visto né autovetture, né altri veicoli e né persone uscire dalla via dove abita Chiara. Sono sceso dalla macchina e ho suonato il citofono credo per tre volte, di cui ricordo una prolungata. Non mi ha risposto nessuno. Ho quindi provato a telefonare dal mio cellulare sia sull'utenza cellulare diChiara sia sull'utenza fissa facendoli squillare insistentemente tanto da sentire i loro squilli dall'esterno. Non ho avuto risposta. Ho chiamato a voce alta Chiara ma non rispondeva; mi sono spostato verso destra rispetto al cancello per vedere se fosse in giardino magari a prendere il sole. Non ho visto nessuno. Mi sono spostato di nuovo verso sinistra avvicinandomi al cancello carraio e abbassandomi per vedere se c'era l'auto di Chiara. Non ho visto l'auto. Ho chiamato ancora a voce alta la Chiara ma non ho avuto risposta. Sempre mentre mi trovavo fuori, ho notato che la porta d'ingresso era chiusa mentre la porta finestra della cucina era aperta verso l'interno, la zanzariera abbassata e c'era l'inferriata in metallo nero chiusa. Avevo notato che le persiane della della sala erano chiuse così come le persiane della della cucina.
Ho quindi deciso di scavalcare il muro di cinta. Preciso che detto muro, dell'altezza di circa due metri, alterna la parte in muratura con spazi in cui è allocata un'inferriata che parte da un muretto di altezza di circa 50-60 centimetri. Ricordo di essere salito sul muretto basso in un punto dove era situato un vaso che ho cercato di spostare, ma constatando che lo stesso era legato alla parte
metallica ho appoggiato il piede sopra. Ho scavalcato il muro e attraversando il giardino mi sono avvicinato alla porta finestra della cucina; ho guardato all'interno e ho richiamato ad alta voce Chiara senza avere risposta. Mi sono spostato in direzione della porta d'ingresso provando ad aprirla. La porta si è aperta azionando la maniglia in quanto non aveva alcuna mandata. La prima cosa che ho visto è stata la tv accesa nella saletta in fondo al corridoio. Il mio primo istinto è stato di andare in quella direzione.



IL SANGUE SUL PAVIMENTO
Avrò fatto un passo o due e ho notato una macchia di sangue in basso alla mia sinistra molto vicina alla porta della cucina. La stessa era sul muro dove lo stesso si unisce al pavimento e proseguiva sul pavimento stesso. Per terra in prossimità di questa macchia ho visto due oggetti: uno era nero, mi sembrava in ferro battuto e mi sembrava un porta vaso o qualcosa di simile ma non l'ho osservato con attenzione e con la coda dell'occhio ho visto un altro oggetto che mi sembrava di forma allungata e di colore chiaro quasi legno. Praticamente sono corso nella salettina in fondo, tra la corsa ed un passo veloce. Non ho guardato dove mettevo i piedi però avevo visto che la macchia di sangue prima descritta si prolungava verso la saletta. Quindi quando ho corso per andare verso la saletta mi sono mantenuto nella parte centrale o comunque verso destra del corridoio. Ho dato un'occhiata veloce nella saletta e ho visto che non c'era nessuna persona. La tv era accesa mentre la luce della stanza era spenta. Ricordo che la saletta era un po' illuminata dalla luce della tv e da quella che filtrava dalle persiane. Ho aperto la porta del bagno che non ricordo se fosse chiusa o socchiusa. Non ho visto nessuno in bagno. Dove non sono entrato. Mi sono girato verso sinistra e ho controllato la porta del box. Ma Chiara non c'era. Quindi mi sono girato e stavo dirigendomi al piano di sopra.
In tutti i movimenti che ho appena descritto non ho guardato dove mettevo i piedi. La porta della cantina era chiusa; ho provato ad aprirla prendendo la maniglia posta alla destra per chi guarda la porta e ho applicato una forza da destra verso sinistra pensando che si trattasse di una porta a soffietto o a scrigno o meglio che scorre nei muri. Ho visto che non si apriva; quindi ho appoggiato la mano sinistra spingendo verso l'intemo mentre con la mano destra continuavo ad applicare la forza da destra verso sinistra.
La porta quindi si è aperta. Non ho acceso la luce. Ho visto una macchia di sangue leggermente ubicata alla mia destra sul tratto di muro che si congiunge con i gradini della scala. Mi sono fermato un istante e ho sceso due gradini circa; mi sono inclinato in avanti e guardando verso sinistrale scale ho visto il corpo di Chiara. II corpo era a pancia in giù con la testa verso la fine della scala e i piedi verso la parte alta. L'ho vista con il pigiama rosa, aveva le gambe leggermente allargate e la testa girata verso il muro con il viso sinistro appoggiato suo gradino della scala Ho notato solo che la macchia di sangue si prolungava sui primi gradini davanti a me.

RICORDO UNA PARTE DEL SUO VISO
Ho visto abbastanza il viso di Chiara, ricordo una parte bianca. Appena l'ho visto sono scappato. Mi sono girato per risalire i gradini e sono andato di corsa, senza guardare dove mettevo i piedi, verso la porta d'ingresso. Nel mentre cercavo il mio cellulare che avevo nei pantaloni. Giunto all'ingresso ho aperto il cancello pedonale azionando il dispositivo ubicato sul muro alla destra della porta d'ingresso. Sono quindi uscito lasciando aperta la porta d'ingresso. Nel mentre ho composto il n. 118 sul mio cellulare ma ho sbagliato tasto nel senso che non ho azionato il tasto per l'invio ma quello che cancella il numero digitato. Sono uscito dal cancello pedonale e l'ho chiuso in quanto ho pensato che non potevo lasciare tutto aperto avendo già lasciata aperta la porta d'ingresso. Sono salito sulla mia Golf, ho avviato il motore e ricomposto 118 o forse il contrario. Per uscire dal viale mi sono diretto per alcuni metri verso il fondo della strada. Ho fatto in versione e sono uscito verso la caserma dei Carabinieri. Mentre guidavo parlavo con l'operatore del 118, non ricordo se fosse un uomo o una donna. Ricordo che sono arrivato in caserma mentre ancora parlavo con l'operatore del 118. Ricordo di aver detto all'operatore del 118 che mi serviva un'autoambulanza alla via Giovanni Pascoli. L'operatore mi ha chiesto il numero civico ma io non me lo ricordavo e gli ho detto che non lo ricordavo e allora gli ho detto forse 29. L'operatore mi ha chiesto cosa fosse successo e io ho detto "ho trovato una ragazza, c'era tanto sangue e che credevo che l'avessero accoltellata". L'operatore mi ha chiesto l'età della ragazza e gli ho detto che aveva 26 anni. Se non sbaglio l'operatore mi ha anche chiesto come facevano a trovare la casa e io ho detto che la strada era chiusa e che sicuramente avrebbero visto i carabinieri perché io ero arrivato in caserma. Non ricordo altro della telefonata".


ECCO COSA CREDO DI AVERE VISTO
Stasi Alberto si presentava spontaneamente davanti a questo pm in data 22.8.2007 e in qualità di persona sottoposta ad indagini confermava integralmente circa le modalità di ritrovamento del cadavere e su quanto lo stesso avesse fatto la mattina del 13.8.2007 la versione resa nei verbali di sit sopra indicati. Precisava unicamente che la descrizione da lui fatta nei menzionati verbali della posizione del corpo di Chiara, dell'abbigliamento e del particolare del volto non era "quanto da lui visto ma quanto lui pensava di aver visto".
Dalle analisi condotte dai consulenti tecnici nominati da questo pm è emerso che sulla bicicletta marca Umberto dei Milano, sequestrata allo Stasi in data 20.8.2007 all'interno della sua abitazione, sono state rinvenute tracce di sangue riconducibili alla vittima. In particolare nella relazione preliminare sugli accertamenti biologici effettuati sui campioni prelevati dai pedali della bicicletta sopra indicata (vedi verbale delle operazione tecniche del 11.9.2007) si evidenzia che il profilo del Dna estratto dai campioni stessi è riconducibile al di là di ogni ragionevole dubbio al profilo genetico di Chiara Poggi, come dettagliatamente indicato nella relazione preliminare datata 24.9.2007 che qui riporta "i primi rilievi effettuati in data 11 settembre 2007 sui pedali della bicicletta da uomo di colore marrone bordeaux, marca "Umberto dei Milano" sono stati sottoposti agli accertamenti biomolecari come unico campione, preliminarmente siglato come campione bu_p. Detto campione è stato sottoposto ad estrazione del Dna e a successiva purificazione e quantificazione tramite Real Time. II Dna così estratto ha mostrato una concentrazione di circa 2,8 ng/ul di solo Dna femminile.
La successiva fase di caratterizzazione molecolare ha permesso di ottenere un profilo genetico riconducibile, al di là di ogni ragionevole dubbio, alla vittima Poggi Chiara. Alla luce dei risultati ottenuti i pedali della bicicletta in esame sono stati smontati e sottoposti ad una attenta ispezione tramite il microscopio binoculare. Detta ispezione ha messo in luce su entrambi i pedali delle microtracce di consistenza ematica, di variaforma, di lunghezza pari a 3 mm di colore rosso, che sottoposte al Combur test, per la diagnosi generica della natura ematica delle tracce, hanno fornito esito positivo". Tenuto conto che la bicicletta su cui sono state trovate le tracce di sangue di Poggi Chiara il giorno 13.8.2007, era nella esclusiva disponibilità dell'indagato che era a casa da solo in quanto i genitori erano in vacanza nella loro abitazione di Spotorno (hanno infatti fatto ritorno a Garlasco solo nel pomeriggio del 13.8.2007), questo elemento dimostra inequivocabilmente che lo Stasi deve avere calpestato il sangue della vittima.



SANGUE SUI PEDALI DELLA BICI
La presenza del sangue su entrambi i pedali non può trovare una spiegazione alternativa rispetto al fatto che lo Stasi abbia calpestato il sangue di Chiara Poggi sul luogo del delitto. Nello stesso tempo, la circostanza che il sangue sia stato trovato su entrambi i pedali della bicicletta non può trovare spiegazione nel racconto fato dallo Stasi circa le modalità con cui ha trovato la fidanzata, avendo egli riferito di essersi portato in via Pascoli con l'autovettura Golf e da Ti sempre con la stessa autovettura essersi diretto presso la Caserma dei Carabinieri di Garlasco. Anzi la falsità del racconto dello Stasi, accertata sulla base dell'elemento oggettivo emerso dalle indagini tecniche, assume valore indiziario a suo carico.
D'altra parte, il racconto reso sin dall'immediatezza dallo Stasi appare incompatibile anche con la mancanza di tracce ematiche sulle scarpe che lo stesso indossava nel momento in cui è arrivato presso la Stazione dei Carabinieri di Garlasco e che, secondo la sua versione, dovevano essere quelle con cui era entrato all'interno dell'abitazione ove aveva rinvenuto il cadavere della Poggi. Infatti tenuto conto della copiosa presenza di sangue sul pavimento dell'abitazione e del fatto che Stasi ha dichiarato di non avere prestato attenzione nel muoversi all'intemo dell'abitazione, non trova spiegazione l'assoluta assenza di sangue sulle suddette scarpe, come risulta dagli accertamenti tecnici svolti (confronta relazione preliminare del Ct Capitano Marino del 24.9.2007). In particolare, Stasi ha riferito di essersi soffermato davanti alla porta del vano scala che dà accesso alla taverna anche date le difficoltà incontrate per aprire la suddetta porta, sicché non avrebbe potuto non calpestare la grande macchia di sangue ivi presente.


ASSENZA DI IMPRONTE
E significativa per smentire la versione dallo Stasi è l'assenza di impronte di scarpa corrispondenti alla suola delle calzature che aveva al momento del ritrovamento del cadavere. Inoltre, a dimostrare la falsità del suo racconto valgono le contraddizioni in cui è in corso: sin dal primo ver-bale di sommarie informazioni, ha dato una descrizione precisa della posizione del corpo, addirittura con il dettaglio delle gambe "leggermente allargate", nonché degli indumenti indossati dalla vittima, descrizione dalla quale emerge in maniera evidente che lo stesso aveva avuto una chiara immagine del corpo dopo l'assassinio. A fronte di tale descrizione, e avendo lo Stasi più volte dichiarato di non avere acceso la luce del vano scala ove si trovava il cadavere e quindi tenuto conto delle condizioni di luce che non avrebbero potuto consentirgli di vedere i dettagli da lui fomiti, assolutamente inverosimile è la spiegazione offerta in un secondo tempo dall'indagato secondo cui questi dettagli sarebbero stati non quello che lui aveva visto ma quello che aveva pensato di avere visto.
Infine anche il tenore della telefonata fatta al 118 per tono di voce e per le modalità della segnalazione non appare compatibile con una telefonata fatta nell'immediatezza del ritrovamento, come invece sarebbe accaduto secondo la sua ricostruzione.
In definitiva, alla luce di quanto esposto, sussiste a carico di Stasi un quadro indiziario grave e preciso in quanto la presenza del sangue della vittima su entrambi i pedali della bicicletta in uso solo a lui il 13.8.2007, dimostrando che lo stesso ha calpestato il sangue della vittima e che fin da principio ha fornito una versione falsa del ritrovamento del cadavere, è decisiva al fine di affermare che lo stesso abbia commesso il fatto, allontanandosi quindi dal luogo del delitto con la sopra indicata bicicletta per poi costruire le false circostanze del ritrovamento del corpo.


PERICOLO DI FUGA
Ricorre pericolo di fuga, in quanto Stasi Alberto è stato in grado, dopo aver commesso l'omicidio di Chiara Poggi, di pianificare con accuratezza la versione da fornire agli inquirenti, nonché di occultare l'arma del delitto, avendo cura, inoltre di cambiarsi gli abiti e le scarpe, in modo da cancellare ogni traccia del delitto che potesse ricondurre alla sua persona. Tale capacità di pianificazione fa ritenere che lo stesso, venuto a conoscenza degli elementi oggettivi di prova a suo carico, possa conlastessa capacità, anche alla lu-ce del fatto che di recente lo stesso ha soggiomato a lungo all'estero, organizzare la propria fuga, per sottrarsi alle gravi conseguenze del fatto commesso e ai provvedimenti restrittivi che potranno essere adottati nei suoi confronti nonché alla pena irrogando.

Dispone il fermo di Stasi Alberto.
Vigevano 24.9.2007
Il procuratore della Repubblica
-Dott. Rosa Muscio

Tgcom
 
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view post Posted on 27/9/2007, 09:32
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Harry Potter
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Garlasco, "Alberto voleva scappare"
Il pm chiede che Stasi resti in carcere


Ci sarebbe una possibile fuga all'estero dietro alla richiesta del pm Rosa Muscio di chiedere il carcere per Alberto Stasi, il giovane accusato dell'omcidio di Chiara Poggi a Garlasco. Secondo quanto riportato dal Tg5, infatti, lo studente, che non è nuovo a viaggi al di fuori dei nostri confini, aveva già pianificato di lasciare la sua abitazione nel Pavese per una non ben identificata località straniera.


Se la Procura chiede la custodia cautelare in carcere, la difesa vuole che Alberto sia rimesso in liberta' o al massimo agli arresti domiciliari.

Dal canto suo la Procura, oltre alla prova delle tracce ematiche sulla bicicletta, spiega che "ricorre il pericolo di fuga'' in quanto Alberto ''è stato in grado'' di pianificare la versione da fornire agli inquirenti, far sparire l'arma del delitto e cancellare qualsiasi traccia. Una capacità che, per il pm, potrebbe portare il giovane a ''organizzare la propria fuga''.

Del tutto diverse, come è ovvio, le ragioni della difesa che ha presentato una memoria con cui si sostiene innanzitutto che le analisi dei Ris ''non sono definitive'' e quindi non giustificano il fermo.

In sostanza si ritiene che quelle tracce biologiche rinvenute sulla pedaliera della bici di Alberto, sono sì riconducibili al dna di Chiara, ma non è detto che sia sangue: potrebbero essere saliva o sudore della ragazza, depositati in un qualsiasi momento. Inoltre per i legali di Alberto non sussiste assolutamente il pericolo di fuga.
 
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eledhwen-t
view post Posted on 28/9/2007, 09:04




In effetti fa paura questa storia....soprattutto perchè se un ragazzo come lui....che a vederlo sembrerebbe un bravo ragazzo....ha fatto davvero una cosa del genere....bhe....allora non ti puoi proprio più fidare di nessuno?! :blink:
A me sembra che queste storie di omicidi che non si risolvano mai le fanno apposta per fare tv.Come la Franzoni.
Mi spiego....secondo me sanno benissimo se uno è colpevole....però la tirano lunga apposta per far vedere il giallo alla gente....bho!...intendo dire che ne costruiscono un film....lo so! è un pensiero terribile....ma purtroppo oggi dalla tv mi aspetto di tuttto, pur di guadagnarci...soprattutto dai giornalisti!
 
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La Fanciulla del West
view post Posted on 28/9/2007, 12:37




Alberto è stato scarcerato questa mattina.
 
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view post Posted on 28/9/2007, 20:19
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non avevo dubbi <_<
 
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Irene!
view post Posted on 28/9/2007, 21:49




CITAZIONE (nedz @ 28/9/2007, 21:19)
non avevo dubbi <_<

Neanch'io, non c'erano né i gravi indizi né le esigenze cautelari... Il che non significa che non è stato lui (anche se per me non c'entra) ma semplicemente che non l'hanno ancora provato e che non c'era il pericolo di fuga. Bah, che incompetenza.
 
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view post Posted on 28/9/2007, 21:53
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io ho sempre pensato che non fosse lui ma ora comincio seriamente a dubitare della sua innocenza....del resto tutto porta e lui
 
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Irene!
view post Posted on 29/9/2007, 10:21




Non lo so, potrebbe anche essere anche se non riesco assolutamente ad immaginare il possibile movente... Comunque io faccio un discorso più tecnico, nel senso che in questa prima fase delle indagini quello che conta è se ci sono esigenze cautelari (pericolo di fuga, reiterazione del reato, inquinamento delle prove), se non ci sono non può essere messo in carcere prima della sentenza! Tra l'altro il Tribunale del riesame sembra anche essersi spinto oltre dicendo che non ci sono nemmeno i gravi indizi di colpevolezza... Sinceramente a me sembra che abbiano fatto degli errori macroscopici e che abbiano confuso gli indizi con le prove!!
 
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view post Posted on 29/9/2007, 20:47
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va beh se vai sul piano tecnico io non ci capisco nulla, avevo sentito che temessero che potesse fuggire

poi per quanto riguarda il movente...sai tanti pensano che lui sia gay e che lei l'abbia scoperto e volesse rivelarlo, ma arrivare addirittura a commettere un omicidio....

fatto sta che deve essere qualcuno che lei conosceva altrimenti non lo faceva entrare in casa se era in pigiama e poi davvero sembra che lei fosse una ragazza tranquilla...boh

cmq la mia collega mi ha detto che i nr del cellulare di lei non erano realmente 10 perche' hanno chiamato pure una sua conoscente che aveva fatto uno stage con lei e quindi anche se era passato del tempo il suo numero sul cell c'era ancora.

pero' nelle indagini hanno davvero contattato tutti e sentito tutti.

o ci sono di mezzo le cugine o Alberto, non vedo alternative
 
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eledhwen-t
view post Posted on 30/9/2007, 00:49




Mi è venuta un ispirazione :naug:
E se avessero preso degli psicofarmaci che non gli fanno ricordare quello che hanno fatto? :hmm:
Sia Alberto che la franzoni intendo.
Cioè...una mia amica mi ha detto parlando di alcuni drogati che girano vicino a casa sua ....che esiste una droga che si chiama darkene e che non gli fa ricordare niente....ma proprio niente di quello che fanno...cioè loro se la sera rubano...oppure ammazzano....il giorno dopo cascano dalle nuvole....non si ricordano nulla.
Non so se sia una barzelletta che gira...se ne dicono tante....ma però ho pensato....magari hanno preso uno psicofarmaco (o si sono drogati ) e magari hanno commesso l'omicidio ma non si ricordano.
Per quello che sono così sicuri nel dichiararsi innocenti!
:hmm: Dovrebbero fargli le analisi...o ci hanno già pensato ? :blink:
Bha!...io ci provo a immaginare qualcosa...perchè sti casi sono proprio assurdi! :frustrat:
 
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view post Posted on 1/10/2007, 13:06
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credo che la Franzoni sia stata piu' volte vista da uno psichiatra e a questo punto se lei avesse semplicemente rimosso sarebbe saltato fuori, per quanto riguarda Alberto non so........se sta fingendo e' un attore da oscar.
 
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BreeVanDeKamp
view post Posted on 3/10/2007, 09:46




"Io e Chiara, un amore via sms"
L'interrogatorio di Alberto Stasi

Piero Colaprico e Oriana Liso su Repubblica di mercoledì 3 ottobre

Dal 13 agosto al giorno del fermo, Alberto Stasi ha risposto più volte alle domande di carabinieri e magistrati. Questa è una sintesi di quanto ha detto.

Un amore per caso
Si sono conosciuti quando lui aveva 15 anni e lei 17, si ritrovano per strada a Garlasco alla fine di agosto del 2003. Chiacchierano dell'università, dai libri si passa a parlare di altro, il 16 ottobre si mettono assieme. "Inizialmente - spiega Alberto - il nostro rapporto era comunque rivolto a conoscerci meglio".


La routine di coppia
Chiara e Alberto hanno un rapporto basato anche su una bella intesa fisica, ma ingabbiato più dai tempi del lavoro e dello studio che da quelli dello stare assieme e del divertirsi. Si vedevano solo il sabato sera e "ci telefonavamo due-tre volte alla settimana, mentre per il resto ci facevamo degli squilli e ci mandavamo degli sms. [...] Questo perché non sempre avevamo argomenti di cui parlare al telefono".

Le confidenze
"Chiara non mi ha mai detto di avere un'amica del cuore. [...] Con me parlava di tutto, sia delle cose quotidiane, come il fatto di voler comprare dei vestiti o andare alla fiera di Milano, sia quando uno di noi due era triste ne parlava con l'altro". Uno dei motivi di tristezza era il lavoro che Chiara aveva trovato appena laureata in una società di Pavia oppure, come capita a tutti i figli, le discussioni in famiglia. "Come il 4 agosto, quando ero ancora a Londra, con Messenger (il programma che permette di "parlarsi" via Internet, ndr) le avevo detto che una volta arrivato in Italia, quella sera verso mezzanotte e mezza, potevamo uscire per fare un giro insieme, ma lei mi aveva risposto che non si poteva perché era troppo tardi e i suoi dovevano partire la mattina alle cinque e aveva già avuto una discussione con loro".

Le liti assenti
"Io e Chiara non abbiamo mai avuto litigi seri ma solo qualche piccolo screzio. Non le ho mai dato uno schiaffo né mai messo le mani addosso", mette a verbale Alberto. Non approfittano di ogni occasione per vedersi. Come la sera del 5 agosto quando i genitori di Chiara sono già in vacanza. "Quella sera non sono rimasto da Chiara sia perché i miei genitori erano ancora a casa sia perché le avevo chiesto di lasciarmi tranquillo fino al martedì successivo perché dovevo preparare un colloquio di lavoro. [...] Chiara comunque, anche se avrebbe preferito che io mi fermassi di più, era comunque contenta di questa opportunità e quindi non si è arrabbiata". E ancora, pochi giorni dopo: "Dovevo scrivere la tesi, avevo una scadenza per il 17 agosto. Chiara mi ha detto che si annoiava a stare in casa da sola, ma non abbiamo discusso".

I genitori
Sono fidanzati da quattro anni, ma Chiara e Alberto non hanno alcuna voglia di fare i "fidanzati in casa". "Non ho mai pranzato o cenato a casa sua insieme ai suoi e nemmeno lei con i miei genitori". Il motivo? "Io e Chiara volevamo così, non volevamo fare come le coppie del Sud che fanno le presentazioni ufficiali a tutta la famiglia e poi eravamo in imbarazzo a farci vedere come coppia davanti alle rispettive famiglie".

I regali
Sono doni senza pretese, discreti come era Chiara, quelli che le fa Alberto: "Le ho regalato un orso di peluche con il nastrino di Harrods che è nella sua camera e che le ho spedito da Londra quando sono stato là a luglio, poi un ciondolo della Breil a forma di dentino e un paio di orecchini pendenti. Poi una maglietta tipo pigiama rossa con un cuore di tulle. Alcuni completini intimi. Non le ho regalato nessun anello".

Gli ultimi giorni
Ad agosto Chiara e Alberto trascorrono giorni sereni. La sera del 7, dopo un colloquio di lavoro a Milano, la sera Alberto va da lei. "Ho messo nello zainetto un pantaloncino corto e una maglietta intima, lo spazzolino, le ciabatte, tre dvd che volevamo vedere e sono andato a casa di Chiara. [...] Finito il film siamo andati a dormire, io nel letto del fratello e Chiara nel suo, perché non volevamo dormire nel letto dei suoi genitori e lei non aveva voglia di aprire il divano letto matrimoniale". Anche la notte del 10 dormono a casa di Chiara, ma non la sera dopo, perché lei "deve dar da mangiare ai gatti".

La vigilia dell'omicidio
"Ho trascorso il giorno di domenica 12 agosto a casa mia a scrivere la tesi sul mio pc portatile. Chiara è venuta da me intorno alle 17 con la sua macchina, io ho continuato a studiare e lei ha guardato riviste e sentito un po' di musica. Verso le 19.30 abbiamo deciso di comprare delle pizze e mangiarle a casa di Chiara. Io ero ancora in pigiama dalla mattina... ". Comprano le pizze, lui si rimette al computer anche a casa di Chiara, "ero vestito con un paio di pantaloncini corti beige, una polo a righe orizzontale blu scuro con delle righe gialle e le scarpe Lacoste di colore bronzo, lo stesso identico abbigliamento che avevo il 13 agosto". A mezzanotte e dieci "ho detto a Chiara che volevo andare a casa perché avevo sonno. Chiara mi ha detto rimanere ancora un po', abbiamo visto "Sex and the city", verso l'una ho spento e Chiara mi ha accompagnato fuori dalla porta".

La mattina del 13
"Avevo messo la sveglia alle 9 come d'abitudine e la seconda sveglia alle 9.30. Mi sono alzato e alle 9.45 ho fatto uno squillo al cellulare di Chiara senza averne risposta. Preciso che questo squillo alla mattina quando ci alzavamo o lo facevo io o lo faceva Chiara. Non mi sono preoccupato del fatto che non avesse risposto. Ricordo che tra le 9.30 e le 10 mia mamma ha chiamato sul numero fisso di casa mia e io ho risposto, la nostra conversazione è durata poco. Mi sono messo a scrivere la tesi e verso le 10.45 ho fatto un altro squillo al cellulare di Chiara e non ho avuto risposta. Ho continuato a scrivere la tesi sino alle 12.20 circa, quando ho chiamato Chiara dall'utenza fissa della mia abitazione, sia sul cellulare che sul numero di casa. Ho fatto squillare i telefoni per un po'". Chiara non risponde, ma Alberto dà mangiare al cane, si prepara un bel piatto di farfalle, alle 13.31 chiama ancora e "allora ho cominciato a preoccuparmi e ho deciso di recarmi a casa sua. Ricordo che la sera prima, quando ci siamo lasciati, mi aveva detto che forse sarebbe andata a trovare la nonna a Groppello Cairoli in una casa di riposo".

La cantina di Chiara
Alberto arriva a casa di Chiara, nota "che il led rosso dell'antifurto non era acceso", la chiama invano, scavalca, vede il disordine e il sangue. "Non ho guardato dove mettevo i piedi", arriva a dare un'occhiata nel box, infine si accorge della "porta che da alla cantina", la apre, "ricordo che la luce era spenta. Non ho acceso la luce. Ho visto una macchia di sangue ubicata leggermente alla mia destra sul tratto di muro che si congiunge con i gradini della scala. Mi sono fermato un istante e sono sceso due gradini circa. Mi sono inclinato con il busto leggermente in avanti e guardando verso la sinistra delle scale ho visto il corpo di Chiara. L'ho vista con il pigiama rosa, ho visto abbastanza il viso di Chiara, ricordo una parte bianca. Appena l'ho vista sono scappato. Mi sono girato per risalire i gradini e sono andato di corsa verso la porta d'ingresso... Non mi sono avvicinato a Chiara perché non ho voluto toccarla, ho avuto paura, una sensazione mai provata in vita mia. Ho anche urlato". Questi sono i punti cruciali: le sua scarpe sono prive di qualsiasi macchia di sangue, ormai rappreso; e se la luce era spenta, come ha potuto vedere il colore del pigiama e il volto? Ma è davvero entrato in casa?

I carabinieri
Alberto va in caserma, torna con due militari: "I due carabinieri hanno visto il cancello pedonale chiuso e mi hanno chiesto come avessi fatto a entrare. Ho detto che avevo scavalcato il muretto. Quindi entrambi hanno scavalcato e io sono rimasto fuori e non sono più entrato in quella casa... Ho capito che Chiara era morta solo quando l'ambulanza è arrivata e non è andata via con lei", ma siccome un carabiniere gli ha detto che la portano via in ambulanza, "ho avuto la certezza della morte di Chiara solo quando ho firmato il primo verbale delle mie dichiarazioni e ho letto la parola "il cadavere".

La mamma di Chiara
"Dopo un po', mentre ero ancora fuori sulla strada davanti all'abitazione di Chiara mi ha chiamato la mamma di Chiara chiedendomi piangendo se era vero".

Il sangue mestruale
Le scarpe di Alberto non erano sporche di sangue, ma il Dna di Chiara, quasi certamente originato dal sangue, è stato trovato dai Ris sui pedali della bici usata da Alberto. Come lo giustifica: "Non so, forse posso aver calpestato sangue mestruale dentro casa di Chiara", dice. E gli avvocati chiedono di sospendere l'interrogatorio.

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