I programmi di Obama e McCain

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view post Posted on 5/11/2008, 13:47
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Harry Potter
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ho trovato un sito che spiega bene e mette a confrondo i programmi politici di Obama e McCain

http://alessandracardinale.wordpress.com/2008/09/28/fbgfgf/

MCCAIN E OBAMA PER ARGOMENTI
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Ho sintetizzato i programmi politici di Obama e McCain suddividendoli per argomenti. Penso che in questo modo sia più facile confrontare le posizioni dei due candidati sui temi più importanti di questa elezione. Ecco cosa farebbero Obama e McCain se venissero eletti Presidente degli Stati Uniti.

ABORTO

L’aborto è forse il tema più controverso e perenne della politica americana. Anche in questa elezione divide gli elettori americani

Obama è contrario a emendare la sentenza della Corte Suprema Roe versus Wade del 1973 con cui si stabilì che l’aborto è possibile per qualsiasi ragione la donna lo voglia fino al punto in cui il feto è in grado di sopravvivere fuori dall’utero materno, anche con l’ausilio di un supporto artificiale. Questa soglia di solito si verifica intorno al settimo mese. Il candidato democratico si è astenuto dal votare il progetto di legge sul divieto di finanziamenti alle associazioni che eseguono aborti (Prohibiting Funds for Groups that Performs Abortions).
McCain ritiene che la sentenza Roe vs Wade sia imperfetta e che debba essere modificata. Il senatore dell’Arizona ha votato a favore del Prohibiting Funds for Groups that Performs Abortions.


AFGHANISTAN

La guerra in Afghanistan iniziò poco dopo gli attacchi alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Nell’estate 2008 si è registrato un picco delle violenze che ha riportato l’attenzione su questo conflitto in corso da quasi 7 anni. Sono 60.000 i soldati americani di stanza in Afghanistan.

Obama ritiene che sia necessario inviare in Alfghanistan almeno due battaglioni aggiuntivi di soldati americani e chiedere maggior sostegno - con la riduzione dei caveat- ai Paesi Nato.Il senatore dell’Illinois propone di utilizzare un miliardo di dollari per l’assistenza non militare con lo scopo di prevenire la corruzione, addestrare le milizie afghane, migliorare il sistema giudiziario e incentivare gli investimenti non solo a Kabul ma in tutte le province afghane. Inviterebbe il Pakistan a alzare il livello di sicurezza nei confini con l’Afghanistan e a combattere in maniera più decisa il terrorismo che si annida nel paese. Obama propone di abbattere il traffico di droga promuovendo lavori alternativi alla coltivazione dell’oppio.

McCain invierebbe tre battaglioni addizionali in Afghanistan e raddoppierebbe il numero dei soldati afghani arruolati nell’esercito. Le spese per l’aumento del contingente afghano verrebbero sostenute da un trust internazionale finanziato dagli Usa e dai suoi alleati. Ha intenzione di applicare le tecniche anti terroristiche applicate nel conflitto iracheno. McCain propone di nominare un “Afghanistan zar” con il compito di informare direttamente il Presidente sugli sviluppi della guerra. Il candidato repubblicano perseguirebbe la lotta contro il traffico di droga e rafforzerebbe le tribù locali presenti sul confine tra Pakistan e Afghanistan per combattere il terrorismo presente in quelle zone.



ECONOMIA

L’economia è diventato l’argomento caldo delle elezioni 2008: con una recessione alle stelle che gradualmente sta minando la sicurezza dei consumatori americani, il Presidente Bush è corso ai ripari con il pacchetto anti-crisi che l’Amministrazione in carica cercherà di far approvare dal Congresso il prima possibile per evitare che la situazione peggiori.

Obama propone di immettere 75 miliardi di dollari sul mercato attraverso il taglio delle tasse alle famiglie lavoratrici, ai pensionati, ai proprietari di immobili e ai disoccupati. Il piano prevede che 45 miliardi di dollari vengano immessi rapidamente sul mercato nel caso in cui la situazioni continui ad aggravarsi. Obama provvederebbe ad un immediato taglio delle tasse pari a 250$ per ogni lavoratore e ciascuna famiglia e un temporaneo ma immediato bonus di 250$ per i pensionati. Se la crisi finanziaria non darà cenni di miglioramento, il candidato democratico propone un’ulterirore riduzione delle tasse sia per i lavoratori che per i pensionati di 250$. Secondo il sito www.taxpolicycenter.org per chi ha un reddito tra 226mila e 603mila dollari non cambia nulla, al di sopra, i contribuenti pagherebbero molto di più.

McCain abbasserebbe le tasse dal 35% al 25% per le aziende. Permetterebbe alle aziende durante il primo anno di Presidenza una detrazione fiscale per gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo. Secondo le tabelle del Tax Policy Center, con McCain tutti i contribuenti gudagnerebbero un po’ di più ma la percentuale scende al calare del reddito.



IRAN

Nonostante gli Usa e altri Paesi abbiano chiesto a Teheran di interrompere il programma di arricchimento dell’uranio, l’Iran ha sempre risposto che il programma è a fini esclusivamente civili. Contro la Repubblica degli Ayatollah, le Nazioni Unite hanno approvato tre serie di sanzioni che sono ad oggi rimasta lettera morta.

Obama nel settembre 2007 non votò la risoluzione del Senato americano con cui i Guardiani della rivoluzione, i Pasdaran, vennero classificati un’organizzazione terroristica. Il senatore dell’Illinois crede fortemente nel potere della diplomazia e incontrerebbe i leader dell’Iran, della Siria, del Venezuela, di Cuba e della Corea del Nord durante il suo primo anno di Presidenza. L’alternativa militare rimane comunque sul tavolo.

Anche McCain non votò nel 2007 la risoluzione sui Pasdaran. Ritiene che l’intervento militare sia un’ opzione da prendere in considerazione ma prima di qualsiasi decisione si consulterebbe con i leader del Congresso. McCain è contrario a incontrare Ahmadinejad.



IRAQ

Tra gli argomenti di politica estera, l’Iraq è sicuramente il più importante. In territorio iracheno sono spiegati oltre 150.000 soldati americani. Dal marzo 2003, data dell’invasione, sono morti 4.174 militari statunitensi: nel 2007 hanno perso la vita 904 soldati, dall’inizio del 2008 a oggi (settembre) 265.

Obama si è sempre opposto alla guerra. Nel ottobre 2002 disse: “So che invadere l’Iraq senza un motivo chiaro e senza il sostegno internazionale non potrà che scatenare le peggiori reazioni-non le migliori- del mondo arabo. Io non sono contrario alle guerre, sono contrario alle guerre stupide”. Obama ha votato a favore della legge di rifinanziamento della guerra in cui era incluso anche il ritiro di buona parte delle truppe entro marzo 2008. Per il candidato democratico il ritiro dovrebbe avvenire entro 16 mesi e dunque completato entro l’estate 2010. Obama manterrebeb forze residuali per svolgere compiti specifici in territorio iracheno, per proteggere sia il corpo diplomatico americano in Iraq sia come supporto alle forze di polizia irachene. Propone un piano di 2 miliardi di dollari per i 4 milioni di profughi iracheni e dichiarerebbe in modo chiaro che gli Usa non hanno intenzione di stabilire nessuna base militare in Iraq. Per garantire la stabilità e la sicurezza in Iraq, il candidato democratico siederebbe al tavolo della diplomazia con la Siria e l’Iran. Gli obiettivi principali di questi incontri sono l’isolamento di Al Qaeda, la tutela dei confini e la riconciliazione dei gruppi settari in Iraq. Obama promuoverebbe un piano finanziario per il risanamento e lo sviluppo dell’Iraq.

McCain nel 2002 ha votato a favore dell’invasione dell’Iraq. E’ stato uno dei primi sostenitori per l’invio aggiuntivo di truppe americane in territorio iracheno, Ha votato a favore della legge di rifinanzimento della guerra in cui era incluso il ritiro di buona parte dell’esercito Usa nel marzo 2008. McCain non crede nell’agenda di ritiro. In un ‘intervista nel luglio scorso, il candidato repubblicano ha dichiarato” nessuna agenda è migliore delle condizoni dettate dal campo. Non si possono stabilire delle date a tavolino, solo il contesto può indicarci come muoverci”. Ma sul sito ufficiale della sua campagna è scritto ” Non voglio tenere i nostri ragazzi in Iraq un minuto in più del necessario. Il nostro scopo è quello di rendere l’Iraq un Paese indipendente e democratico. Il nostro obiettivo è lavorare affinchè l’Iraq non abbia più bisogno dell’esercito americano”. McCain ritiene che le Nazioni Unite debbano giocare un ruolo decisivo nelle elezioni delle amministrazioni provinciali a fine 2008 e in quelle nazionali previste nel 2009. Il senatore crede che il progresso economico sia essenziale affinchè l’Iraq diventi un Paese sicuro e ha dichiarato che la comunità internzionale deve incentivare i programmi di micro finanziamento e incoraggiare l’imprenditorialità locale. Per quanto riguarda il surge, l’aumento del numero dei soldati avvenuto nel gennaio 2007, sin dall’inizio McCain ne è stato un grande sostenitore e, come ha ripetuto anche nel primo dibattito presidenziale il 26 settembre, “è stato vincente e, alla fine, stiamo vincendo la guerra”.

ISRAELE

Israele è il più forte alleato che l’America ha nel Medio Oriente e la questione israeliana - palestinese è uno dei temi più delicati che il Presidente degli Stati Uniti deve affrontare.

Obama crede nel diritto di Israele di esistere come Stato ebraico. Il candidato democratico ha dichiarato che è “a favore di una politica di aiuti diretti al popolo palestinese evitando contatti con il governo di Hamas che non riconosce Israele. Obama crede nella soluzione di “due popoli due stati” e ritiene che Gerusalemme debba rimanere la capitale d’Israele senza essere divisa e che ogni accordo di pace debba preservare l’identità d’Israele come Stato ebraico.

McCain si è spesso autodefinito “orgogliosamente pro-Israele”. Il candiato repubblicano ritiene che l’arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran sia una continua minaccia per Israele, oltre che per gli Usa e che gli Stati Uniti “devono mantenere vivo il sostegno ad israele, provvedendo all’equipaggiamento militare e tecnologico”. Se eletto Presidente si adopererebbe per la pace tra israeliani e palestinesi ma crede che Hamas debba essere isolata e che la chiave per un accordo di pace tra il Libano e Israele risiede “in un governo stabile in grado di esercitare la propria autorità sul Paese, il che significa che le milizia indipendenti, come gli Hezbollah, devono sciolgiersi e che deve essere interrotto qualsisia smercio di armi destinato ad essi”.


SANITA’

La sanità è la spina nel fianco per Democratici e Repubblicani. Dopo gli anni d’oro di Bill Clinton che nonstante gli sforzi in otto anni non riuscì a riformare il sistema, il problema della copertura sanitaria è ancora all’ordine del giorno. Gli Stati Uniti non hanno un sistema sanitario coercitivo né centralizzato. Secondo la Kaiser Family Foundation, sono 45 milioni - di cui 9 milioni sono bambini- gli americani che non hanno l’assistenza sanitaria. I non assicurati sono esponenti di minoranze etniche, soprattutto gli ispanici, gli americani con un reddito basso e medio-basso e i giovani adulti tra i 18 e i 24 anni (dati del Census Bureau americano). Le probabilità che qualcuno in America abbia un’assicurazione medica è legata al reddito, allo status lavorativo (full o part-time) e al fatto che il datore di lavoro fornisca o meno questa assicurazione.

Obama ritiene che sia necessario, prima di tutto, creare un programma di assicurazione sanitaria nazionale per coloro che hanno un lavoro che non garantisce la copertura medica. Il candidato democratico non si batte per un ‘assistenza sanitaria per ciascun americano, ma ritiene che i bambini debbano poterla avere di diritto e che i ragazzi sotto i 25 anni possano essere curati grazie all’assicurazione dei genitori. Il programma del senatore dell’Illinois prevede lo stanziamento di un sussidio per coloro ai quali il datore di lavoro non garantisce la copertura sanitaria e, secondo i calcoli dello staff di Obama, questo finanziamento costerebbe tra i 50 e i 65 miliardi di dollari che verrebbero pagati eliminado i tagli alle tasse che l’Amministrazione Bush ha previsto per coloro che hanno un reddito anno superiore ai 250,000$. Obama prevede la possibilità di ampliare i requisiti per ottenere Medicaid (il programma federale sanitario che provvede a fornire aiuti agli individui e ale famiglie con basso reddito salariale) e il programma per l’assistenza gratuita ai bambini. Per quanto riguarda i contributi che il datore di lavoro deve pagare, sul sito di Obama si legge: “I datori di lavoro che non contribuiscono in modo significativo ai costi della copertura sanitaria del proprio dipendente dovranno pagare l’imposta sul totale di salari e stipendi”. Le imprese cosiddette famigliari dovrebbero essere esentate dal pagamento di questa tassa.

McCain si oppone alla totale e indifferenziata copertura sanitaria. Sostiene che bisogna dare ai lavoratori nuove possibilità di scelta oltre a quelle che il datore di lavoro offre. E’ dello staff di Mccain l’idea dei Conti di Risparmio per la Salute (Health Savings Accounts) a carico delle famiglie, che diano loro assistenza medica proporzionata a quello che pagano. Sul sito del candidato repubblicano si legge “Le famiglie americane devono avere la possibilità di acquistare un’assicurazione sanitaria in qualsiasi Stato del Paese (ora è vietato) e tale assicurazione deve seguire il cittadino in qualsiasi lavoro che farà”. L’idea del senatore dell’ Arizona è di deregolamentare l’industria delle assicurazioni sanitarie e facilitare l’acquisto di polizze assicurative da parte dei cittadini. McCain ha previsto lo stanziamento di 2500$ di credito fiscale a ciascun americano, 5000$ per le famiglie, per poter acquistare un’assicurazione sanitaria e mantenerla a prescindere dall’impresa per cui si lavora. McCain incoraggia fortemente la competitività del mercato dei farmaci attraverso “una sicura importazione di farmaci e una più rapida produzione di medicinali all’interno del Paese”.

SICUREZZA NAZIONALE

I candidati propongono due modi molto diversi di condurre la guerra al terrorismo, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione di attacchi terroristici e su come mantenere i terroristi fuori dal Paese.

Obama lavorerebbe per applicare e ampliare le raccomandazioni della Commssione sull’11 settembre. Il candidato democratico ritiene che debba essere migliorato il sistema di intelligence nazionale creando una figura che abbia il compito di coordinarne l’attività all’ interno del Paese e che sia strategico creare un sistema di comunicazione efficiente tra gli 007 e il governo. Obama, nel 2006, ha votato per il Patriot Act ma ora lo modificherebbe. Per quanto riguarda Guantanamo Bay, Obama chiuderebbe definitivamente la prigione che si trova a Cuba e in cui sono detenuti centinaia di sospetti terroristi in attesa di giudizio.

McCain rivitalizzerebbe la diplomazia americana e lavorerebbe per creare un’agenzia indipendente con l’unico scopo di diffondere il messaggio dell’America al mondo. Il candidato repubblicano si propone di istituire un’agenzia militare e civile in cui addestrare esperti con il compito di ricostruire i Paesi lacerati dalle guerre e promuovere i valori di pace e democrazia. McCain votò, nel 2001, a favore del Patriot Act e nel 2006 confermò tale voto. Anche Mcain, come Obama, è a favore della chiusura della prigione di Guantanamo Bay a Cuba.

 
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view post Posted on 6/11/2008, 08:49
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Harry Potter
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mi sono scaricata il discorso di ringraziamenteo di Obama e ora piu' che mai mi piace quell'uomo, ha detto delle parole bellissime.... mi ha davvero emozionata!!
sono proprio contenta della sua elezione :clap:
 
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BreeVanDeKamp
view post Posted on 6/11/2008, 10:41




E' vero, il discorso è stato bellissimo, determinato, ma anche molto umile, i nostri politici avrebbero molto da imparare da loro invece di continuare col motto mors tua, vitae mea!
 
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view post Posted on 6/11/2008, 11:07
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ma hai visto tutti i 20 minuti?
e' stato fantastico ha un modo di parlare e di porsi.... e' poi e' un uomo affascinante devo dire :naug: :wub: pendevano tutti dalla sue labbra!!
 
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BreeVanDeKamp
view post Posted on 6/11/2008, 17:16




Si l'ho visto tutto e mi è piaciuto molto il messaggio per la moglie e le figlie, la correttezza verso il suo avversario e il racconto sulla signora di 106 e su tutto l'excursus della sua vita rapportato a tutti i cambiamenti americani e del mondo. Sono un popolo molto unito loro, si sente a pelle :clap:

Su di noi e l'Italia stendiamo un velo pietoso :tip:
 
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mareazzurro
view post Posted on 6/11/2008, 19:19




Ecco il discorso con cui Barack Obama ha celebrato la vittoria a Chicago:

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Se ancora c'è qualcuno che dubita
che l'America non sia un luogo nel quale nulla è impossibile,
che ancora si chiede
se il sogno dei nostri padri fondatori è tuttora vivo in questa nostra epoca,
che ancora mette in dubbio
il potere della nostra democrazia,
questa notte ha avuto le risposte che cercava.


La risposta sono le code che si sono allungate fuori dalle scuole e dalle chiese con un afflusso che la nazione non aveva mai visto finora. La risposta sono le persone, molte delle quali votavano per la prima volta, che hanno atteso anche tre o quattro ore in fila perché credevano che questa volta le cose dovessero andare diversamente, e che la loro voce potesse fare la differenza.

La risposta è la voce di giovani e vecchi, ricchi e poveri, Democratici e Repubblicani, neri, bianchi, ispanici, asiatici, nativi d'America, gay, eterosessuali, disabili e non disabili: tutti americani che hanno inviato al mondo il messaggio che noi non siamo mai stati un insieme di Stati Rossi e Stati Blu. Noi siamo e sempre saremo gli Stati Uniti d'America.

La risposta è ciò che ha spinto a farsi avanti coloro ai quali per così tanto tempo è stato detto da così tante persone di essere cinici, impauriti, dubbiosi di quello che potevano ottenere mettendo di persona mano alla Storia, per piegarla verso la speranza di un giorno migliore.

È occorso molto tempo, ma stanotte, finalmente, in seguito a ciò che abbiamo fatto oggi, con questa elezione, in questo momento preciso e risolutivo, il cambiamento è arrivato in America.

Poco fa, questa sera ho ricevuto una telefonata estremamente cortese dal Senatore McCain.

Il Senatore McCain ha combattuto a lungo e con forza in questa campagna, e ha combattuto ancora più a lungo e con maggiore forza per il Paese che ama. Ha affrontato sacrifici per l'America che la maggior parte di noi nemmeno immagina e noi oggi stiamo molto meglio anche grazie al servizio reso da questo leader coraggioso e altruista. Mi congratulo con lui e con la governatrice Palin per tutto quello che hanno ottenuto, e non vedo l'ora di lavorare con loro per rinnovare nei prossimi mesi la promessa di questa nazione.

Voglio qui ringraziare il mio partner in questa avventura, un uomo che ha fatto campagna elettorale col cuore, parlando per le donne e gli uomini con i quali è cresciuto nelle strade di Scranton con i quali ha viaggiato da pendolare ogni giorno per tornare a casa propria nel Delaware, il vice-presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden.

Io non sarei qui questa sera senza il sostegno continuo della mia migliore amica degli ultimi sedici anni la roccia della mia famiglia, l'amore della mia vita, la prossima first lady della nazione: Michelle Obama.

Sasha and Malia, vi amo entrambe moltissimo e vi siete guadagnate il cucciolo
che verrà con noi alla Casa Bianca.

E mentre siamo qui e lei non è più con noi, so che mia nonna ci sta guardando, insieme a tutta la famiglia che ha fatto di me ciò che io sono. In questa sera così unica mi mancano tutti, e so che il mio debito verso di loro non è neppure quantificabile. A mia sorella Maya, mia sorella Alma, tutti i miei fratelli e le mie sorelle, voglio dire grazie per il sostegno che mi avete dato. Vi sono veramente molto grato.

Ma più di ogni altra cosa, non dimenticherò mai a chi appartiene veramente questa vittoria: appartiene a voi. Io non sono mai stato il candidato più ideale per questa carica. Non abbiamo mosso i primi passi nella campagna elettorale con finanziamenti o appoggi ufficiali. La nostra campagna non è stata pianificata nelle grandi sale di Washington, ma nei cortili di Des Moines, nei tinelli di Concord, sotto i portici di Charleston. È stata realizzata da uomini e donne che lavorano, che hanno attinto ai loro scarsi risparmi messi da parte per offrire cinque dollari, dieci dollari, venti dollari alla causa. Il movimento ha preso piede e si è rafforzato grazie ai giovani, che hanno rigettato il mito dell'apatia della loro generazione, che hanno lasciato le loro case e le loro famiglie per un'occupazione che offriva uno stipendio modesto e sicuramente poche ore di sonno; ai non più tanto giovani che hanno sfidato il freddo pungente e il caldo più soffocante per bussare alle porte di perfetti sconosciuti; ai milioni di americani che si sono adoperati come volontari, si sono organizzati, e hanno dimostrato che a distanza di oltre due secoli, un governo del popolo, fatto dal popolo e per il popolo non è sparito dalla faccia di questa Terra.

Questa è la vostra vittoria.

So che quello che avete fatto non è soltanto vincere un'elezione e so che non l'avete fatto per me. Lo avete fatto perché avete compreso l'enormità del compito che ci sta di fronte. Perché anche se questa sera festeggiamo, sappiamo che le sfide che il futuro ci presenterà sono le più ardue della nostra vita: due guerre, un pianeta in pericolo, la peggiore crisi finanziaria da un secolo a questa parte. Anche se questa sera siamo qui a festeggiare, sappiamo che ci sono in questo stesso momento degli americani coraggiosi che si stanno svegliando nei deserti iracheni, nelle montagne dell'Afghanistan dove rischiano la loro vita per noi.

Ci sono madri e padri che resteranno svegli dopo che i loro figli si saranno addormentati e si arrovelleranno chiedendosi se ce la faranno a pagare il mutuo o il conto del medico o a mettere da parte abbastanza soldi per pagare il college. Occorre trovare nuova energia, creare nuovi posti di lavoro, costruire nuove scuole. Occorre far fronte a nuove sfide e rimettere insieme le alleanze.

La strada che ci si apre di fronte sarà lunga. La salita sarà erta. Forse non ci riusciremo in un anno e nemmeno in un solo mandato, ma America! Io non ho mai nutrito maggiore speranza di quanta ne nutro questa notte qui insieme a voi. Io vi prometto che noi come popolo ci riusciremo!

Ci saranno battute d'arresto e false partenze. Ci saranno molti che non saranno d'accordo con ogni decisione o ogni politica che varerò da Presidente e già sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema. Ma io sarò sempre onesto con voi in relazione alle sfide che dovremo affrontare. Vi darò ascolto, specialmente quando saremo in disaccordo. E soprattutto, vi chiedo di unirvi nell'opera di ricostruzione della nazione nell'unico modo con il quale lo si è fatto in America per duecentoventi anni, ovvero mattone dopo mattone, un pezzo alla volta, una mano callosa nella mano callosa altrui.

Ciò che ha avuto inizio ventuno mesi fa, nei rigori del pieno inverno, non deve finire in questa notte autunnale. La vittoria in sé non è il cambiamento che volevamo, ma è soltanto l'opportunità per noi di procedere al cambiamento. E questo non potrà accadere se faremo ritorno allo stesso modus operandi.

Il cambiamento non può aver luogo senza di voi.

Troviamo e mettiamo insieme dunque un nuovo spirito di patriottismo, di servizio e di responsabilità, nel quale ciascuno di noi decida di darci dentro, di lavorare sodo e di badare non soltanto al benessere individuale, ma a quello altrui. Ricordiamoci che se mai questa crisi finanziaria ci insegna qualcosa, è che non possiamo avere una Wall Street prospera mentre Main Street soffre: in questo Paese noi ci eleveremo o precipiteremo come un'unica nazione, come un unico popolo.

Resistiamo alla tentazione di ricadere nelle stesse posizioni di parte, nella stessa meschineria, nella stessa immaturità che per così tanto tempo hanno avvelenato la nostra politica. Ricordiamoci che c'è stato un uomo proveniente da questo Stato che ha portato per la prima volta lo striscione del partito Repubblicano alla Casa Bianca, un partito fondato sui valori della fiducia in sé, della libertà individuale, dell'unità nazionale. Sono questi i valori che abbiamo in comune e mentre il partito Democratico si è aggiudicato una grande vittoria questa notte, noi dobbiamo essere umili e determinati per far cicatrizzare le ferite che hanno finora impedito alla nostra nazione di fare passi avanti.

Come Lincoln disse a una nazione ancora più divisa della nostra, "Noi non siamo nemici, ma amici, e anche se le passioni possono averlo allentato non dobbiamo permettere che il nostro legame affettivo si spezzi". E a quegli americani il cui supporto devo ancora conquistarmi, dico: forse non ho ottenuto il vostro voto, ma sento le vostri voci, ho bisogno del vostro aiuto e sarò anche il vostro presidente.

A coloro che ci guardano questa sera da lontano, da oltre i nostri litorali, dai parlamenti e dai palazzi, a coloro che in vari angoli dimenticati della Terra si sono ritrovati in ascolto accanto alle radio, dico: le nostre storie sono diverse, ma il nostro destino è comune e una nuova alba per la leadership americana è ormai a portata di mano.

A coloro che invece vorrebbero distruggere questo mondo dico: vi sconfiggeremo. A coloro che cercano pace e tranquillità dico: vi aiuteremo. E a coloro che si chiedono se la lanterna americana è ancora accesa dico: questa sera noi abbiamo dimostrato ancora una volta che la vera forza della nostra nazione non nasce dalla potenza delle nostre armi o dal cumulo delle nostre ricchezze, bensì dalla vitalità duratura dei nostri ideali: democrazia, libertà, opportunità e tenace speranza.

Perché questo è il vero spirito dell'America: l'America può cambiare. La nostra unione può essere realizzata. E quello che abbiamo già conseguito deve darci la speranza di ciò che possiamo e dobbiamo conseguire in futuro.

In queste elezioni si sono viste molte novità e molte storie che saranno raccontate per le generazioni a venire. Ma una è nella mia mente più presente di altre, quella di una signora che ha votato ad Atlanta. Al pari di molti altri milioni di elettori anche lei è stata in fila per far sì che la sua voce fosse ascoltata in questa elezione, ma c'è qualcosa che la contraddistingue dagli altri: Ann Nixon Cooper ha 106 anni. È nata a una sola generazione di distanza dalla fine della schiavitù, in un'epoca in cui non c'erano automobili per le strade, né aerei nei cieli. A quei tempi le persone come lei non potevano votare per due ragioni fondamentali, perché è una donna e per il colore della sua pelle.

Questa sera io ripenso a tutto quello che lei deve aver visto nel corso della sua vita in questo secolo in America, alle sofferenze e alla speranza, alle battaglie e al progresso, a quando ci è stato detto che non potevamo votare e alle persone che invece ribadivano questo credo americano: Yes, we can.

Nell'epoca in cui le voci delle donne erano messe a tacere e le loro speranze soffocate, questa donna le ha viste alzarsi in piedi, alzare la voce e dirigersi verso le urne. Yes, we can.

Quando c'era disperazione nel Dust Bowl (la zona centro meridionale degli Stati Uniti divenuta desertica a causa delle frequenti tempeste di vento degli anni Trenta, NdT) e depressione nei campi, lei ha visto una nazione superare le proprie paure con un New Deal, nuovi posti di lavoro, un nuovo senso di ideali condivisi. Yes, we can.

Quando le bombe sono cadute a Pearl Harbor, e la tirannia ha minacciato il mondo, lei era lì a testimoniare in che modo una generazione seppe elevarsi e salvare la democrazia. Yes, we can.

Era lì quando c'erano gli autobus di Montgomery, gli idranti a Birmingham, un ponte a Selma e un predicatore di Atlanta che diceva alla popolazione : "Noi supereremo tutto ciò". Yes, we can.

Un uomo ha messo piede sulla Luna, un muro è caduto a Berlino, il mondo intero si è collegato grazie alla scienza e alla nostra inventiva. E quest'anno, per queste elezioni, lei ha puntato il dito contro uno schermo e ha votato, perché dopo 106 anni in America, passati in tempi migliori e in ore più cupe, lei sa che l'America può cambiare. Yes, we can.



America, America: siamo arrivati così lontano. Abbiamo visto così tante cose. Ma c'è molto ancora da fare. Quindi questa sera chiediamoci: se i miei figli avranno la fortuna di vivere fino al prossimo secolo, se le mie figlie dovessero vivere tanto a lungo quanto Ann Nixon Cooper, a quali cambiamenti assisteranno? Quali progressi avremo fatto per allora?

Oggi abbiamo l'opportunità di rispondere a queste domande. Questa è la nostra ora. Questa è la nostra epoca: dobbiamo rimettere tutti al lavoro, spalancare le porte delle opportunità per i nostri figli, ridare benessere e promuovere la causa della pace, reclamare il Sogno Americano e riaffermare quella verità fondamentale: siamo molti ma siamo un solo popolo. Viviamo, speriamo, e quando siamo assaliti dal cinismo, dal dubbio e da chi ci dice che non potremo riuscirci, noi risponderemo con quella convinzioni senza tempo e immutabile che riassume lo spirito del nostro popolo: Yes, We Can.

Grazie. Dio vi benedica e possa benedire gli Stati Uniti d'America.

(5 novembre 2008)
 
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view post Posted on 7/11/2008, 09:43
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beh l'umilta' non sanno nemmeno cos'e' i nostri politici.... e un discorso dove si parla di uguaglianza dove si ammette di poter sbagliare e di comunicarlo sempre e' impensabile per noi italiani -_-
 
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view post Posted on 7/11/2008, 10:35
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e la polemica tra Berlusconi e Veltroni sulla battuta del primo e' una chiara dimostrazione di quanto i nostri politici siano diversi da Obama :sick:
 
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mareazzurro
view post Posted on 7/11/2008, 10:53




CITAZIONE (nedz @ 7/11/2008, 10:35)
e la polemica tra Berlusconi e Veltroni sulla battuta del primo e' una chiara dimostrazione di quanto i nostri politici siano diversi da Obama :sick:

Quando ho sentito la notizia ho sperato con tutta me stessa che non ci facessero caso... "oramai lo conoscono", mi sono detta.
Invece no!!! :frustrat: :frustrat: :frustrat: Ha fatto il giro del mondo quella frase. Un bel modo di cominciare le relazioni con la nuova Amministrazione americana, non c'è che dire.... :fear:
 
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view post Posted on 7/11/2008, 11:07
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io l'ho presa per quella che era, una battuta, sara' stata di cattivo gusto ma come hai detto tu, oramai lo conosciamo e quel cretino di Veltroni che fa'???? scatena subito la polemica, quanto non lo reggo quell'uomo e' solo capace di fare il polemico e lamentarsi, ma perche' non si tira su le maniche e propone qualcosa di diverso invece?
non sopporto la gente che sa solo lamentarsi!!!
 
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9 replies since 5/11/2008, 13:47   62 views
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