« Non alla solitudine scrovegna,
o Padova, in quel bianco april felice
venni cercando l'arte beatrice
di Giotto che gli spiriti disegna;
né la maschia virtù d'Andrea Mantegna,
che la Lupa di bronzo ebbe a nutrice,
mi scosse; né la forza imperatrice
del Condottier che il santo luogo regna.
Ma nel tuo prato molle, ombrato d'olmi
e di marmi, che cinge la riviera
e le rondini rigano di strida,
tutti i pensieri miei furono colmi
d'amore e i sensi miei di primavera,
come in un lembo del giardin d'Armida. »
(Gabriele D'Annunzio, Padova, "Le Città del silenzio") l'ho visitata alcuni giorni fa, dicono che sia la "città del santo senza nome, del prato senza erba e del caffè senza porte"
Il santo è Antonio.....il prato senza erba è Prato della Valle e il caffè Pedrocchi è sempre aperto
prato della valle
la basilica del santo
santa giustina, basilica molto sobria rispetto a quella di s.antonio...
monumento al gattamelata del donatello
palazzo della ragione
LA STORIA DELLA
CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI Nell'anno 1300 un ricco signore padovano, Enrico Scrovegni, acquistò la zona dell'Arena Romana per farvi costruire il suo palazzo.
A fianco della dimora volle edificare una cappella dedicata alla Beata Vergine in suffragio dell'anima di suo padre Reginaldo, l'usuraio ricordato da Dante nel Canto XVII dell'Inferno.
Dopo averlo visto probabilmente all'opera nella Basilica di Sant'Antonio, lo Scrovegni commissionò la decorazione murale della cappella a Giotto, il quale vi lavorò secondo le ipotesi più attendibili, dal 1303 al 1305.
Gli affreschi della Cappella degli Scrovegni coprono completamente le pareti e la volta dell'edificio, narrando gli episodi della vita di Maria e di Cristo.
Il soffitto, di un azzurro trapunto di stelle, è attraversato da tre fasce decorative con le figure dei Profeti. Sulle pareti laterali e su quella dell'arco trionfale si svolge la narrazione in tre fasce.
Sopra la porta d'ingresso si trova il Giudizio Universale: Cristo giudice è circondato dagli Angeli e dagli Apostoli, sotto a destra si trovano i Beati, mentre alla sua sinistra sono le pene dei dannati, raffigurate secondo la tradizione medievale.
Il crocefisso che un tempo completava la decorazione della Cappella, oggi si può ammirare in una sala del Museo Civico; sull'altare statue di Giovanni Pisano.
l'avevo già visitata non restaurata, ma ora è uno splendore....peccato che siam potuti rimanere solo x 15 minuti perchè dicono che troppe persone