| PER GIOCARE A CALCIO NON È INDISPENSABILE ESSERE TEPPISTI, PERÒ AIUTA MOLTO IL CAPRONE ZIDANE IERI SERA È DIVENTATO LA CARICATURA DEL DELITTO D´ONORE SCORNATI I TERZOMONDISTI, CERTI DEL RIGURGITO FASCIO-RAZZISTA DEGLI ITALIANI
Francesco Merlo per La Repubblica
Di sicuro era meglio se stava zitto. Ha detto infatti che «la reazione è stata al di sotto della provocazione». E dunque Zidane, che ha abbattuto con una testata Materazzi, vanta ancora un credito e deve essere risarcito: ci vorrebbe adesso una bella coltellata, o un colpo di pistola, o una solenne esecuzione ordinata dalla Fifa e approvata dal sessanta per cento dei francesi.
Insomma, Zidane sarà anche un campione, ma non c´è nulla di più "scemo" che tirare fuori la madre, la sorella e la moglie a giustificazione del proprio energumenismo. Perciò Zidane ieri sera è diventato la caricatura del delitto d´onore. E anche l´afrore selvatico, arcaico e animalesco, l´antico retaggio pastoral mediterraneo dell´onore qui è ammorbidito dall´inconsistenza, dalla mancanza dell´offesa alla donna. In questa storia infatti non ci sono donne violate ma, se è vero quel che ha raccontato Zidane, ci sono due caproni: uno che ha straparlato e l´altro che ha usato la capa, ma solo perché non aveva a portata di mano "u scannaciareddi", il lungo serramanico appuntito e tagliente che i macellai usano per sgozzare gli agnellini.
Eppure, qualcosa ci è piaciuto nella pomposa intervista di Zidane, preparata e vissuta in Francia come l´annunzio del Messia. Ci diverte che ci siano rimasti male i terzomondisti, gli islamofili, quelli che, come l´organizzazione "Sos racisme" avevano letto nei movimenti labiali di Materazzi un trattato di De Gobineau. Sicuri dell´insulto etnico, avevano trasformato Zidane da colpevole autore di un gesto irresponsabile, cialtrone e volgare, da bullo dei campi calcio in un dannato della Terra oltraggiato, in un algerino aggredito dall´Oas. E in tanti erano pronti a scendere in piazza, a manifestare contro l´appropriazione indebita della coppa, contro il rigurgito fascio-razzista degli italiani, contro l´espulsione reazionaria a danno della Francia multiculturale.
Al contrario dispiace, a noi che abbiamo ammirato la sua grande eleganza calcistica, che Zidane da riprovevole sia diventato anche ridicolo, da campione isterico si sia trasformato nella macchietta della lesa maestà di Francia. E difatti ieri in tv Zidane sembrava un tragicomico personaggio dei "Delitti esemplari" di Max Aub, di quelli che commettono violenza per futili motivi e ti fanno rimanere senza parole per la gratuità assoluta e per la totale mancanza di ragioni, per la banalità del gesto collerico, furiosamente vestita di saperi dai giornalisti e dagli intellettuali e recitata da Zidane con una gravità da maschione : «Mi tirava la maglietta», «non era la prima volta che mi insultava», «ci sono frasi che fanno più male di un cazzotto»….
Sembrava di sentire le lagnosie infantili collodiane: «Mi metteva gli ossi delle ciliege nella tasca», «afferrava le mosche e me le gettava nell´orecchio», «mi allargava il buco del grembiule». Perciò questa intervista, che ha aggiunto oltraggio a oltraggio, ci toglie l´ultimo dubbio: Zidane non merita il titolo di miglior calciatore dei mondiali, che dovrebbe essere assegnato al più corretto e al più leale. Meriterebbe invece di essere affidato ai servizi sociali, per accelerarne la crescita e stimolarne la maturazione.
L´intervista del resto arriva a conclusione di una campagna nazionale francese che mira a rovesciare il fatto e, paradossalmente, a rendere reversibile la storia di questo mondiale. Istintivamente, come fosse un pensiero unico, già all´indomani della sconfitta, gran parte della stampa parigina aveva cominciato a costruire attorno a Zidane un eccentrico mondo di serissima mistificazione, con l´idea del generoso ma duro "marsigliese" che reagisce all´offesa del piccolo provocatore di professione, un personaggio dei romanzi di Izzo, un eroe che applica un codice d´onore brutale ma virile contro tutti i cagnacci spregevoli come quell´italiano. È una sorta di leghismo rovesciato che capovolge anche l´ovvietà, perché trasforma le cose nel loro contrario.
Chi infatti dovrebbe starsene nascosto, a morire di vergogna, è Zidane e non certo Materazzi. Alla fine l´intervista ha solo confermato che non ci sono attenuanti per Zidane, che non c´è provocazione che giustifichi una violenza fisica premeditata, vale a dire il contrario dello sport: la slealtà combinata con la ferocia. Ed è un peccato che dopo essersi comportato come un casseur di banlieue (recidivo), Zidane abbia esibito in tv anche lo status di stella impunita, di homme-France che pensa di godere dell´immunità come un qualsiasi parlamentare italiano.
D´altra parte l´intervista, con quel suo affannoso cercare attenuanti, dimostra anche che chi l´ha premiato l´ha fatta ancora più grossa. Nessuno ha dato la palma del miglior calciatore a Maradona dopo che ha segnato il gol con la mano, e nessuno ha celebrato Totti dopo il suo famigerato sputo all´avversario danese. Capita infatti che i giocatori si comportino da teppisti, ma è grave che al teppismo di Zidane si vogliano trovare delle ragioni. Insomma per giustificare un premio ingiustificabile, ci si è messi a pesare il banalissimo insulto di Materazzi: la famiglia, la sorella, la mamma…
L´intera intervista è stata orchestrata come una legittima rivincita su una partita di calcio perduta sul campo. E purtroppo la grande Francia, la nostra amata Francia con questa difesa a oltranza di un teppista mette a rischio la sua proverbiale eleganza. Sembra infatti la Francia antipatica e supponente dei pregiudizi e delle barzellette: vi immaginate Voltaire che giustifica o solo nasconde con le attenuanti un comportamento arrogante e violento?
Ma c´è di più. L´intervista vale un´altra testata. Non c´è peggio di chi prima ti offende fisicamente e poi, per giunta, ti vuole spiegare perché l´ha fatto; prima ti colpisce e poi ti dà anche del cretino perché tu non hai capito le sue ragioni. No, non era adesso in tv che Zidane avrebbe dovuto trovare le parole ma sul campo, e rispondere, come fanno tutti, all´insulto con l´insulto, invece di usare la testa come un pitbull usa le fauci. Ancora: subito dopo la partita, Zidane avrebbe potuto chiedere scusa a tutti i tifosi, cercare l´avversario aggredito e magari invitarlo a passeggiare con lui sugli Champs-Élisées, per mostrare a tutti che si può perdere la testa ma anche ritrovarla, e che i colpi proibiti, gli eccessi, le oltranze, insomma il coup de sang finisce quando finisce il gioco. Durante una partita, quando c´è il contatto fisico, l´insulto alle mogli e alle sorelle è scontato, anche se nessuno conosce davvero le mogli e le sorelle dei giocatori o degli arbitri che mai si ritengono offese, mai si ribellano, mai querelano. E negli stadi vengono esibiti striscioni nei quali "il cornuto" è addirittura elevato ad arte popolare.
E comunque nessun insulto giustifica l´aggressione all´avversario indifeso, l´attacco di sorpresa e di nascosto. Tolgano dunque a Zidane il premio di migliore giocatore del mondiale e lo consegnino con tante scuse a Buffon o a Cannavaro, alle cui caviglie Zidane neppure arriva (è un insulto? speriamo che, se ci incontra, Zidane non ci rifili una testata).
Dagospia 13 07 2006
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