Lele Mora, ovvero la genesi delle coppie mediatiche

« Older   Newer »
  Share  
EffeCi
view post Posted on 31/8/2005, 21:42 by: EffeCi




da panorama.it

La fabbrica del gossip

13/5/2005

Succede che ragazza giovane, bella, di normali speranze (matrimonio, figli...) incontri muscoloso ventottenne, col talento nei piedi e conseguente disattenzione a quanto succede ai piani alti del corpo. I due si piacciono, di nome fanno Ilary Blasi e Francesco Totti, decidono di sposarsi il 25 giugno e fra gli invitati c'è il loro figlio (quinto mese di gravidanza). Succede anche che a rovinare la storia rosa entri in scena «l'altra», Flavia Vento che, spiattellando il presunto addio al celibato di Pupone, scatena uno tsunami mediatico con copertine e controcopertine.

A novembre la bufera si era abbattuta su un altro triangolo da rotocalco, Ventura-Bettarini-Fabiani, seguito di lì a poco da una variante eclatante, Ventura-Gori-Parodi. Per l'Italia il dilemma è il solito: schierarsi dalla parte offesa (la cornuta) o dell'amante tentatrice (la rubamariti) o del maschio sessualmente bulimico (il conquistatore)? Semplice. A complicare (e insospettire) c'è solo il tempismo delle confessioni hard, che bizzarramente le signorine in questione colorano di sofferenza e venature romantiche. Alessia Fabiani parla alla vigilia dell'udienza di separazione fra Bettarini e Ventura; Flavia Vento a pochi giorni dal matrimonio dell'anno. Per giunta, sia Vento sia Fabiani prima raccontano e poi smentiscono le loro stesse parole, e lo fanno con due settimanali diversi, vendendo lacrime e pentimenti in pieno clima bipartisan mediatico.

Qualcosa sta cambiando nella fabbrica del pettegolezzo, molto sta marcendo. È «squinzio potere» come dice Roberto D'Agostino citando Orson Welles e riferendosi allo sciame di disinvolte soubrettine, veline, letterine, schedine (tutto in «ine»: a parte seno e natiche c'è attaccato ben poco); ma la deriva mediatica è business milionario, perché la filiera del pettegolezzo sta sostituendo la Fiat come principale industria italiana.

Nell'ultimo anno sono usciti quasi una decina di settimanali televisivi e nuovi rotocalchi del gossip che hanno bisogno di carne. Carne da macello. E c'è chi volentieri gliela fornisce e gliela fornirà nei prossimi mesi, i più caldi.
«D'estate vendiamo il doppio» ammette Bice Biagi, direttore di Novella 2000. Il caso Totti-Vento è perciò il Martini con oliva di un'estate squinzia per la quale, qualcuno dice, è già stata studiata a tavolino la migliore strategia per vendere scoop fotografici e interviste-bomba: puntare sulle sfasciafamiglie o su single da far fidanzare.

Un tempo il fotoreporter di turno si sarebbe appostato fuori della villa del divo, qualche paparazzata e via. Oggi funziona diversamente: lo dice chi ha sparigliato le carte nella partita del pettegolezzo, Fabrizio Corona, fisico da antico greco, testa da manager del Tremila. Tre anni fa ha fondato la Corona's, piccola agenzia fotografica che in poche stagioni sta dando grattacapi ai due colossi storici del pettegolezzo per immagini, Olympia e Unopress. Racconta come fa: «Noi produciamo gossip, non lo aspettiamo. Abbiamo le nostre talpe, le soffiate: sappiamo dove mandare i fotografi. Certe volte l'artista stesso ci dice cosa fa e con chi».

La Corona's è al secondo piano di un palazzo milanese, sulla sua testa, al quinto, c'è la Lm management, l'agenzia di artisti di Lele Mora, agente potente e festaiolo. Che ricorda: «Sono io a dire ai miei artisti con quali giornali parlare e cosa dire».
Le due società non hanno nulla in comune a livello di ragione sociale, ma la contiguità non è solo condominiale: Lele Mora gestisce molti artisti che Fabrizio Corona paparazza. Casualità o strategia? Dietro le confessioni di Vento e Fabiani c'erano i due. Anche Aida Yespica, ex di Pippo Inzaghi e Flavio Briatore, è un'artista della Lm management: la modella è finita recentemente sui giornali per un servizio pepatissimo venduto proprio dalla Corona's (la sua foto figurava in un sito di ragazze a pagamento). «C'è anche un mercato oscuro dei servizi fotografici. Mi spiego: quando becchiamo qualcuno, ci sono tre possibilità» continua Corona. «Se lo scoop è particolarmente delicato, o chiamiamo direttamente l'interessato, che può decidere di toglierlo dal mercato acquistandolo, o lo offriamo al giornale; terza via: il paparazzato viene a sapere delle foto e tenta di fermarle accordandosi con il direttore».

Le tariffe del business variano a seconda di chi è stato colto in fallo: «Fino a 50 mila euro per uno scoop da sfasciafamiglie, da 30 a 50 mila per quelli sui neofidanzati» spara Corona. E poi c'è l'indotto: attrice, velina, tronista, ballerino può prendere anche 200 mila euro l'anno per vestire una data marca, 3-7 mila euro per una serata in discoteca o una convention.
Soffiate e fortuna non bastano a mettere a segno decine di scoop. A Porto Cervo, Lele Mora ha due ville pensate per dare ospitalità ai suoi artisti. A giudicare dalle tresche che sono nate sotto il faraonico tetto sardo, si direbbe che Cupido (o un taroccato sostituto) sia l'invitato d'ufficio. Diciannove camere, una quarantina di posti letto, cene e feste puntualmente documentate dai flash. In due parole, il regno delle squinzie e di chi le vuole. «Sarà un'estate caldissima» annuncia Lele Mora «punto su Linda Santaguida, una delle schedine di Quelli che... il calcio, su Francesco Arca di Uomini e donne, su Costantino. Manuela Arcuri ed Eleonora Pedron girano un film, Estate Costa Smeralda 2005 di Jerry Calà».


I bene informati dicono che dalla scuderia di Mora spunteranno alcuni volti da copertina in versione fresche fidanzate o amanti di mariti famosi, Francisca Estevez ed Elisa Bagordo (un nome, un programma). Voci.
Anche Corona annuncia come si sta attrezzando per i mesi estivi: «Ho preso tre persone in più, lavoreremo anche il sabato e la domenica. Mando sette fotografi in Sardegna, due a Formentera, tre a Capri e Milano Marittima, uno a Portofino, Argentario, Ponza, Eolie». Avvertiti vip e squinzie. Chi veleggia da quelle parti ha l'approdo assicurato sui giornali di gossip.

«Ho sempre detto ai miei artisti di stare alla larga dai posti noti e di non parlare del privato» ricorda Beppe Caschetto, agente di Fabio Fazio, Luciana Littizzetto e altri «anche perché non conviene: i nomi da gossip sono quelli dei reality o da seconda fila, spesso con poco talento».

Gli Effimeri, i Ripescati («L'isola dei famosi», «La fattoria»), le Squinzie e come dice sempre quella malalingua sagace di D'Agostino, le «Arrampicaz..». «Queste mirano alle copertine e al matrimonio. Il loro motto è "godi e parla".Ti stai ancora rivestendo e loro pensano a chi dire: "Ce l'ha piccolo, come amante è un fallimento...". Il terrore corre sul filo delle mutande. Oggi, gli unici a permettersi sesso libero sono i signor nessuno. Meglio essere impiegato che calciatore».
Sarà dunque per evitare una magra sui giornali che le star americane (Hugh Grant, Jack Nicholson & C.) si affidano alle prostitute, esperte, anonime e quasi sempre omertose? Forse. L'Italietta, sculettatrici e sportivoni, si direbbe più ingenua.

Umberto Brindani, direttore di Gente, il settimanale che ha pubblicato l'affaire Totti-Vento, racconta: «Non facciamo solo gossip, puntiamo molto sull'attualità, anche politica. Ma l'attaccante della Roma è un personaggio di rilievo mondiale e uno dei due protagonisti della storia era disposto a parlare. Abbiamo registrato l'intervista, fotografato Flavia Vento che alla fine non se l'è sentita di firmare la trascrizione di quanto detto. Così ho raccontato come nasce e muore una notizia rosa. Nella registrazione abbiamo dettagli dieci volte più circostanziati... Ho impaginato il pezzo perché mi ha dato fastidio ricevere pressioni per sospenderne la pubblicazione. Mi sono sentito minacciato e ricattato».

Sull'onda della prima copertina ne sono arrivate altre due, una di Chi con la smentita di Flavia Vento e una seconda di Gente con un'intervista a Ilary Blasi che rassicura: «Tutto bene».
Tutto bene mica tanto, perché gli italiani si meritano «l'estate squinzia» in arrivo, la stagione delle notizie rosa taroccate, la Falsopoli, volgare lato sensu, finta come le borse di Hermès vendute dai vu' cumprà. Che nessuno alzi il dito bacchettone, inorridito dall'Italia di veline, calciatori e gossip. È quanto ci meritiamo, è il precipitato dell'Homo videns, il teleconsumatore individuato in molti scritti da Giovanni Sartori, che ha spodestato l'Homo sapiens. Con angolature differenti, docenti, intellettuali, critici tv, esperti interpellati da Panorama (i pareri in queste pagine) si sono infatti trovati d'accordo nell'assolvere Effimeri, Ripescati, Squinzie e nel condannare il sistema che li ha partoriti.

Aldo Grasso, critico tv: «Il dietrolequinte è più importante di ciò che succede davanti alle quinte. Siamo l'unico Paese che ha trasmissioni di calcio con squinzia incorporata perché si pensa che questo voglia il pubblico. C'è di peggio: la squinzia è un modello per molte ragazzine, passate dai reality, da Amici, Al posto tuo...».

Stefano Zecchi, filosofo e neoassessore alla Cultura di Milano: «La tv come la società non premia la professionalità. Così inizia la corruzione. La società laica è immorale, perché non ha principi guida, non ha valori da passare». Peppino Ortoleva, docente di storia dei mezzi di comunicazione: «Non chiamiamolo gossip, è ipocrita, è un modo per nobilitare il puro pettegolezzo. Si sparla di chi si invidia, si gode nel vedere che il calciatore miliardario ha dei guai. Se l'Italia è diventata pettegola è perché i personaggi della tv sono fra i pochi argomenti in comune, condivisibili, trasversali, interclassisti. La tv produce personaggi di serie B, per la natura del mezzo. Nessuno si sente inferiore a Fabrizio Frizzi...».

Carlo Freccero, intellettuale del piccolo schermo: «I giornali si sono sempre più televisivizzati, questo esercito di sciacquette e belloni non ha altro da vendere che il proprio privato, vero o falso che sia». Valentina D'Urso, docente di psicologia e autrice di molti libri: «I casi Lecciso, Costantino-Alessandra, Ventura ci obbligano a confrontarci sulle regole etiche-estetiche, a dire cosa va bene e cosa no. Commentando la copertina-scandalo, mostro la mia identità e la mia ideologia». Fabio Visca, intellettuale ed esperto di cuore: «Le squinzie sono le donne della "generazione porno" dove tutto è lecito, nulla scandalizza più: ragazze che si vantano di essere disinibite, chiassose nel vestire, mascolinizzate negli atteggiamenti, aggressive, predatrici».

Geronimo La Russa, figlio di Ignazio, finì sui giornali di gossip per aver fatto salire in casa sua Flavia Vento: «Lo ammetto, sono caduto in un'imboscata. Ci presentò un comune amico, la invitai a casa mia senza malizia. Da allora sto lontano da veline e simili». Alessia Fabiani difende la categoria delle squinzie nella quale è stata rubricata dopo le rivelazioni sulla sua presunta love story con Bettarini: «Non mi piace essere chiamata squinzia o sgallettata: non c'è stata nessuna fabbricazione della notizia».

Un tempo c'era il «divano del produttore» dove aspiranti attrici si concedevano per essere scritturate, oggi c'è la «panchina del calciatore» con convocazione di fotografi o intervista a seguire. Dino Risi, mitico regista di Il sorpasso, I mostri e tanti film di satira sociale, che ha più volte ammesso di aver girato un film per portarsi a letto l'attrice protagonista, taglia corto: «Ai miei tempi c'erano pochi divani e da lì dovevi passare per entrare nel dorato mondo del cinema. Oggi ci sono tante panchine, dei calciatori e dei direttori tv, di autori, giornalisti. Veline, modelle, letterine... Sono tutte cretinate immense! È un mondo di imbecilli. Questi sì che sono Mostri».
 
Top
63 replies since 18/7/2005, 20:53   20983 views
  Share