CITAZIONE
MADONNA, CHE FENOMENO!
ROMA HA SCOPERTO L’ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA UNA CHECCA E LA DONNA
ECCO A VOI UN ARTISTICO E SCORREGGEVOLE MIX DI NARCISISMO E INDOTTRINAMENTO
TUTTI MADONNARI: RUTELLI, TOTTI, ALMODOVAR, CHIAMBRETTI, VALERIONA E BAGLIONI
1 – TUTTI MADONNARI: RUTELLI, TOTTI, ALMODOVAR, CHIAMBRETTI
Valerio Cappelli per il Corriere della Sera
«Mantengo una promessa fatta due mesi fa alle mie figlie», dice Francesco Rutelli prima dell'inizio del concerto. E le proteste dei tre deputati della Margherita contro la popstar che «provoca» Benedetto XVI? «La libertà nel mondo dello spettacolo non si tocca. Ma altrettanto importante è la libertà di critica del pubblico. E ciascuno è libero di giudicare show e cantanti».
Anche il vicepresidente del Consiglio tra i settantamila dell'Olimpico. Un pubblico variegato e variopinto, dalle single col cappello da cow-boy ai trans scolpiti come Madonna, ragazze col piercing e pariolini, quarantenni e teenager. Tra i cosiddetti «vip» Elio Fiorucci, Claudio Baglioni, Pino Daniele, Carla Fendi, Serena Dandini, Adriano Giannini. E ancora: Stefano Accorsi, Del Piero, Irene Grandi, Elisa, Fiorella Mannoia, Renga con Ambra. Applaudono anche Almodóvar, Penélope Cruz, Lenny Kravitz. Totti e Ilary qui giocano in casa. Piero Chiambretti fa la pagella: «Per lo spettacolo merita 10, alla cantante do 5. Madonna catalizza l'interesse generale facendo qualunque cosa, la canzone, la gravidanza, il matrimonio. Ho letto che i bagni da lei usati allo stadio dovranno essere buttati giù per poi essere battuti a pezzi nelle aste su internet. La musica è sempre meno spettacolo: lo spettacolo è la rappresentazione della musica».
Che cosa deve fare un'artista che non è particolarmente bella né particolarmente dotata, ma con una volontà indomita con cui ha scolpito il suo corpo? Deve correre, attraversare le praterie dance, rave, techno, gospel, western, puntando sull'eccesso. Deve abbracciare dimensioni opposte, un occhio alla spiritualità, l'altro all'eros, religione e sensualità. E' la diva che flirta col pop commerciale. David Zard è il promoter che la portò nel '90: «Merita 10, è la dimostrazione è il pubblico di stasera, è una donna che tiene banco da vent'anni, è anche un'ottima madre da quello che mi raccontano». Manuela Arcuri: «Si è misurata in teatro, cinema e musica ed è sempre all'avanguardia: 10!». «Sa ballare, cantare e recitare, cosa volete di più?», dice Rossella Brescia di «Colorado Cafè» che le dà il massimo perché «si rinnova sempre, ogni volta trova una chiave vincente per fare questo mestiere».
2 – UN FENOMENO, ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA UNA CHECCA E LA DONNA
Aver talento/Essere un talento: sono due cose che vengono sempre confuse. Che la picchiatella specializzata in "atti di molestia sessuale" e motti scorreggioni ("Siete caldi?") sia un feticcio dei Tempi Moderni, ormai, questo è ripetuto e risaputo; nessuno vorrà mostrare l'ingenuità di credere che esista nella realtà anche una Madonna con finalità artistiche. In realtà, questa signora di 48 anni alta come un comodino, dalle cosce da terzino e il sorriso scostumato dal silicone, nasorifatta e truccata con tre chili di pongo come certe spogliarelliste senza fortuna, che ha capito come con il risucchio delle labbra sulla punta del microfono si potessero ottenere momenti musicali di grande intensità, è un talento volpone e marpione.
La Ciccone, che non possiede ingegno ma è un genio, è una “media company” in gonnella che ha capito fin dagli anni 80 che non basta la musica per vendere dischi. Il nuovo grande pubblico è sensibile non tanto al disco in sé, ma a tutto quello che lo accompagna: la nascita di nuovi indirizzi di costume, la rappresentività degli artisti, la loro capacità di esprimere e produrre uno stile; gesti, comportamenti, opinione, cioè cultura nel senso più ampio del termine. E' falsa come il colore dei suoi capelli? Ma come rimproverare a qualcuno di essere ipocrita in un mondo dove niente è vero?
Ad innescare un'antipatia verso la nostra sgallettata c'è infatti quel vecchio e costante e certamente ancestrale terrore di "sentirsi presi in giro" dalle sue repentine giravolte: ieri Marylin Monroe in discoteca, oggi Mater Dolosa sulla croce, domani Moira Orfei tra gli elefanti ricchioni. La mancanza di carattere ("Spesso il talento è un difetto del carattere", Karl Kraus) è una sfida che funziona. E' una sfida e una difesa, perché esalta la superficie come il massimo della profondità. Un "superficialismo" che evita il dramma, permette il supremo eclettismo, incita al movimento, stimola l'ironia più Kitsch e peciona. Come i risultati di certe partite, l'immagine di Madonna si commenta da sola. Mimica, caricaturale, parodistica, carnevalesca, con materiali recuperati tra l'epoca del flipper e quella del videogame. Immagine burlesque, come "digest" del Kitsch: tutta ironia, irrisione, irriverenza, corporeità, spiazzamento, linguaggio basso, perfomance, rimescolamento di generi, uscita dai ruoli e rimessa in questione di alcune cose: Sesso, Desiderio, Fede. Ecco l'impiego del crocifisso come referenza aggressiva: "Ho sempre trovato i crocifissi molto sexy, perché c'è sopra un uomo nudo". Insomma un fenomeno, l'anello di congiunzione tra una checca e la donna.
Infatti, come tanti ex-giovani, Madonna non sa chi è. Ogni volta è il vestito che indossa. Dalla guèpiere di cuoio nero con borchie paracapezzolo, che sembra una poltrona da dentista, all'abito flamenco in domopack rosso, dal grembiulino da bambinaccia infoiata al completino da ciclista della domenica: l'Arca di Noè del Kitsch muta costantemente come un'allucinazione.
Qui non decidono le nostre ragioni, ma il nostro gusto. Questa volenterosa signora Ciccone esprime perfettamente, con la beata furbizia di un sintomo inconsapevole, l'ultimo stadio della volgarità moderna: fare della propria vita un'opera d'arte. Come Andy Warhol, si erge monolitica, suprema, come artista che non serve assolutamente a niente. Una favolosa nullità che, se si vuole, meglio di ogni altro serve a misurare il Kitsch universale, raccontandoci senza peli sulla lingua (e se li ha, non sono i suoi, direbbe Grillo) il mondo com'è. Scemo, perverso, volgare.
3 – DENTRO, FINO AL BUCO DEL CULO
Il giornalista (frocissimo) italoamericano Michael Musto ha recensito così il concerto di Madonna, per il “Village Voice” di New York:
Morirei per te, caro lettore – o al limite mi comprometterei un po’. Proprio l’ultimo weekend, sono andato fino a Atlantic City a vedere Madonna crocifissa. Ma immagino che non fosse un vero sacrificio - il mio. Almeno sono riuscito a beccare Maddy senza le regine del clichè che si mettono in fila per vederla a New York – e oltre, non sono stato invitato a vedere lo show a NYC e adoro l’energia straripante di Atlantic City e le sue calde contraddizioni – come i negozi Vuitton e i go-karts, alta società e bassa comicità, e uccelli che beccano le tue briciole mentre mangi pollo fritto.
Madonna? Stava bene, mentre il Boardwalk Hall era più caldo di Brandon Routh perché la piccola diva aveva decretato che l’aria condizionata avrebbe rovinato la sua voce – come l’altra soul legend Aretha Franklin. “Togliti la maglietta”, ha suggerito un giornalista, ma io ho saggiamente replicato, “Oh, no. C’è solo una vecchietta che si toglierà i vestiti questa notte, e questa è Madonna”.
Ma inaspettatamente, la signora rimase vestita – se non per le sue gambe di pollo –mentre serviva uno stupendo artistico e scorreggevole mix di narcisismo e indottrinamento. Assomigliava ad Ann Coulter con vestiti migliori, è entrata, come Glinda, tramite una palla discendente e luminescente ed è riuscita ad unire le due metafore preferite – tormentare un palo da stripper con una sella attaccata – mentre 5 multi schermi e un gruppo di ballerini atletici risucchiavano quello che rimaneva della nostra attenzione.
Quando è stata fissata sul croce per “Live to tell”, non era scioccante per niente - era solo sciocco, dato che aveva addosso un vestito da segretaria di ufficio e un mio amico urlava: “Gli ebrei non fanno questo! Questa immagine non significa nulla per noi!”. Ma Maddy pose fine a qualsiasi obiezione dando seguito al numero con inconfutabili immagini di bambini africani orfani dall’Aids. (Per il mio prossimo show, ho in mente di mettere sotto sopra il Corano mentre parlo dei pericoli del colesterolo). Gli altri temi spaziavano dai dittatori sono tanto cattivi ai gay sono così buoni, ma l’approccio intellettualoide e lo sfaccettato vocalismo hanno lasciato l’audience - che sembrava simile a quella di Wayne Newton, comunque - contenta dello spettacolo.
Verso la fine, Madonna ha lasciato ogni pretesa e la scena si è illuminata per il numero de “La Isla Bonota” che era come un spot per la Costa Crociere ricolme di Haway Punch e un medley di canzoni Anni 70 - il tutto sembrava come un rimasuglio di questi film disco pieni di coca. Non ha mai parlato tranne per urlare ripetutamente, “Mi sto facendo un culo così. Voglio vedervi in piedi e urlare! “. Ma questo è il motivo per cui amiamo questa donna - non ha benché il minimo desiderio di far finta di provare sentimenti. Non è una sòla come Michael Jackson. Ci da dentro fino al buco del culo.
Dagospia 07 Agosto 2006