Il Senso della vita, Bonolis ci riprova

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°Flavia°
icon10  view post Posted on 25/11/2005, 12:15




Un Paolo Bonolis così non si era mai visto. Sembravano passati secoli dalle tensioni di Serie A . Ieri, in seconda serata ha debuttato, su Canale 5, Il senso della vita e comunque vadano gli ascolti il conduttore è soddisfatto. Questo programma - difficile da definire, un misto tra talk show, varietà, approfondimento - è esattamente quello che voleva fare, come si dice: il sogno nel cassetto. Una puntata che si è snodata tra musica di qualità con lo Stefano Di Battista Jazz Quintet, un dibattito sugli effetti negativi della pubblicità (chissà come lo avrà preso Mediaset), una lunga chiacchierata con Michele Placido, la vecchia classifica stilata da «Cuore» nel 1993 (allora inserto dell’ Unità ) sui dieci motivi per cui vale la pena di vivere, le gag comiche di Olcese e Margiotta, nonché i distillati di «saggezza» di Flavio Oreglio («La domanda della vita non è più chi è Dio, ma chi è la Talpa», oppure «La vita è come la Marini, tutta da rifare, ma è anche come Bonolis: carissima»).
Il programma parte con il brano di Vasco Rossi «Senso» e Bonolis sornione che dice: «La vita è un grande catalogo dove puoi ordinare quello che vuoi, tanto ti mandano sempre la taglia sbagliata». Si cita Jim Morrison, il filosofo greco Democrito, si ricorda la morte di Freddy Mercury, si ascoltano storie edificanti come il medico che ha dedicato gli ultimi 10 anni della sua vita all’aiuto dei profughi albanesi, coinvolgendo tutta la sua famiglia.
Arriva la leggerezza con la classifica di «Cuore», commentata da Bonolis-Laurenti. Si parte dal fondo: la libertà, i soldi, «Cuore», viaggiare, la fine di Andreotti, la musica, il sesso, la fi.. (e qui si scatenano battute e calembour complice anche il quadro assai esplicito di Gustave Courbet, «L’origine del mondo»), gli amici e primo l’amore.
Entra Michele Placido, protagonista di una insolita intervista: Bonolis non fa domande, mostra delle immagini che suscitano pensieri e ricordi nell’attore-regista. Che ha racconta della sua gioia di diventare padre a 60 anni, della sua infanzia, della religione e Padre Pio, della forza artistica di Pasolini, della bellezza delle donne (commentando una foto del calendario dell’ex velina Palmas dice: «Quanti di voi non tradirebbero la moglie se bussasse una così alla porta?»); dell’«arroganza politica» di Bossi che non ha rispettato la gente del sud.
Lo studio ha colori caldi, è tecnologico e familiare insieme. Bonolis si muove come fosse a casa. E’ meno logorroico, meno nervoso nei movimenti, ha lasciato le vesti del predicatore. Si vede che sta mostrando con fierezza e passione la sua creatura, che magari non piacerà: l’ha messo in conto (ma non si darà per vinto). Certo è una serata strana per Canale 5. Torna Oreglio: «Sant’Agostino diceva che la felicità è desiderare quello che si ha, mia zia Nilde dice: date a Sant’Agostino la mia pensione e vediamo se continua a sparar cazzate». Un’immagine del Tevere sporco da far schifo, poi un dato inquietante: in Italia ci sono 110 telefonini ogni 100 abitanti. Sembra davvero che si cerchi il senso della vita.
Ecco il dibattito con Massimo Fini, «epurato» dalla tv e il neurologo Rosario Sorrentino. Il tema è scottante. Il giornalista sostiene la tesi che ormai la produzione ha bisogno che la gente abbia molti bisogni, quindi li crea (con la pubblicità). Sorrentino sottolinea che questi continui stimoli ad avere di più sono un pericolo. Fini incalza: «si stava meglio nella società preindustriale, quando si cercava un equilibrio in ciò che c’era già. Oggi invece non ci si accontenta e questo genera infelicità, perché non c’è limite alle cose che non si hanno». L’affondo finale di Sorrentino parla di come la pubblicità generi «un senso di inadeguatezza nelle persone, crei una sorta di tossico-dipendenza dall’oggetto». Finale di Fini: «Due anni fa il governo Berlusconi incitava la gente a comprare per aiutare l’economia. E’ una follia».
Il senso della vita si chiude in musica con la splendida voce di Nicky Nicolai. Al di là di tutto, Bonolis ha mostrato coraggio. Ci ha provato.

Maria Volpe

lamescolanza

 
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°Flavia°
view post Posted on 25/11/2005, 12:56




Va il 'Senso' di Bonolis, ma Vespa fa di più

Buona partenza per 'Il senso della vita' di Bonolis: 20,66% di share. 'Porta a Porta', che proponeva una puntata dedicata all' 'Isola dei famosi', e' stato pero' piu' visto.

Roma, 25 novembre 2005 - Buona partenza per 'Il senso della vita' di Paolo Bonolis ieri sera in seconda serata: il programma di Canale 5, che mescola approfondimento e intrattenimento, e' stato seguito da 1.687.000 col 20,66% di share.

Il programma concorrente di Raiuno, 'Porta a Porta', che proponeva una puntata dedicata all' 'Isola dei famosi', e' stato pero' piu' visto: 2.210.000 spettatori, share 26%.

 
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Jøey
view post Posted on 25/11/2005, 15:23




Ho visto la prima parte del programma, e mi è piaciuto. E' una sorta di grande mix di punti di vista, ma amalgamato bene. L'apertura densa di citazioni è stata un po' troppo artificiosa, ma Bonolis, a prescindere dalle cavolate che ultimamente fa sleep.gif , per me come presentatore è un grandissimo. Purtroppo ho perso la parte in cui veniva affrontato il tema degli effetti della pubblicità e che doveva essere interessante sad.gif L'accompagnamento musicale è stato molto molto bello.
 
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EffeCi
view post Posted on 26/11/2005, 14:56




Dal "Corriere della sera" del 26 novembre 2005.


La lettera del giorno
Sabato, 26 Novembre 2005
Il senso della Tv

gentile dott. Grasso, sono un 22enne appassionato di critica televisiva e mi piacerebbe avere la sua opinione su una questione.
Ieri sera, spinto dalla curiosità, ho visto la trasmissione "il senso della vita" di Paolo Bonolis, professionista di rara caratura, un conduttore che ho sempre stimato e che, insieme a pochi altri, possiede davvero quel talento brillante e unico nel panorama televisivo di oggi.
Insomma... premesso questo, la mia domanda è: di che cosa ci arricchisce questo programma? Che cosa inventa? Cosa propone che non sia già visto in altre reti?
A parte rare ed interessanti eccezioni, come la curiosa intervista (solo nel metodo) a Placido, o il dibattito con Massimo Fini, e la musica di Battista, il resto è la totale scopiazzatura di programmi neanche troppo lontani nel tempo!
Tra "Rockpolitik, Che tempo che fa, Parla con me, c'è veramente l'imbarazzo della scelta... le assonanze sono evidenti e, mi dispiace dirlo, anche l'inadeguatezza nel riproporli: Bonolis, evidentemente non è Fazio (e non c'è nulla di male, solo, faccia altro), sarà anche la prima puntata ma non è uno scolaretto e quindi non gli si può giustificare un'ingessatura che non è tanto nelle forme quanto nel carattere del suo ruolo: Luca Laurenti (ammetto la mia antipatia, ma è terribile) non è Dario Vergassola e mi dispiace per lui ma non è neppure molto altro; lo stesso accompagnamento musicale, per quanto di altissima qualità, è intrappolato in uno schema freddo e scomposto, con una scenografia (bellissima) che però sembra quella di "Chi vuol essere milionario". Inoltre, altra incredibile imitazione, l'utilizzo smodato dei comici di Zelig, per i quali mi chiedo a più riprese se sto guardando una replica dell'omonima trasmissione o altro.
Concludo chiedendomi: Bonolis aveva davvero bisogno di lasciare la RAI per fare un programma che è un puzzle fra quelli del servizio pubblico di maggiore qualità, utilizzando fra l’altro i suoi modelli, i musicisti di Sanremo, i suoi epurati (così hanno apostrofato l'ottimo Massimo Fini), il suo Scenografo (Gaetano Castelli), e altri collaboratori ?
Per carità, io non credo che ci sia qualcosa che si possa o non si possa fare in televisione, ma l'unica certezza è che tutto ciò si faccia con garbo, intelligenza, competenza: e non sostengo neppure che questa trasmissione sia paragonabile a tanta immondizia che vediamo (ma che tanto ci piace e ci riflette, no?), ma credo che nel momento in cui si afferma che si vuole “sperimentare”, “creare spazi nuovi” e “serre creative” (cito testualmente), ecco… si dovrebbe avere la sagacia di sapere che cosa si vuole “brevettare”, e se ne si è all’altezza.
Il Senso della vita è un programma pretenzioso, come il suo titolo, come il suo conduttore, e come, ed è la cosa più “grave”, i suoi autori, incapaci di inventare o re-inventare qualcosa che abbia davvero a che fare, almeno da lontano, con il SENSO della TV.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa e una sua opinione sul programma, la ringrazio anticipatamente. Con Stima.
Simone

Risposta di Aldo Grasso
Mai visto un programma così presuntuoso, così pretenzioso. Sul Corriere di domani, sabato26, troverà la mia nota su Bonolis. Grato se avrà la bontà di leggerla.


Ahahahaha, ma vieniii!!! w00t.gif Ho visto solo pochi minuti del programma di Bonolis e ho avuto le stesse, identiche, spiccicate sensazioni espresse qui sopra. Non ho voluto anticipare i tempi e piombare su questo 3d come avevo fatto sul quello di Celentano, ma ora questa lettera e la risposta del critico televisivo del "Corriere della sera" mi cadono a fagiuolo. biggrin.gif Bonolis ha fatto un miscuglio di cose già viste e fatte meglio dagli originali... è un programma pretenzioso e artificioso... non mi faccio per niente cogliere da questi trucchetti. Ho visto ben altro in tv in quarant'anni di vita. rolleyes.gif
 
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°Flavia°
view post Posted on 26/11/2005, 18:59




L'articolo cool.gif

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EffeCi
view post Posted on 26/11/2005, 19:57




Grazie Flavia! wink.gif smile.gif Mi ero scordata di citare, fra i programmi carini di terza serata, quello della Dandini con Vergassola su RAI3.
In quanto a Bonolis... il suo programma più riuscito resta ancora "Bim bum bam". biggrin.gif
 
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view post Posted on 1/12/2005, 09:07
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Bonolis incontra condannato a morte
Williams sarà giustiziato 13 dicembre


Ospite della seconda puntata del Senso della vita sarà il condannato a morte Stanley Williams, un nero di 51 anni, candidato al Nobel per la pace, che sarà giustiziato il 13 dicembre nel carcere di San Quintino, in California. "Spero che il governatore Schwarzenegger voglia tener conto sia del fatto che Williams è stato condannato senza prove certe e forse anche con un pregiudizio razziale" dice Bonolis, contrario alla pena di morte.

Bonolis è "turbato" dal colloquio con quest'uomo. Stanley Tookie Williams vent'anni fa è stato condannato con l'accusa di aver ucciso quattro persone, per rapina, nei ghetti poveri di Los Angeles dove era nato e viveva. Williams si è sempre proclamato innocente. Alla sentenza si arrivò, negli anni Ottanta, sulla base di un processo indiziario. E sul processo pesa il sospetto di un forte pregiudizio razzista: dalla giuria, infatti, con varie motivazioni furono esclusi tutti i candidati neri.

Oggi Williams è un uomo assolutamente diverso: ha scritto libri per ragazzi, ha lavorato al recupero di giovani delinquenti, è stato candidato al premio Nobel per la pace e per la letteratura. Di tutto ciò può tener conto oggi, che sono tutte le fasi processuali, solo il governatore della California Schwarzenegger, intervenendo con un provvedimento di grazia o di sospensione della pena.
 
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°Flavia°
view post Posted on 2/12/2005, 17:50




LA DRAMMATICA TELEFONATA TRA PAOLO BONOLIS E STANLEY TOOKIE WILLIAMS NELLA CELLA DELLA MORTE, CARCERE DI SAN QUINTINO (LOS ANGELES, CALIFORNIA)

Il testo integrale dell'intervista andata in onda giovedi sera ne "Il senso della vita", Canale 5

1. Lei è condannato a morte: il 13 dicembre sarà eseguita la sentenza.
Qual è il suo stato d'animo, in questa vigilia?

(Voce di uno speaker)

La chiamata e il Suo numero telefonico saranno registrati e sorvegliati.

Mi sento pieno di fede; mi sento bene - nella mente, nel corpo e nell'anima

2. Dopo la sentenza della Corte Suprema, che ha rifiutato di riesaminare il caso, la sua vita è nelle mani di un solo uomo, il governatore della California Arnold Schwarzenegger, che potrebbe accordargli la grazia: cosa vorrebbe dirgli?

A questo punto, non credo che ci sia granché che io possa dirgli. Sarei ben felice, naturalmente, se potessi farlo. Se avessi l'opportunità di dire qualcosa, direi innanzitutto che sono innocente rispetto a tutte le accuse per cui sono stato condannato. Sono innocente. In secondo luogo, potrei dire che, se resterò vivo, continuerò a trasmettere il messaggio positivo che trasmetto da tempo ai giovani, sperando di poter solidarizzare reciprocamente con loro. In terzo luogo, se resterò vivo, e se mi saranno concesse, o la sospensiva della sentenza, o la grazia, sarò sicuramente in grado di provare la mia innocenza.

3. La giuria che la condannò a morte era composta di soli bianchi: ci fu, a suo danno, un pregiudizio razzista?

Come Lei, io e tanti altri sappiamo benissimo, il razzismo in questo paese è prevalente e diffuso. E' profondamente radicato in ogni aspetto della società e delle istituzioni. Non vedo perché il sistema della giustizia penale dovrebbe esserne esente. Certamente! Sì, durante il processo ci sono stati razzismo, pregiudizi, parzialità. E... no, non ho avuto un giusto processo.

4. Lei aveva fondato una gang temibile e sanguinaria, i Crips, ma si è sempre dichiarato innocente degli omicidi per i quali è stato condannato. Perché non è stato considerato attendibile?

Prima di tutto, perché sono nero. E, poi, per via delle mio retroterra. Sa, dove sono cresciuto io, nel quartiere di South Central, noi, anzi, io - voglio parlare per me adesso - sono cresciuto con la violenza e in un certo senso, sono stato abituato a essere cattivo solo nei confronti dei neri, della gente di colore. Non sono stato abituato a rubare o a essere violento contro i bianchi, gli Ispanici, gli Asiatici o qualsiasi altro gruppo etnico. Sta di fatto, che all’epoca vivevo alle spalle di spacciatori di droga, protettori, criminali, ladruncoli, membri di altre gang, gente di questo tipo, insomma. Era quello il mio modus operandi. Suppongo che, proprio per questo, alla polizia sia risultato più facile montare le accuse contro di me. Voglio dire, facevo al caso, perché io ero un violento, ero nero, e perché ero un criminale. Sembrava quindi molto plausibile a tutti che fossi stato io a compiere quei crimini, che invece non ho commesso.

5. Vuole dire qualcosa alle famiglie delle vittime? Anche se lei, proclamandosi innocente, non ha mai voluto chiedere perdono.

Prima di tutto, ancora una volta, devo dire che io sono innocente e, essendo innocente, sarebbe sbagliato, addirittura vigliacco, da parte mia, dire di essere colpevole, quando non lo sono, soltanto per salvarmi la vita. Sarebbe sbagliato e non potrei farlo. Tuttavia, posso esprimere il mio rammarico nei confronti dei familiari delle vittime che hanno provato un simile lutto. Nutro solidarietà nei loro confronti e nei confronti di altre persone che hanno perduto i propri cari. Mi rattrista il fatto che queste persone abbiano perso un famigliare, e mi rattrista il fatto che esistano centinaia di migliaia, milioni, di altre persone, che hanno perduto i propri cari. Per quanto mi riguarda, non posso ammettere la colpevolezza di qualcosa che non ho fatto. Sarebbe sbagliato da parte mia.

6. Vuole dire qualcosa ai giovani che fanno parte delle bande di delinquenti nei ghetti di Los Angeles e, in genere, in tutto il mondo?

Di sicuro non sono io a poter dire loro cosa fare. La scelta spetta a loro. Sono convinto che debbano trovare la forza e il coraggio di frequentare le scuole superiori, cercare di diplomarsi, e poi iscriversi all'università e prendersi una laurea, che potranno poi utilizzare per tornare, cambiare la società e renderla migliore, molto migliore di quanto non sia oggi. Per vivere in questo mondo, per vivere in modo legittimo, hanno bisogno di un'istruzione. Come ho detto, la scelta sta a loro, e sono convinto che, qualunque cosa vogliano fare nella vita, qualunque siano i loro obbiettivi, hanno la capacità di ottenere quello che vogliono. E attraverso la volontà, nelle circostanze e nelle situazioni più difficili, potranno rendere possibile l'impossibile

7. Ha scritto libri per ragazzi, che le hanno procurato anche varie candidature al Premio Nobel per la Pace. Qual è il messaggio fondamentale, in questi libri?

Il messaggio chiave è che i giovani non devono partecipare ad attività criminali, devono avere un'istruzione, adottare una spiritualità. E parlando di spiritualità (spirituality), voglio dividere il termine in due. C'è lo spirit, che è il noumeno, l'anima...

Pronto?

Prego, continui pure!

...e la uality, rappresentata dai fatti, dalle azioni. Pertanto, io considero la spiritualità una forma di atto, di azione, spirituale. In questo senso, credo che i giovani debbano promuovere atti di beneficenza verso gli altri esseri umani, aiutare il prossimo. Ce n'è bisogno.

8. Che cosa le ha insegnato la vita nel carcere di San Quintino? Dopo sei anni, ho letto, lei ha cominciato a redimersi: che cosa l'ha cambiata, c'è stato un momento particolare, una ragione precisa?

Questo posto in sé non ha fatto assolutamente niente per riabilitarmi. Il fatto di stare chiuso qui dentro non ha alcun nesso con il mio cambiamento. Il fatto è che mi sono dato un'istruzione e, attraverso l'istruzione, ho potuto iniziare a usare il buon senso e a ragionare. Ed è stato attraverso il buon senso e il ragionamento, che, alla fine, sono riuscito a sviluppare una coscienza. Una volta sviluppata la coscienza, ho potuto abbracciare la redenzione.

9. Ha paura, al pensiero di affrontare il 13 dicembre - il momento supremo?

Mi scusi, ma mi dicono che tra 5 minuti dovremo interrompere.

Può rispondere a un altro paio di domande?

Me le può ripetere?

Ha paura, al pensiero di affrontare il 13 dicembre - il momento supremo?

No, non ho paura. La mia fede non me lo consente. Io credo in Dio e Dio è con me. E se questo sarà il mio destino, non potrò certo sfidarlo. Non c'è nulla che io, personalmente, possa fare. Ho molto sostegno. Prego affinché le preghiere e gli sforzi compiuti per aiutarmi vadano a buon fine. Però, no... Spessissimo durante la mia vita, mi sono trovato vicinissimo alla morte. Questa esperienza qui non è diversa dalle altre. La mia fede mi mantiene forte e con i piedi per terra. No, non ho paura, perché Dio è con me.

10. C'è chi sostiene (anche altri condannati a morte, ed ergastolani, lo hanno detto) che la pena di morte sia una pena brutale, ma preferibile rispetto alla prospettiva di una intera vita in carcere. Lei cosa ne pensa?

E' una affermazione totalmente assurda che io non ho mai fatto. Sono convinto che, da vivo, alla fine, riuscirei a dimostrare la mia innocenza, mentre, da morto, non potrei mai farlo. Sono un combattente e, se resterò vivo, potrò combattere per la mia libertà. Quando dico combattere, intendo attraverso il sistema giuridico. Se muoio, finisce lì... Insomma, preferisco essere vivo, per poter combattere e dimostrare la mia innocenza.

Ora devo andare, La saluto.

La mescolanza

Edited by °Flavia° - 2/12/2005, 17:52
 
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view post Posted on 15/12/2005, 09:10
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Funari da Bonolis: "Sto morendo"
Intervista choc a "Il senso della vita"


"Sto morendo, ma mi auguro di poter morire con tanta serenità da poter sottrarre a mia moglie con un sorriso il dolore che le provocherò". Gianfranco Funari si racconta a 360 gradi al Senso della Vita. Raccontando la personale esperienza che lo ha già visto a un passo dalla morte lancia un appello ai giovani. "Ho cinque by pass, ragazzi, vi prego, non fumate. Non fumate, ve lo dice uno che fuma perché già mi sono giocato la vita".

Per il conduttore tv, tre sono i motivi per cui ha senso vivere la vita: "la vita medesima che è un dono enorme". Poi, bisogna "tentare sempre di non fare del male agli altri". A chiudere la classifica, i piaceri: "mi sono sempre piaciuti e me li sono goduti tutti e se in paradiso danno l'ergastolo, io lo prendo". L'ultimo pensiero è per Morena, alla quale è legato da sette anni, ma che conosce sin da bambina: "i miei sette anni con lei equivalgono a 21, perché non mi ha lasciato mai. Lei crede che io sia eterno, ma sto morendo. Un grande chirurgo mi ha detto che mi deve riaprire".

E Funari non si smentisce fornendo ai fumatori un consiglio, come sempre, controcorrente: "Se avete tra i 45 e i 50 anni e siete stati fumatori, fate un doppler alle carotidi. Il ministero della Sanità non lo rende obbligatorio perché costa troppo, ma voi fatelo".

Durante l'intervista Funari sottolinea anche l'importanza dell'uso del preservativo: "bisognerebbe diffonderlo per evitare che nascano bambini che poi muoiono di fame". Ma, aggiunge, è "un gesto di civiltà per se stessi e per il partner, perché i figli devono nascere quando i genitori lo decidono".

Un accenno anche alla Tav con particolare attenzione alla protesta degli abitanti della Val di Susa. "Se il Presidente della Repubblica - dice Funari - invita a fare una certa cosa e questa non si fa, o si strumentalizza politicamente o non si ha una buona informazione".

L'indomabile conduttore ricorda anche alcuni dei suoi memorabili programmi tra i quali A bocca aperta (è stato un grande successo, ma non mi hanno permesso di fare una discussione politica con la gente comune).

Loda Giovanni Minoli: "E' un direttore che avuto coraggio. Venti giorni fa a chi ha chiesto perché Funari fa tanti ascolti, ha risposto perché è 'meglio di tutti'. Se lui diventa direttore generale la meta' di quelli che ci stanno vanno a fare il concorso all'Atac".

Se la prende con Angelo Guglielmi, ex direttore di Raitre: "Leggo un'intervista che mi ha dato dolore: nel parlare di censurati ha fatto il nome di Santoro, Biagi, Luttazzi e Chiambretti, mentre a me, che mi ero reso disponibile a 400 mila lire a puntata, non mi ha nominato".

Guardando una foto che ritrae Michele Santoro e Adriano Celentano durante la prima puntata di Rockpolitik sottolinea: "non è possibile che Santoro faccia come gli pare: lo licenziano dalla Rai e prende lo stipendio. Fa l'eurodeputato, dice che si è stufato e torna in Rai. Poi parla a quell'altro di conflitto d'interessi". Ammette che il programma di Celentano, "che adoro", gli e' piaciuto. Funari ironizza sui nuovi fenomeni mediatici.

Di Loredana Lecciso dice: "sta in tv, tu spegni la televisione ma lei rimane lì. Come fa?". E poi, riferendosi alle liti con il marito Al Bano, ipotizza un nuovo duetto musicale in famiglia, come e' gia' accaduto con Romina Power: "Romina giocava in difesa con la classe, lei gioca con la coscia. Forse pero' canteranno insieme".
 
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°Flavia°
view post Posted on 15/12/2005, 12:52




CITAZIONE (nedz @ 15/12/2005, 09:10)
Funari da Bonolis: "Sto morendo"
Intervista choc a "Il senso della vita"



Mi dispiace per Funari sad.gif
 
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Miciamiao
view post Posted on 4/1/2006, 18:06




TV/ BONOLIS RACCONTA IL SUO 'SENSO DELLA VITA' (ESPRESSO)
Il conduttore romano presenta la sua nuova trasmissione
04-01-2006


Roma, 4 gen. (Apcom) - Strapagato (si parla di un ingaggio da 8 milioni di euro all'anno), adorato dal pubblico, ma anche molto criticato ed esiliato dalla trasmissione Mediaset 'Serie A', ora condotta da Enrico Mentana: il conduttore Paolo Bonolis si racconta al settimanale 'L'Espresso', in edicola domani, e presenta la sua nuova trasmissione, 'Il senso della vita'. Un mix di alto e basso che andrà in onda in seconda serata.

Di cosa potrebbe parlare Umberto Eco a cena con gli amici? Si è chiesto Bonolis insieme agli autori per cercare il tono giusto da dare al nuovo programma. "E' uno che tra amici un po' ragiona di temi altissimi, un po' spara barzellette incredibili. Non può essere un buon modello per la televisione?", spiega il conduttore romano all'intervistatore, Enrico Arosio.

La trasmissione sarà un'occasione per mostrare che il pubblico non è bollito ma "viene bollito". In realtà, sostiene Bonolis, pronto a capire sia temi difficili che chiacchiere, vuole ridere ma anche emozionarsi. Ci saranno molti incontri e interviste: "In questo programma ascolto molto", promette Bonolis.

Durante l'intervista lo showman, nonostante il flop di ascolti, nega l'insuccesso del 'Serie A' condotto da lui e parla del collega Celentano come di una "fantastica maschera italiana", ma il cui programma, Rockpolitik, è stato troppo "pompato". E giustifica il suo alto compenso affermando "io sono uno che la trasmissione se la inventa dall'inizio alla fine".
 
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norik
view post Posted on 8/1/2006, 23:19




“HO FATTO TRE ANNI E MEZZO DI GALERA CON L’ACCUSA DI ESSERE UN CAMORRISTA E POI SONO STATO ASSOLTO PERCHÉ NON SUSSISTEVA IL FATTO” - "SONO USCITO DAL CARCERE CON L'AIUTO DI BETTINO CRAXI"...

“Ho fatto tre anni e mezzo di carcere e poi sono stato assolto perché non sussisteva il fatto. Mentre Walter Chiari ed Enzo Tortora hanno dei processi intitolati a loro, io non ho neanche i titoli di coda”. Franco Califano, protagonista della ‘Fotointervista’ a ‘Il Senso della Vita’, la trasmissione di Paolo Bonolis, in onda su Canale 5 domani alle 23.30 circa, parla degli anni bui della sua vita, passato dalla ‘Dolce vita’ allo squallore della galera con l’accusa di essere un camorrista. Eppure non c’è livore nelle sue parole, anzi ci scherza su. “Non è il posto peggiore al mondo –racconta – c’è complicità tra guardie e ladri e questo andrebbe messo in risalto in qualche film”.

Lancia poi la proposta di un risarcimento da parte dello Stato per il danno subito. “All’epoca non c’era la legge del rimborso, così il governo oggi dovrebbe farmi esentasse”. E rivela che a fargli lasciare anzitempo il carcere, è stato Bettino Craxi, allora presidente del Consiglio. “Mi ha fatto uscire prima della causa. Gli scrissi una lettera, spiegandogli i motivi per cui ero dentro. Non mi aspettavo una risposta, ma lui, che sapeva che ero innocente, ha mandato i suoi uomini dal mio avvocato. Per farmi uscire ci siamo inventati una malattia. Il ricordo di quest’uomo è umanamente straordinario e mi sono ripromesso di andargli a fare una visita dove è sepolto”.

Non nasconde di aver sofferto di crisi di panico per due anni e mezzo. Lui, sempre sicuro di sé e grande amatore, non riusciva più a stare in mezzo alla gente, ma a farlo tornare alla normalità è stato il neurologo Rosario Sorrentino. “Mi ha salvato la vita –rammenta- non volevo ammettere di non credere più in me stesso, poi piano piano ho cominciato a prendere coscienza della mia insicurezza. Ho sofferto come un cane, è peggio della depressione. Mi era venuto il rifiuto della gente e le crisi mi venivano quando andavo a fare i concerti. Restavo in macchina, iniziavo a sudare, e solo quando iniziavo a cantare smettevo di soffrire”.

La foto di Luigi Tenco fa venire in mente a Califano la morte prematura del cantante che si tolse la vita durante il Festival di Sanremo. “Quando si uccise –ricorda- rientrando in albergo trovai un biglietto in portineria. Mi aveva telefonato, sollecitandomi ad andare subito da lui. Corsi, ma era tardi: lo vidi per terra”. E sulla riapertura del caso da parte della magistratura che sospetta che non si sia trattato di suicidio, il Califfo precisa: “Rispolverare questo fatto per me è stata una cosa molto brutta. Mi hanno chiamato per chiedermi di lui, forse per fare della pubblicità, ma dopo 38 anni non si può cercare il proiettile di una pistola”. Importante anche il suo rapporto con Mina, per la quale ha scritto numerose canzoni, e anche con Rosario Fiorello, che ha fatto diventare un ‘tormentone’ la parodia del Califfo.

Non sono mancati riferimenti al sesso e apprezzamenti per le belle donne, così come parla senza imbarazzi anche dei trans. “Non mi sono antipatici, anzi a Parigi a uno di loro - apparentemente una bellissima donna - ho fatto la corte. Ci ho ballato anche dei lenti, ma quando ho saputo, non ce l’ho fatta ad andarci”.

Dagospia 05 01 2006
 
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