Mediaset vs. Rai e tutto quel che segue...

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EffeCi
view post Posted on 10/9/2005, 22:46 by: EffeCi




Riporto, dal blog di Platinette:

MENTANA: LA BATTAGLIA

Come avvio di settimana lavorativa non c'è male: volevo casino e casino ho avuto, l'ultima della serie è la "questione Mentana"; lo intervisto,dopo la prima puntata di Matrix, garrula e ciarliera come sempre, ma per "l'imperdonabile errore" di avergli sottoposto il titolo dell'Apertura di Libero, mi fa a fette,nervosetto come mai...Risultato? la questione è aperta e Feltri va avanti,oggi pubblica alcune mie dichiarazioni e DagoSpia (stamattina mi telefona l'irraggiungibile Dago e,non c'entra niente, ma rido mezzora perchè "...sai che dovresti da fa? L'imitazione de a Ventura,solo che er programma lo chiami Quelli che 'r cazz...(beh, un genio del basso come nessuno...) mette on line ciò che segue:

- LETTERA DI PAOLO LIGUORI A LIBERO
Caro Vittorio Feltri ieri mattina, dopo aver letto Libero, ho fatto un salto. E non sono un tipo facilmente impressionabile. L'attacco a Mentana mi è sembrato troppo forte, esagerato, perfino violento. Mi sono chiesto: che ti ha fatto di personale? Perché soltanto un insulto grave giustifica una “ripassata” come quella dedicata ad Enrico, dopo l'unica puntata di Matrix andata in onda. Ti conosco abbastanza e so che ti piace ragionare a partire da posizioni chiare. Va bene.

Tutti i giornali dell'establishment hanno celebrato Matrix e il suo autore, ancora prima di vedere un fotogramma, capisco che a te prudevano le mani, copertina dopo copertina. Non ti piacciono le beatificazioni scontate, ti fanno venire l'itterizia. Fin qui, riconosco Vittorio Feltri e so che si siederà apposta sempre ben distante da Enrico Mentana. Libero te, Libero il giornale.

Ma la “caduta del piccolo Dio” che c'entra? Quando e come si sarebbe verificata? Perché la prima puntata di Matrix ha raccolto il 24 per cento di share, ti sembra una caduta? Non voglio annoiarti con le cifre, cerco di scrivere come parlo e come mangio. Il 24 per cento è un telespettatore su quattro. È tantissimo. Per fare un esempio, Vespa raccoglie, quando fa il 20, uno spettatore su cinque. Altri, i comici, il grande intrattenimento, inchiodano uno spettatore su tre. Solo Celentano, Sanremo e la Nazionale ai Mondiali ipnotizzano uno spettatore su due.

Ma il 24 per cento è un privilegio che il pubblico riserva a Bonolis, alla Ventura, a pochi altri. E sono tutti collaudati professionisti dell'one man show. Enrico Mentana è entrato tra questi a gonfie vele, al primo colpo. Tu spieghi e argomenti tutti i difetti della trasmissione. Hai ragione su molti particolari. Ma proprio i difetti esaltano il principale risultato, che a me è apparso evidente fin dalle prime battute: tutto quel pubblico si era radunato per rivedere Enrico Mentana in tv. Da solo, cresciuto in immagine e responsabilità, alla prova di un contenitore diverso dal telegiornale che gli italiani gli riconoscono di saper fare bene da oltre un quarto di secolo, se aggiungi gli anni della Rai a quelli di Mediaset. Senza reti e protezioni garantite dalla professionalità di una redazione, dalla forza di un traino. Ci sono aspetti della televisione che non si riescono a spiegare del tutto nemmeno dopo cinquant'anni. Perché una faccia “passa” e un'altra no? Perché un personaggio sconosciuto ottiene consensi impensabili e un cervellone o una bellona scorrono come due gocce d'acqua? Non te lo so spiegare davvero.

Sono sicuro istintivamente che l'esordio di Enrico Mentana nella nuova veste segna un inizio importante. Avrebbe potuto chiamare il programma Enrico Mentana Show, avrebbe fatto lo stesso risultato. È sembrato lui il più forte dei contenuti. Il pubblico voleva rivederlo e non si è affatto annoiato. Nessuna frase clamorosa di Tremonti o Bersani lo avrebbe soddisfatto più dei riccioli o dei sorrisi di Enrico. Nessuno ha osato criticare l'emozione che lo faceva dondolare, o la moglie seduta a sostenerlo in prima fila. Altro che caduta.

Il 5 settembre 2005, secondo me Mentana ha preso il testimone ideale da Maurizio Costanzo ed ha riempito un vuoto di Canale 5. Che a te e a molti altri non piaccia, è legittimo. Anzi, Bruno Vespa ci conta, perché non ha affatto l'intenzione di chiudere bottega. Ma qui siamo in presenza di un evento televisivo che non può essere liquidato con i difetti di una trasmissione. Che poi non erano soltanto difetti, perché nella confusione e nell'eccesso si sono viste ottime idee nuove da parte di tutto lo staff che a me fanno intravedere un futuro dell'informazione televisiva più ricco e divertente.

Ma veniamo al punto centrale del tuo ragionamento, il rospo che ti sta di più sullo stomaco: Mentana è un “paraculo”, fa finta di essere cacciato da Berlusconi e invece sguazza su Canale 5 e nei denari del Cavaliere. Se la vedi così, non ho argomenti per contraddirti. Ma prova a spostare il punto di osservazione. L'ambiguità del rapporto tra Mentana e Berlusconi è stata sempre la forza di entrambi. Difficilissima da gestire per quindici anni senza rotture. Senza finzioni, Enrico ci ha costruito la credibilità sua e del suo telegiornale, Silvio ha giustamente sbandierato la libertà delle sue televisioni. Ed è ancora così: Mentana ritorna, forte anche di un pubblico che lo ritiene “irregolare”, ma in altri tempi avrebbe seguito soltanto Santoro e Piersilvio Berlusconi, oggi timoniere al posto del padre, ne segue l'insegnamento, affidando la trasmissione di punta al giornalista più famoso, diventato tale grazie a Mediaset. Un patrimonio del genere non si spreca per capriccio o puntiglio. E lo stesso Mentana, su questo punto, non ha mai fatto giochini: ha sempre detto, in pubblico e in privato, che deve il suo successo alla libertà che ha avuto su Canale 5.
Basta così. Scrivo senza aver visto la seconda puntata di Matrix. Da amico in disaccordo, aspetterò che i fatti diano il giusto peso alle nostre impressioni.


2 - LA RISPOSTA DI VITTORIO FELTRI
Caro Paolo Liguori, non mi sembrava il caso di fare un salto dopo aver letto il mio articolo su Matrix. Ho espresso la mia argomentata opinione non solo sul programma, ma anche e soprattutto sul comportamento di Mentana. Il quale come è apparso in video ha raccontato una balla: sono stato licenziato da Berlusconi. Licenziato ha un significato preciso: mandato via, buttato fuori dall’azienda. Enrico invece fu semplicemente sollevato dall’incarico di dirigere il tigìcinque e promosso direttore editoriale; per essere schietti, lo stipendio non gli è mai venuto a mancare. D’altronde se fosse stato licenziato ora non sarebbe lì a menare il torrone a Matrix. Segno che il Cavaliere e suo figlio Piersilvio (che saluto, e gli ricordo la Range Rover) non sono poi così maledetti. O sbaglio? Eventualmente correggimi. Ma su questo punto costato che sorvoli. Amen.

Con Mentana non ho nulla, nessun fatto personale e mi stupisco tu possa pensare il contrario. L’ho criticato perché lo meritava, a mio (trascurabile) giudizio. Spero sia ancora lecito esercitare il diritto di critica. Mi rendo conto di essere una pecora nera; succede sempre più raramente che qualcuno manifesti il proprio parere, in particolare se negativo, a prescindere dalle convenienze, dagli umori e dai malumori. Io lo faccio e lo farò finché mi sarà consentito dal giornale per il quale lavoro. Già, mi piace così. E ho il conforto dei lettori di Libero, più che bastevole.

Dici: il nostro titolo, “La caduta del piccolo dio” non c’entra. C’entra, eccome. È o non è una caduta, quantomeno di stile, sputare in faccia all’editore che ti ha fatto salire e ti mantiene nel regno dei cieli? Le cadute, piuttosto, sono parecchie. Almeno altre tre e coincidono con i picchi di ascolto. Matrix si è iniziata con 6,8 milioni di spettatori ereditati dalla trasmissione precedente (e qui replico anche a Paolo Calvani, direttore della comunicazione Mediaset) e subito dopo il pubblico si è dimezzato o quasi. Ti sembra un successo?

Da notare che Mentana ha goduto (grazie alla lobby giornalistico-industriale-finanziaria che regge le sorti della stampa italiota) di un appoggio incredibile dei mass media: copertine su copertine che hanno accresciuto l’attesa per il suo ritorno davanti alle telecamere. Nonostante ciò, nonostante l’assenza di concorrenza, Enrico è andato giù. Matrix, sostenevo, ha avuto tre picchi: quando sono andati in onda il matrimonio di Ricucci, i vucumprà fasulli sulla spiaggia di Capalbio, le interviste davanti alla sede del Corriere della Sera. In tutti e tre i casi, Mentana non era in video. In altre parole, la sua assenza momentanea dal teleschermo ha fatto impazzire gli ascolti. La bravura del conduttore è dunque consistita nel fatto che egli si è tolto di mezzo per un po’. Ma anche su questo dato interessante tu sorvoli. Perché?

È vero. Ho scritto che il programma è di una noia mortale. Lo è per chi da esso si attendeva una informazione nuova. Il problema è che Matrix non solo non ha dato informazione nuova ma neppure informazione. Mentana ha cazzeggiato. E se il cazzeggio si sostituisce alle notizie e alla politica, il cittadino è escluso dalla democrazia. Perché non sa. E chi non sa, non è consapevole dei fatti, quindi li subisce.
Da anni si grida al regime. Siamo arrivati al regime del cazzeggio. E tu lo confermi affermando: “... Nessuna frase clamorosa di Tremonti o Bersani avrebbe soddisfatto (il pubblico) più dei riccioli o dei sorrisi di Enrico”. Caro Paolo, qui sei caduto anche tu. Cosa vuoi che m’importi dei riccioli e dei sorrisi di Mentana? È un argomento serio quello dei boccoli del putto?

Voi di Mediaset non dovete eccitarvi per il 24 di share. Sugli altri canali non c’era una offerta allettante, né c’era Porta a Porta a disturbare il putto. Al quale putto ho riconosciuto lealmente di essere stato un grande direttore di tigì. Ma se uno è grande portiere non è detto sia anche un grande centravanti. Mentana è un portiere. Vada a parare in un’altra tivù, magari più piccola, diciamo rionale, così vedremo se sarà capace di trasformarla in qualcosa di maggiori dimensioni. Nossignori. Lui preferisce mettere le radici a Mediaset dove scorre il grano, si può insultare il padrone e sono comunque garantite basi d’ascolto non indifferenti. Inoltre ho precisato che se a Matrix saranno tolti i difetti denunciati, potrà diventare un programma accettabile. Finché i difetti permarranno saremo costretti a segnalarli. È legittimo?

Non ho scritto che Mentana è un paraculo. Rileggi il mio articolo di ieri. Di culi s’intende di più lui, Enrico, il quale, intervistato da Platinette, ha profittato per ribattere a me in un modo che ne rivela il gusto e la personalità. Ha detto che non legge il mio giornale perché è piccino. Effettivamente è piccino, anche se non quanto lui. È andato più in là, il povero Chicco pieno di boria e di volgarità e di rabbia. Ha rivelato a Platinette e al suo pubblico che io scrivo certe cose perché ho le emorroidi. Questi sono gli argomenti di Mentana.
Per scendere un attimo al suo livello di trivialità e stupidità, posso solo aggiungere che lui con ogni probabilità non soffre di emorroidi, altrimenti avrebbe l’emicrania.

 
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